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Alligator Alcatraz, ecco che cos’è

Alligatori come guardiani, paludi come mura.  È questa l’ultima trovata del Trump show, che ha già benedetto l’Alligator Alcatraz come fiore all’occhiello delle sue politiche di contrasto all’immigrazione clandestina. 

L’Alligator Alcatraz

Il Presidente, si sa, ha sempre avuto un debole per l’iconico carcere di Alcatraz, sull’isolotto al largo di San Francisco. Chiuso a fine anni Sessanta, ha continuato a esercitare fascino nella cultura pop di tutto il mondo ed oggi è una attrazione turistica vera e proprio. Non potendo riaprire l’inespugnabile centro detentivo che fra le sue celle aveva tenuto anche Al Capone, Trump ha festeggiato come un bambino quando lo Stato della Florida ne ha costruito uno tutto suo. E ancora più caratteristico.

A ottanta chilometri da Mar-a Lago, dove è noto il Presidente abbia la sua lussuosa residenza per le vacanze, sorge una pista per aerei abbandonata, circondata su tutti i lati dalle paludi delle Everglades. 

Acquitrini infestati da alligatori, pitoni, zanzare, serpenti a sonagli. 

Lì in mezzo, in soli otto giorni, lo Stato del Governatore repubblicano Ron De Santis ha fatto mettere in piedi un centro di detenzione capace di ospitare fino a cinquemila persone. In poche ore, è diventato il simbolo della strategia migratoria dell’amministrazione, fra show e propaganda, pensato per scoraggiare chiunque osi varcare il confine senza documenti.

L’accordo con El Salvador

L’Alcatraz degli alligatori è lo step successivo dopo gli accordi con il Presidente Bukele, “il dittatore più cool del mondo”, come lui stesso si definisce, per spedire gli irregolari nelle prigioni di El Salvador, fra narcotrafficanti e membri delle gang. 

Detenuti arrestati, quasi la metà non è accusata di nessun crimine

Il 44% dei detenuti arrestati da maggio perché senza documenti o con il visto scaduto non ha nessun precedente penale, in pratica la metà dei deportati nelle prigioni di El Salvador non è accusata di nessun crimine. Lo United States Immigration and Customs Enforcement, ormai noto con l’acronimo ICE, detiene in questo periodo circa 60 mila persone in attesa di essere rimpatriate e trovare loro una sistemazione temporanea è sempre più urgente, dato che l’agenzia può gestirne non più di 40 mila. E così nella ex pista di atterraggio fra le paludi delle Everglades, decine e decine di camion hanno iniziato a scaricare container e tende riadattati riadattati per ospitare migranti irregolari anziché sfollati durante emergenze o catastrofi naturali. Si tratta strutture temporanee prive di aria condizionata, in una regione della Florida dove le temperature possono superare i 40 °C e l’umidità raggiungere il 90%. 

Le strutture fra le paludi delle Everglades

Costo stimato per le casse pubbliche: 245 dollari al giorno a posto letto, per un totale in un anno di 450 milioni di dollari per un singolo anno di attività.

Si risparmierà sui guardiani ci ha scherzato su Trump, alludendo al fatto che gli alligatori che circondando il centro non dovranno essere pagati come accade per i poliziotti. Non a caso, l’account ufficiale della Sicurezza interna ha condiviso sui social una immagine creata con l’intelligenza artificiale, dove compaiono gli alligatori davanti la prigione con in testa i cappellini della ICE. 

Il merchandising della Alligator Alcatraz

Il Partito Repubblicano della Florida ha già iniziato a diffondere merchandising della Alligator Alcatraz. Magliette, berretti, tazze per ostentare questa trovata originale. Sul fronte opposto, gli attivisti per i diritti umani, guidati da Maria Asuncion Bilbao, coordinatrice in Florida dell’American Friends Service Committee hanno definito questa operazione una “teatralizzazione della crudeltà”. Anche gli ambientalisti si sono opposti, accusando l’amministrazione di contaminare un ecosistema tropicale protetto che andrebbe tutelato. 

Le proteste della tribù Miccosukee

Proteste sono arrivate anche di Miccosukee, una delle tribù di nativi americani della Florida, i cui territori confinano proprio con quell’area. Per loro quelle terre sono sacre e ritengono questo gesto un affronto. 

Donald Trump durante la sua visita al centro di Martedì 1 Luglio, per l’inaugurazione, ha però rilanciato, elevando questo progetto a modello da replicare anche in altri Stati. A dare la vera inaugurazione all’Alligator Alcatraz, tuttavia, è stato il temporale avvenuto poche ore dopo la visita del Presidente. Sono bastati 6 millimetri di pioggia sulla vicina città di Ochopee per allagare i container, le tende e gli impianti elettrici del centro detentivo. 

Ci si chiede cosa avverrà quando la zona sarà interessata da uragani o situazioni climatiche estreme, abbastanza frequenti in quella regione della Florida.