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La Bulgaria entra nell’Eurogruppo

Al tavolo dell’Eurogruppo sta per aggiungersi una nuova sedia, per far accomodare un nuovo membro, il ventunesimo. Si tratta della Bulgaria che dal Primo Gennaio 2026 adotterà l’euro come moneta nazionale.  

La Bulgaria entra nell’Eurogruppo

All’inizio di questo mese, il Consiglio dell’Unione Europea ha sollevato il disco verde all’adesione bulgara, un atto formale che ha definito anche il tasso di conversione tra il lev, la moneta nazionale, e l’euro: 1,95583 lev per 1 euro.

La Bulgaria è membro dell’Unione dal 2007 e il suo passaggio alla moneta unica era stato già ipotizzato per date precedenti. Tuttavia l’allineamento della sua economia ai parametri di Maastricht ha richiesto tempo, comportando numerosi rinvii.

In realtà la situazione bulgara era abbastanza insolita in quanto ha ancorato la sua valuta all’euro fin dall’inizio dell’unione monetaria nel 1999 e prima ancora pertanto del suo ingresso ufficiale nelle istituzioni di Bruxelles. 

I parametri di Maastricht più noti sono la stabilità dei prezzi, la solidità delle finanze pubbliche (deficit inferiore al 3% del PIL, debito sotto il 60% o in rapida riduzione), la stabilità del tasso di cambio per almeno due anni nel meccanismo ERM II senza svalutazioni, e tassi di interesse a lungo termine contenuti.

La solida disciplina fiscale e la gestione fiscale dell’inflazione nell’ultimo periodo sono stati comunque due banchi di prova che hanno soddisfatto gli attenti analisti della Commissione Europea, la quale, insieme alla Banca Centrale Europea, ha espresso parere positivo, lo scorso 4 Giugno, sulla base del rapporto sulla convergenza che ha certificato il rispetto da parte di Sofia dei rigidi criteri economici richiesti per l’adesione.

Adesso si apre una fase nuova per questo strategico Paese balcanico affacciato sul Mar Nero. Già dall’8 Agosto tutti i prezzi al dettaglio dovranno essere indicati in entrambe le valute, euro e lev. Questo passaggio si prospetta portatore di benefici tangibili per l’economia e i cittadini bulgari. L’eliminazione dei costi di cambio comporterà una semplificazione dei pagamenti, dando stimolo al commercio e al turismo. La riduzione dei tassi di interesse per prestiti e un migliore accesso ai finanziamenti, poi, saranno di supporto per attrarre investimenti e sostenere la crescita. La piena integrazione nel mercato unico dovrebbe, infine, rendere i beni e i servizi bulgari più competitivi. 

Queste prospettive tuttavia vengono sbiadite dai timori in alcune sacche della popolazione, che ha accolto con sentimenti contrastanti questo momento.

Sondaggi recenti di Eurobarometro indicano che circa la metà dei cittadini è contrario all’abbandono della moneta nazionale. Si teme soprattutto un aumento dei prezzi, con il rischio di arrotondamenti speculativi durante il cambio e dunque una diminuzione del potere d’acquisto.

I prezzi e il cambio del lev in Bulgaria

Nell’ultimo mese si è assistito già a un notevole aumento dei prezzi dei fornitori, mettendo in allerta soprattutto i piccoli commercianti, che già hanno nel mirino il mese di Gennaio quando si lavorerà con due valute. Le autorità nazionali hanno comunque rassicurato riguardo alla messa in campo di misure di controllo e monitoraggio per contrastare possibili speculazioni. 

Anche il dibattito politico e alcuni media ci hanno messo del loro per alimentare malcontento e scetticismo, sfruttando anche una mancanza di comunicazione efficace da parte delle autorità. Nel frattempo la macchina organizzativa si è messa in moto. Tutte le banche dovranno cambiare il lev fino alla fine del 2026, mentre la Banca nazionale bulgara cambierà banconote e monte da lev a euro per un periodo illimitato.