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Afghanistan, quell’astio profondo contro gli Ameribani

Americani e talebani, in questo momento, appaiono paradossalmente come alleati agli occhi di molti afghani

È un’intervista dai contenuti radicali, ma abbiamo scelto di pubblicarla perché rappresenta un punto di vista molto diffuso tra gli afghani. Nel tentare di comprendere un po’ questo Paese, può aiutare la lettura che lo stesso dà di sé.

Abbiamo incontrato Atai Walimohammad, scrittore, attivista ed educatore di origine afghana. È rifugiato politico in Italia. Reclutato da bambino in un centro addestramento per i kamikaze, prima in Afghanistan e poi in Pakistan. La sorella Salma è stata venduta a 12 anni a un signore della guerra e comandante dei talebani del villaggio. Il padre è stato ucciso dai talebani, con l’aiuto della madre, perché era medico e non si faceva crescere la barba per cui il mullah ne decretò l’impiccagione. Atai è fuggito a 14 anni, attraversando clandestinamente sette Paesi fino ad arrivare in Italia. Ha conseguito due lauree, è professore ed è autore di cinque libri. 

Dopo vent’anni di intervento militare americano e della Nato, con l’esercito regolare afghano sovvenzionato con 87 miliardi di dollari, accade che in soli dieci giorni i talebani prendano Kabul e parte dell’Afghanistan. Cosa significa? In questi ventanni non c’è stato nessun cambiamento?

Bella domanda. Gli accordi che sono stati firmati fra i terroristi talebani e i cosiddetti “seminatori della democrazia” americani a Doha, senza l’inclusione del governo e del popolo afghano, già ci aveva fatto capire che gli americani stavano progettando qualcosa di grosso. Gli americani hanno permesso che si reinsediasse il governo dei talebani perché li fa guadagnare e così difendono i propri interessi geopolitici ed economici in Asia. Dopo la guerra di Vietnam il famoso uomo del Congresso americano Henry Kissinger disse “tutto quello che dobbiamo fare noi, lo facciamo fare agli altri, così quando falliscono le nostre operazioni, nessuno ci darà la colpa, abbiamo perso 34000 uomini e i russi ce ne devono ancora 20000”. L’ideologia di Henry Kissinger ha fatto nascere i mujaheddin contro l’invasione sovietica e poi la CIA ha sostenuto e sostiene ancora oggi i talebani.

Da dove nasce questa convinzione di un ruolo così negativo degli Stati Uniti, visto che hanno impiegato tante forze in Afghanistan con tante perdite di soldati? È una visione ideologica contro lOccidente? È un pensiero molto radicato negli afghani, ma siamo sicuri che sia la vera spiegazione di quanto sta accadendo? 

La  convinzione nasce perché Stati Uniti hanno fatto gli accordi a Doha con i talebani senza coinvolgere il governo afghano e il popolo afghano. Dopo gli accordi di Doha i talebani non uccidevano più gli americani o le forze della Nato, uccidevano esclusivamente gli afghani, quindi senza fare distinzione donne e bambini, oltre ai militari. Il popolo afghano è stato tradito dagli Stati Uniti e noi afghani ci chiediamo le vere ragioni per le quali gli Stati Uniti e i loro alleati hanno combattuto per vent’anni. La Resistenza afghana in 5 giorni ha sconfitto più talebani che l’America e i suoi alleati in vent’anni.

Cosa accadrà ora alla popolazione?

Il mio pensiero è che l’Afghanistan rimarrà una scacchiera da gioco come lo è stato sempre per gli interessi geopolitici ed economici dei poteri mondiali. La cosa che mi fa sentire male è che l’Occidente ha perso tanti figli e tanti soldi in questi vent’anni di guerra contro il cosiddetto terrorismo, i talebani hanno le mani sporche di sangue di migliaia di donne e bambini innocenti, sono assassini e criminali. Se l’America voleva fare un grande gioco sporco con le vite dei propri figli, degli europei e spendere trilioni di dollari, poteva dire apertamente che si andava in Afghanistan per interessi. La Resistenza afghana nasce anche dall’esercito e le forze speciali afghane che stanno riprendendo il controllo dell’Afghanistan e si sentono traditi dall’Occidente. Non hanno fatto un colpo contro i talebani perché era stato dato ordine dai loro leader fantocci e dagli americani di arrendersi e consegnare le armi e tutto.

Lei è tuttora minacciato dai talebani per la tua attività di professore in Italia. A che punto è ora l’istruzione in Afghanistan?

L’istruzione è un’arma fortissima, infatti i terroristi prendono di mira in primo luogo gli afghani istruiti perché non è facile manipolare e sottomettere gli afghani istruiti. In questi ultimi due decenni il popolo afghano ha avuto un grande sviluppo socio-economico, le donne afgane dieci giorni fa avevano diritto all’istruzione, al lavoro e alla vita sociale come gli uomini e gli uomini afghani le considerano un architrave della nostra società. I talebani, appena si sono insediati a Kabul, la prima cosa che hanno fatto, è stata di rinchiudere tutte le donne fra le quattro mura di casa e segregarle come se fossero le galline che si mettono in gabbia. Le mie amiche professoresse e giornaliste sono state avvisate che non devono più avere accesso al loro lavoro e devono rimanere a casa. Ma le donne afghane e gli uomini non sono più come nel 1996, non credono minimamente in un’ideologia terroristica cioè nel distruggere il proprio Paese per l’amore di Allah, anzi tutti e tutte stanno manifestando contro la bandiera terroristica imposta a noi dagli americani e dall’Occidente. L’istruzione vince contro l’ignoranza e presto l’Afghanistan si libererà dall’oscurantismo a sfondo religioso. 

Quali saranno le prossime mosse dei talebani al potere?

Io personalmente non penso che talebani durino tanto in Afghanistan. Ovviamente gli americani faranno buon uso dei talebani per destabilizzare tutta la regione e minacciare la Russia, Cina  e Iran. I talebani sono poi guidati dai servizi segreti pakistani e quindi il Pakistan raggiungerà i propri obbiettivi come stanno facendo già, importando tutti veicoli militari afghani attraverso i talebani in Pakistan per tenere tutto sott’occhio.

Questa presa di potere dei talebani come potrà influire sulle relazioni internazionali e sul futuro di altri Paesi?

Il regime dei talebani potrebbe minacciare la sicurezza mondiale e i poteri mondiali, in particolare la Russia e gli Stati Uniti, che li useranno ancora una volta per i propri interessi.

Per approfondimento:

https://www.corriere.it/opinioni/21_agosto_21/dopo-kabul-l-imputato-occidente-pulsioni-antiamericane-76bb7c42-02a6-11ec-8e26-190f86cd2b10.shtml