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La guerra dei droni


La nuova arma dell’esercito ucraino è rappresentata dai droni di terra. Le caratteristiche principali sono il costo contenuto, la maggior sicurezza, la rapidità e il comando a distanza.

Una guerra che sembra non avere mai fine quella tra la Russia e l’Ucraina, dopo quasi un anno e mezzo dal suo inizio, le domande che ci poniamo sono tante e certamente, al centro di tutto, come in ogni conflitto, non può mancare l’incertezza sul domani. Tornando all’oggi, alle notizie di queste ultime settimane, tanti sono gli effetti già pienamente manifesti di questa guerra. Tra questi, c’è anche una svolta emersa negli ultimi mesi, sul fronte strettamente tecnico, legato agli armamenti. Ci riferiamo ai droni di terra, la nuova arma utilizzata dall’esercito ucraino per vincere la guerra.

I droni di terra

Basso costo, velocità, resistenza, difficoltà ad essere individuati, possibilità di trasportare mine, mitragliatrici o lanciarazzi a comando remoto, queste le loro caratteristiche,

L’esercito dell’Ucraina sta impiegando sempre più frequentemente i droni terrestri per piazzare mine antiuomo e anticarro sul campo di battaglia. L’uso dei droni rende più rapido il completamento di questo genere di operazioni, gli ordigni, infatti, pesano attorno ai 25 chili, e, soprattutto, mettono al sicuro i soldati da possibili incidenti, dal fuoco nemico o dalla possibilità di calpestare altre pericolose mine già presenti sul campo.

Questa nuova modalità di utilizzo dei droni si affianca a quella già conosciuta durante tutto l’arco dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, cioè quella dei droni aerei. L’obiettivo ucraino, come riporta Reuters, è quello, ovviamente, di riuscire a sostituire il maggior numero possibile di esseri umani al fronte con i droni comandati a distanza.

I droni su Mosca e.l’ipotesi di una svolta nel conflitto 

Un’arma potenzialmente letale, capace di spostare gli equilibri della guerra, questo è noto a tutti, ed è anche il motivo per cui gli americani hanno sempre espresso grandi dubbi sull’utilizzo di missili a lungo raggio ceduti all’Ucraina. La preoccupazione maggiore era appunto quella di arrivare a colpire su suolo russo e scatenare un’escalation che nessuno vorrebbe vedere realizzata.

In questo modo si allarga il perimetro del conflitto e contemporaneamente la diplomazia internazionale inizia ad ipotizzarne  effetti e conseguenze.

In riferimento a questi nuovi obiettivi c’è chi li considera solo un incidente e chi li interpreta come un segnale di debolezza russo, certamente capace di inasprire la controffensiva ucraina che, pur di fermare Putin, arriva a spingersi fino al Cremlino.

I russi, come si poteva immaginare, non stanno a guardare, lo stesso Putin resta cauto, perché, nell’ambito di tutta l’invasione che continua a registrare bombardamenti, morti e feriti, i droni su Mosca rischiano seriamente di cambiare il corso del conflitto.

La figura di Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza presieduto da Putin, ha rimarcato più volte che non c’è più solo Kiev in ballo, ma l’intera Alleanza, che continua a fornire supporto militare agli ucraini anche dopo che gli stessi hanno colpito entro i confini russi con i droni: «I nemici dovrebbero pregare per il successo dei nostri guerrieri, che stanno facendo in modo che non si inneschi un incendio nucleare globale». Washington monitora costantemente quel che considera un rischio «reale». Zelensky non accenna a volersi tirare indietro, affermando che la guerra sta «tornando» a poco a poco in Russia, nei suoi simboli; parla di «processo inevitabile, naturale ed assolutamente giusto».

I «buchi» nei cieli di Mosca possono creare scompensi nell’intero Occidente

Gli attacchi che si stanno verificando attualmente in territorio russo non sono frequenti e fino ad ora si sono concentrati soprattutto sulla Crimea, proprio perché considerata un obiettivo fondamentale per tagliare rifornimenti di armi e carburante all’esercito russo.

Gli attacchi o i tentativi di attacco con droni su Mosca stanno contribuendo a cambiare la percezione che i russi hanno della guerra in corso in Ucraina: Mosca, infatti, è lontana oltre 800 chilometri dalla linea del fronte, e finora c’era stata, in generale, una diffusa convinzione che non avrebbe subito direttamente gli effetti della guerra, se non dal punto di vista strettamente economico, conseguenza della cosiddetta “Operazione speciale”, il nome con cui la propaganda russa ha definito l’invasione dell’Ucraina