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29 Giugno 2025New York Pride 2025: colori sotto sorveglianza, tra meno sponsor e timori

“Abbiamo dei diritti. Il diritto di riunirci, di ballare, di amarci liberamente. E nessuno potrà portarceli via. Abbiamo il diritto di esistere. Di essere chi siamo. Questo non è solo un giorno di festa: è un atto di resistenza”.”Con queste parole piene di speranza Kathy Hochul, la governatrice dello Stato di New York, ha aperto il Gay Pride 2025 nella Grande Mela.
La storica parata, come ogni anno ha sfilato sulla Fifth Avenue, e coloro che vi hanno partecipato hanno avuto la possibilità di esprimere i loro colori, le loro differenze, far sentire almeno per un giorno le loro voci. Tuttavia oltre la musica, i coriandoli e i lustrini, si è avvertito il peso di un clima diverso: più cauto, più trattenuto, in parte offuscato dalle recenti tensioni politiche e dal retaggio dell’amministrazione Trump che ha lasciato gli appartenenti alla comunità LGBTQ+ privi di importanti tutele.
La sfilata,, pur conservando il suo spirito festoso, è apparsa più contenuta: gruppi meno numerosi, sponsor in calo e meno gadget distribuiti ai presenti. Un dettaglio che, nel Pride di New York, solitamente spettacolare e intriso di sponsor e marketing, ha assunto il valore di un segnale tangibile: l’appoggio economico e simbolico da parte delle grandi aziende si è fatto più timido, in un contesto in cui schierarsi può ancora significare esporsi a ritorsioni.
Anche la gestione della sicurezza ha mostrato segnali di cambiamento. A colpire è stata l’assenza di cecchini sui tetti, un elemento che negli ultimi anni garantiva sorveglianza dall’alto, e la scarsa presenza, visibile, di forze dell’ordine. Pochi agenti lungo il percorso, solo alcuni camion pesanti a presidiare gli accessi, per evitare intrusioni veicolari: un dispiegamento più simbolico che operativo. Molti partecipanti hanno percepito questa scelta come una riduzione dell’attenzione istituzionale verso l’incolumità della manifestazione.
Durante il corteo ha fatto la sua comparsa anche Eric Adams, sindaco in carica della metropoli che ha sfilato tra abbracci e applausi calorosi. Ma il momento di maggiore entusiasmo ha riguardato il candidato sindaco vincitore delle primarie democratiche, Zohran Mamdani, accolto come il messaggero del rinnovamento e del cambiamento, attraverso la sua visione di uguaglianza e inclusione.
Il pubblico presente era visibilmente meno numeroso rispetto alle edizioni passate. Eppure, non ha fatto mancare supporto e calore. Tanti i cartelli che richiamavano alla difesa dei diritti civili, molti i cori contro le politiche discriminatorie del GOP, specie quelle rivolte ai bambini transgender.
Il Pride 2025 è stato dunque meno spettacolare, ma non meno significativo. Ha raccontato una città che, pur sotto pressione, continua a lottare per amore, per libertà e per memoria. La tappa di fronte al sito di Stonewall Inn ne è una dimostrazione La parata vuole infatti essere anche un monito: quando l’appoggio politico e istituzionale vacilla, resta la voce collettiva a resistere, con meno glitter forse ma con la stessa dignità di sempre.