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Transnistria, la regione-cuscinetto nel cuore del conflitto

Lunga 400 km, la piccola repubblica non riconosciuta si trova tra Ucraina e Moldavia

di Paolo Trapani 

Un territorio lungo circa 400 chilometri, incastrato tra la Moldavia e l’Ucraina, ma con solidi legami in Russia.

È questa la realtà della Transnistria, piccola e autoproclamata repubblica che non è riconosciuta da nessun paese a livello internazionale. 

La Transnistria (come d’altra parte la Moldavia) faceva parte fino al 1991 dell’Unione Sovietica: attualmente vive grazie al sostegno economico e militare della Russia e si teme che possa finire nel conflitto da un momento all’altro. 

La dissoluzione dell’Urss e la guerra civile

Dopo la dissoluzione dell’Urss nella regione c’è stato anche un conflitto (1992), una guerra civile tra forze filorusse e forze filomoldave. Da allora sono centinaia i soldati di Mosca collocati qui.

Fin dal 24 febbraio scorso, inizio delle operazioni militari in Ucraina, si ritiene che l’esercito di Putin possa usare proprio il territorio transnistriano per attaccare l’Ucraina da sud, aprendo così un nuovo fronte della guerra. 

Peraltro il conflitto è a soli pochi chilometri: Mykolaiv, una delle città ucraine simbolo degli attacchi russi e della strenua resistenza locale, si trova a soli 150 chilometri dall’autoproclamata capitale della Transnistria, la città di Tiraspol.

Una regione sospesa tra Ucraina, Moldavia e Russia 

Nella regione vivono circa 500mila persone e il dilemma da quale parte stare (Ucraina o Russia) è più che aperto. Qui circa 100mila residenti hanno la cittadinanza ucraina, ma la Russia paga una pensione supplementare agli anziani e fornisce gas a prezzi scontati. 

Tutto il territorio in questa fase vive come sospeso in attesa degli eventi, sperando di non ritrovarsi al centro dello scontro. Intanto, in un mese di scontro armato, la Transnistria ha già accolto 10mila profughi scappati dalle città sotto attacco. 

Equidistanza necessaria, ma quanto durerà? 

Il presidente dell’autoproclamata repubblica della Transnistria, Vadim Krasnoselsky, di origini ucraine, ha definito «spiacevole» e «tragica» la guerra in Ucraina, ma non ha mai condannato la Russia per l’invasione.

In sintesi la regione cerca di tenere una posizione di equidistanza dalle fazioni in lotta e non sono pochi anche i risvolti economici delle aziende locali: ad esempio ci sono gli interessi commerciali di Sheriff, un gruppo di aziende che fanno capo ad un oligarca filorusso. Nel cartello di imprese gli interessi vanno dal commercio al carburante fino al calcio. Solo pochi mesi fa la squadra di calcio dello Sheriff Tiraspol ha giocato e battuto il Real Madrid nella fase a gironi della Champions League.

Dopo l’inizio delle operazioni belliche in tutte le città ucraine, la piccola striscia di territorio della Transnistria è attenzionata da tutti, perché è ritenuta strategica nello scacchiere geopolitico generale. Il destino della regione, inevitabilmente, subirà le conseguenze della guerra in corso, sperando che non finisca al centro di una ulteriore emergenza umanitaria