Attraversare la notte. Racconti di donne dall’Afghanistan dei talebani di Cristiana Cella: un libro che rende visibile l’invisibile

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Attraversare la notte. Racconti di donne dall’Afghanistan dei talebani di Cristiana Cella: un libro che rende visibile l’invisibile

Afghanistan, 15 Agosto 2021 i talebani ritornano al potere: per le donne e le ragazze afghane ricomincia l’incubo.

“Tutte le mie giornate, da che sono nata, sono passate dentro casa. Uno spazio di altri, senza luce, né sogni” scrive Cristiana Cella riportando la testimonianza di una ragazza afghana in Attraversare la notte. Racconti di donne dall’Afghanistan dei talebani (Edizioni Altreconomia, 2025). Una raccolta di 70 racconti ispirati a voci, testimonianze e confidenze registrate in quattro anni di dominio talebano.

Da quel giorno di Agosto il regime fondamentalista dei talebani, progressivamente e con sistematicità, ha privato le donne dei più basilari diritti umani, tra cui: mostrarsi (sono costrette ad indossare il burqa), istruirsi (dopo i 12 anni è vietata loro qualsiasi forma di istruzione), lavorare, frequentare i luoghi pubblici, spostarsi da sole senza un mahram (membro della famiglia di sesso maschile) oltre la distanza di 72 chilometri. Divieti che in questi ultimi anni sono esacerbati. I talebani infatti, che applicano l’interpretazione più rigida della sharia, hanno ad esempio vietato alle donne di cantare ed essere visibili dalle finestre o dai cortili di casa che si affacciano sui luoghi pubblici, tant’è che attorno alle abitazioni sono stati costruiti dei muri per impedire loro di essere viste.

In Afghanistan è in atto l’apartheid di genere, espressione con la quale si indica un regime strutturato di dominio e oppressione che confina sistematicamente le donne in una condizione di subordinazione, negando loro i diritti fondamentali. Nell’Emirato islamico le donne sono relegate entro le mura domestiche e private della possibilità di condurre un’esistenza dignitosa e umana, sia nella sfera privata sia in quella sociale.

Se attraverso questi inumani divieti e proibizioni le donne afghane sembrano mute presenze murate, in Attraversare la notte Cristiana Cella restituisce un’immagine di donne e ragazze afghane che non si sono mai arrese al proprio destino e, nonostante le minacce, le torture, le incarcerazioni e le vendette a cui sono quotidianamente sottoposte, con determinazione e coraggio cercano di cambiare la loro condizione e quella delle altre donne.

Attenzione però, l’autrice del libro non ci rimanda un’immagine filtrata ed edulcorata di ciò che sono costrette a subire le donne afghane, come non ammorbidisce i tratti tragici e violenti presenti costantemente in queste realtà. Attraversare la notte è un testo intenso, onesto e schietto, in cui le storie di queste donne ritornano al lettore in maniera autentica. A volte manca il respiro. Mantenere il distacco leggendo queste testimonianze è difficile. Questi racconti trapassano le pagine e giungono al lettore nella loro essenza. Chi legge risulta inerme e nudo di fronte a tanta autenticità.

In questo libro i racconti si alternano alle emblematiche fotografie di Carla Dazzi, che con il suo obiettivo ha immortalato attimi di esistenze e resistenze. Queste fotografie sembrano emergere da uno scrigno segreto, guardandole si ha come la sensazione di entrare in una realtà altrimenti negata e inaccessibile.

Ma non poteva essere altrimenti. Soltanto chi conosce i luoghi e la storia e ha visitato questi territori in profondità come Cristiana Cella, e Carla Dazzi, poteva restituire un ritratto genuino e senza filtri di quanto sta accadendo in Afghanistan.

Giornalista e scrittrice, Cristiana Cella si occupa dell’Afghanistan dal 1980, quando entrò clandestinamente a Kabul per raccontare la resistenza contro l’invasione sovietica, successivamente seguì la guerra dei combattenti laici e democratici contro i russi e i mujaheddin sui monti nella provincia di Paktia. Dal 2009 è membro di Cisda – Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane. Carla Dazzi è invece una fotografa e socia Cisda. Dal 2002 coniuga arte e attività umanitaria in favore dei diritti delle donne afghane e contro i fondamentalismi, le occupazioni e la corruzione.

In questo libro, Cella narra di donne obbligate a subire una costante repressione, cui esistenza è ridotta quasi alla funzione del respiro, un respiro che però non deve far rumore, un respiro impercettibile.

Eppure nonostante ciò le donne che si raccontano ad Attraversare la notte resistono; determinate al proprio riscatto e a quello delle loro figlie riescono, metaforicamente, a far sbocciare rose nel deserto. Ecco dunque che Cella ci accompagna all’interno di laboratori di cucito segreti, scuole clandestine, campi dove si coltiva lo zafferano, ambulatori mobili, saloni nascosti di parrucchiere: tutti luoghi dove queste donne vessate dalla famiglia e dal marito riprendono a respirare e si riscoprono.

Cella riesce a rendere visibile l’invisibile, riesce a tramutare in parole e frasi gesti e sguardi cui solo lei ha assistito, rendendoci partecipi di momenti di vita in cui l’essere umano, in questo caso donna, pur di anelare un po’ di libertà si è spinto oltre tutti i limiti concessi e immaginabili. Attraverso queste testimonianze l’autrice ci introduce in una terra per molti aspetti ancora troppo sconosciuta, facendoci comprendere però che anche la natura dell’essere umano non deve mai essere data per scontata, che oltre un velo o un muro si può celare molto altro. L’autrice dona voce a donne che hanno lottato, e lottano, per non essere vittime e che vogliono sottrarsi a un meccanismo di isolamento e prigionia: il loro grido di speranza e ribellione necessita di essere udito, e Cella l’ha raccolto e trasformato in sinfonia a noi udibile. Tra queste testimonianze troviamo quelle di donne che per mantenere se stesse e i figli ed uscire così da una povertà imperante “i talebani pensano che dobbiamo mangiarci i muri” (p.48) lavorano clandestinamente, donne che fuggono lontano e da sole per scappare da un matrimonio combinato o precoce. Ragazze che non vogliono più essere sacrificate o vendute, ragazze che semplicemente chiedono di essere trattate come esseri umani.

Le violenze che subiscono queste coraggiose donne non vengono mai censurate o smorzate nel libro. Le donne afghane ci insegnano che ogni singolo passo per raggiungere la libertà è un passo affrontato in mezzo a innumerevoli pericoli. Ogni passo può essere l’ultimo, e non sempre c’è il lieto fine. “Non c’è spazio né tempo per un’altra vita” (p.153). In molti, troppi casi, la volontà di essere libere è stata silenziata da colpi di fucile o da sassate.

Ai numerosi divieti imposti dai talebani si aggiungono infatti sanzioni durissime, come la lapidazione e la fustigazione inflitte alle donne accusate dei cosiddetti “crimini morali”. Senza considerare che prima ancora di arrivare a tali punizioni corporali, le donne ritenute “colpevoli” vengono uccise dai propri familiari, mettendo in atto così ciò che nella giustizia talebana viene definito come delitto d’onore.

In Attraversare la notte l’autrice scrive che i segni che queste donne portano sul loro corpo sono il racconto di ciò che hanno vissuto. Con questo libro Cristiana Cella rende manifeste sotto forma di scrittura queste cicatrici, emotive e corporali, mostrandole al lettore che, sebbene non le possa curare, le può accogliere, interiorizzare ed ascoltare.