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Peter Herrmann via unsplash
“I bambini della regione di Kherson andranno in vacanza e studieranno nel Litorale, nell’Estremo Oriente”. Praticamente al confino e al confine con la Cina. È il 21 aprile 2023 quando Vladimir Vasil’evič Sal’do, politico e militare russo, capo dell’amministrazione d’occupazione russa della regione di Kherson, fa questo sereno annuncio sul suo profilo Telegram, con tanto di orgogliosa foto del momento della firma.
Evidentemente “Qui il relax si unisce allo studio”. “Inoltre, abbiamo discusso della formazione del personale dei campi di addestramento “Океана”, Centro per bambini panrusso. Inutile dire che le gite all'”Океана” saranno gratuite per i nostri ragazzi e le nostre ragazze”.
Questa è la russificazione: una delle iniziative realizzate per trasformare i bambini ucraini in russi. Con i minori ucraini, nel bel mezzo di una guerra, è certamente più facile. Sono già 20 mila i minori deportati in Russia, come riporta in questo articolo “Avvenire”, il giornale che ha costantemente dato conto delle missioni diplomatiche, in particolare del cardinale Zuppi, e del lavoro delle organizzazioni umanitarie, come “Bring Kids Back”. Con la speranza: “Ivan aveva smesso di parlare. A 4 anni e con un fucile puntato sulla mamma, lo spavento lo ha reso muto. Figlio di un militare ucraino, stava per essere separato dalla madre. Come Andrii, 7 anni, e sua sorella Mia, 12: spediti in un orfanotrofio russo erano già destinati all’adozione. Da alcuni giorni sono liberi e con loro un numero insperato di altri: 1.269”.
Ma come avviene la russificazione?
L’aggressione russa dell’Ucraina comincia il 24 febbraio 2022. Il 30 maggio Putin firma un decreto (il n. 330) che rende facilissimo prendere la cittadinanza russa per i “bambini ucraini rimasti senza cure parentali e inabili”. È l’autorità russa che decide chi può essere adottato tra tutti i bambini ucraini, non solo quelli provenienti dai territori occupati, e dà anche 20.000 rubli ogni famiglia russa che adotta (per ogni bambino adottato).
Con questo decreto nel 2022 Putin dà la benedizione alla deportazione dei minori ucraini, avviando un programma studiato a tavolino.
Per quanto riguarda la russificazione dei minori, “la Russia sta utilizzando almeno 43 campi per bambini in tutta la Russia per ospitare i bambini deportati, almeno 32 dei quali sono esplicitamente strutture di “rieducazione”. In questi campi i bambini ucraini sono indottrinati, attraverso programmi di studio attentamente curati e approvati dal Cremlino e corsi di addestramento “militare-patriottici”. Il processo di adozione priva i bambini ucraini dei loro nomi e luoghi di nascita ucraini, sostituendoli con certificati di nascita e documenti russi volti a cancellare l’identità ucraina del bambino e qualsiasi traccia documentale che consentirebbe alle autorità ucraine o ai familiari di cercarlo. Per i ragazzi ucraini adolescenti, l’accettazione forzata della cittadinanza russa può comportare una convocazione militare quasi immediata a combattere nell’esercito russo contro i loro connazionali ucraini”. I dettagli sono descritti nella ricostruzione dell’ISW, basata sull’attività del Laboratorio di Ricerca Umanitaria di Yale, il più importante lavoro di raccolta dati e informazioni sui minori ucraini deportati.
La “filtrazione” che prepara alla deportazione
Di questi processi pianificati dà conto anche il Parlamento europeo. In particolare della “filtrazione” che, sotto il nome di controllo di sicurezza, altro non è che un esercizio illegale di raccolta di dati in massa, che fornisce alle autorità russe grandi volumi di dati personali sui civili ucraini, compresi i loro dati biometrici. “Nel corso di tale procedura spesso le autorità russe confiscano i passaporti ucraini e costringono i cittadini ucraini a firmare accordi per rimanere in Russia, impedendo loro di tornare a casa, con l’evidente intenzione di modificare la composizione demografica dell’Ucraina; che, oltre alle deportazioni e alle adozioni forzate, la Russia, seguendo il suo concetto geopolitico di “Russkij mir” (“Mondo russo”), sta perseguendo una russificazione accelerata nei territori occupati dell’Ucraina”. L’OHCHR ha documentato segnalazioni credibili di minori separati dalle proprie famiglie nel caso in cui l’adulto accompagnatore non avesse superato la procedura di “filtrazione”. Già il 3 settembre 2022 il difensore civico ucraino ha affermato che più di 200 000 minori erano già stati trasferiti con la forza nella Federazione russa affinché potessero essere adottati da famiglie russe, e ha potuto verificare le circostanze della deportazione forzata di 7 000 minori ucraini”.
Una fonte importantissima per la ricerca dei bambini scomparsi è quella ucraina di “Children of war” che tiene monitorata la situazione in tempo reale. Nel momento in cui scriviamo dà conto di 40.918 minori ritrovati, ma anche di tutti le bambine e i bambini morti, deportati e dispersi. Il sito è
https://childrenofwar.gov.ua/en/ e chiunque ha informazioni può comunicarle.
L’altro fondamentale lavoro di ricerca sui minori ucraini è quello che abbiamo già citato dell’Università di Yale, al momento è stato chiuso. Notizia delle scorse settimane è che sono stati tagliati i fondi a Yale che aveva avuto l’incarico di realizzare il progetto di raccolta dati sulle deportazioni dei minori, ciononostante la banca dati realizzata sembra ancora in disponibilità del Dipartimento.