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Gas serra, la metà è prodotta da Usa, Cina e Ue

Gli americani superano i cinesi per emissioni pro-capite

di Salvatore Luigi Baldari

Cina, Stati Uniti ed Unione Europea messe insieme rappresentano la metà delle emissioni di gas serra nel mondo. Un semplice dato che spiega la strategicità delle azioni di questi tre colossi nello sforzo globale intrapreso per fronteggiare i cambiamenti climatici. Tuttavia quel 50% deriva dalla somma di percentuali molto diverse. Soltanto la Cina, infatti, è responsabile del 28% delle emissioni globali, mentre gli Stati Uniti si fermano al 14%. L’Unione Europea vale appena l’8%, leggermente di più della non citata India.

Da una facile analisi, verrebbe da assegnare il ruolo di maggior inquinatore alla Cina, un’accusa tuttavia che Pechino ha sempre respinto, evidenziando come, se si dovessero considerare le emissioni prodotte pro-capite, il risultato la porrebbe ben al di sotto degli Stati Uniti.

I cittadini americani, infatti, sarebbero primi in questa graduatoria, con 15 tonnellate per cittadini, affiancati da Australia e Canada. Solo, si fa, per dire, sette tonnellate e mezzo per la Cina, addirittura al di sotto dei numeri della Germania (quasi nove). Ben al di sotto l’Italia, con poco più di cinque.

Nel 2060 la neutralità climatica per la Cina

Ciononostante, il Xi Jinping si è assunto in prima persona l’impegno di un proprio piano, che dovrebbe far raggiungere la neutralità climatica nel 2060.  Un traguardo ambizioso, necessario e contraddittorio, se consideriamo come la Cina sia un’eccellenza planetaria nella produzione delle energie rinnovabili, con pannelli solari e batterie elettriche presenti massicciamente sul mercato internazionale, ma continui ad alimentare i propri asset industriali quasi esclusivamente a carbone.

Da dimezzare le emissioni del 2005, l’impegno degli USA

Ancor più ingarbugliata, pare invece la missione, sull’altra sponda dell’Atlantico, dove il Presidente Biden ha annunciato un cambio di passo, ma gli obiettivi non sono stati ancora ufficializzati. Ci si dovrebbe orientare su un target di riduzione di emissioni del 50% rispetto ai valori del 2005. Ciononostante i primi segnali non appaiono incoraggianti. Nel pacchetto di rilancio economico per il post-pandemia di duemila miliardi di dollari, alla transizione ecologica che doveva rappresentare il grosso degli stanziamenti, sarà riservato forse un quarto di quella cifra.

Fit for 55, entro il 2030 i gas serra ridotti del 55%, dice la Ue

Pare tutta un’altra musica, al contrario il piano Fit for 55 comunicato dalla Commissione Europea, il quale segnala che nel Vecchio Continente la consapevolezza di questa responsabilità è ben chiara, da tempo. L’obbiettivo fissato è la riduzione dell’emissione di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, attraverso dodici azioni principali, che vanno dalla creazione di un fondo sociale per il clima, al raggiungimento di una regolazione unica, passando per la fissazione di standard di emissione di CO2 per auto e furgoni, oltre alla stesura di un Piano europeo per lo scambio di energia per industria e aviazione.

I cambiamenti nel settore carburanti e l’efficientamento del 3% degli edifici pubblici ogni anno

Importanti impegni anche nel settore dei carburanti, con regole per dotare di colonnine elettriche e rifornimenti di idrogeno l’intera comunità e un’iniziativa per il settore marittimo. Sul fronte del carbone si va nella direzione di una direttiva per la tassazione energetica, oltre a fissare un prezzo per le importazione. Non manca il capitolo dedicato alle rinnovabili, con due direttive di cui una andrà ad indicare la produzione del 40% del fabbisogno di energia attraverso fonti green e l’altra rivolta alla efficienza energetica. Il settore pubblico sarà tenuto a ristrutturare il 3% dei suoi edifici ogni anno.

Si tratta di importanti sforzi richiesti alle istituzioni, alle imprese e ai cittadini europei che rischiano però di essere penalizzanti sul piano economico e inutili su quello ambientale, se gli altri colossi non imporranno alle proprie comunità obiettivi altrettanto vincolanti.