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L’Italia come un enorme campo solare: 510 milioni per l’istruzione all’aperto, tra arte e legalità

Al via il Piano estivo tra campus e lezioni en plein air

di Simone Cataldo

L’idea di riportare gli studenti a scuola per recuperare ore perse di apprendimento e i rapporti interpersonali con i compagni non fa una piega. Ma quanto questo piano esiguo sotto il punto di vista economico potrà fruttare positivamente su un’istruzione venuta meno nei mesi nevralgici dello studio scolastico?

Succede che in Italia la pandemia mini ogni settore, eccezion fatta per il digitale che ha vissuto una svolta positiva in tal senso, tanto da invadere ogni ramo e ogni pilastro portante dell’economia. Inevitabilmente il digitale non poteva non influenzare anche l’istruzione. Entrano in gioco smartphone, tablet e computer mentre si fanno da parte i lati più belli della socializzazione, il rapporto studente-docente e tanto altro. Insomma un cambio radicale ma dovuto a cause di forza maggiore, alle quali però non si è riusciti a far fronte, con una forte crisi che ha colpito in particolar modo le zone del Mezzogiorno d’Italia. Sicuramente la suddivisione in zone di diversi colori e le scelte affidate nelle mani dei vari governatori delle regioni non hanno diminuito la disparità, bensì aumentato la stessa che ha creato non poco disagio. Ebbene sì perché, se in alcune regioni gli studenti vivranno il loro ultimo giorno di scuola e ad oggi assaporano un pizzico di normalità accomodati ai loro banchi, gran parte degli scolari degli istituti superiori pugliesi seguiranno le lezioni da casa fino all’11 giugno.

Tra mosse oggettivamente errate ed emergenza covid-19 che è rientrata in molte zone italiane, il Ministero dell’Istruzione ora  ha preso la situazione in mano, avanzando un piano estivo per le scuole italiane. Una scelta che servirà per far recuperare a studentesse e studenti la socialità e per rafforzare gli apprendimenti degli stessi, usufruendo di laboratori per il potenziamento delle competenze e di attività educative dedite a sport, musica e con tematiche di importanza non poco rilevante, come legalità e sostenibilità. Un piano venutosi a creare con lo scopo di utilizzare i mesi estivi per creare un ponte verso il prossimo anno scolastico, grazie all’approfondimento didattico e non.

Organizzazione del Piano

Il Piano si suddivide in tre fasi, con la prima che sarà applicata nel mese di giugno con il potenziamento di apprendimenti e laboratori; il tutto avverrà con lezioni all’aperto e fasi di studio a gruppi, con la possibilità di avviare collaborazione esterne. La più importante sarà certamente la seconda fase che si svolgerà tra luglio e agosto e che sarà improntata a recuperare i rapporti personali con i compagni. Infatti i programmi di apprendimento saranno prevalentemente incentrati su materie ad appannaggio sociale, con arte, musica e sport su di tutte che non solo potranno svolgersi in spazi all’aperto adiacenti all’istituto scolastico, ma che potranno anche spostarsi in altri luoghi di cultura come teatri, musei, biblioteche e centri sportivi. Essa si svilupperà sotto forma di campus. La terza ed ultima fase, invece, si terrà a cavallo tra il termine dellestate e l’inizio del nuovo anno scolastico, con il potenziamento degli apprendimenti che permetterà a studenti e studentesse di affrontare nel migliore dei modi la nuova classe.

Le risorse

Sotto il punto di vista economico il Piano estivo per le scuole avrà un costo di 510 milioni, un pacchetto risorse di grandi proporzioni che anch’esso si suddivide in tre parti: 150 milioni provenienti dal decreto sostegni, 320 milioni dal PON e dunque da risorse europee ed i restanti 40 dai finanziamenti per il contrasto alle povertà educative. I primi dei tre fondi da cui si attinge saranno suddivisi equamente per ogni scuola, circa 18mila euro destinati a ogni istituto. Per la seconda tranche invece ogni scuola potrà fare richiesta entro il 21 di maggio, e il 70% di essi saranno destinate alle scuole del Sud Italia, come d’altronde gran parte dei fondi nel totale. Una risposta importante, in parte, alle critiche venute fuori negli scorsi mesi, con il Meridione del nostro Paese colpito duramente dalla crisi anche sotto il punto di vista scolastico.

Problematiche persistenti

Il Piano, seppur interessante e ricco di note positive, dovrà far fronte a un periodo estivo, fase dell’anno in cui lo studente tende ad allontanarsi dall’ambiente, in particolare quest’anno che ha contato l’allontanamento dagli studi superiori di molti scolari che hanno subito molto dal forte impatto della pandemia. Ecco perché più ci si pensa e più si crede che si sarebbe potuto applicare un Piano di istruzione anche nei mesi precedenti evitando tutto ciò che ne è derivato. Le problematiche esistono ormai da anni e questo avvenimento ne ha fatto emergere i lati peggiori, per tale motivo i fondi destinati al Sud Italia sono solo un piccolo incentivo per un sistema di istruzione che nel Meridione soffre di inadempienze e incompetenza. Inoltre, dubbio amletico, perché in Italia non si è preservata l’istruzione come accaduto in altre nazioni facenti parte del sistema comunitario? Difficile rispondere a una domanda simile, ma certamente si sarebbe potuta offrire molto di più a una categoria che da anni soffre e continuerà a farlo anche nei prossimi decenni. Allora non possiamo far altro che attendere sviluppi in positivo e, se ciò non avverrà, allora saremmo pronti a rimarcare queste mancanze, andando alla ricerca di una normalità storicamente mai così anomala come negli ultimi mesi.