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13 Luglio 2025
“Il nostro oro deve tornare in Italia”
16 Luglio 2025L’Oro della Patria (negli Usa) e Giorgia Meloni
 
									Nei forzieri oltreoceano quasi la metà delle riserve auree italiane, torneranno a casa?
Tra un decennio ricorre il centenario della campagna “Oro alla Patria”, promossa dal regime fascista nell’inverno del 1935 per contrastare le sanzioni della Società delle Nazioni dopo la guerra in Etiopia. E negli ultimi mesi si è riaperto in Italia il dibattito sull’oro italico custodito nel forzieri americani di Fort Knox, in Kentucky. Tutto nascerebbe dall’instabilità internazionale e, in parte, dalla imprevedibilità del governo Usa, Donald Trump in testa. A tutto questo si aggiunge anche la corsa all’oro, sempre più diffusa nel mondo, visti i numerosi conflitti aperti nei cinque continenti.
Quanto oro possiede l’Italia
Complessivamente l’Italia ha 2.452 tonnellate di riserve auree: di queste 4,1 tonnellate sotto forma di moneta (871.713 pezzi) e le rimanenti sotto forma di lingotti.
Quanto oro italiano negli Usa
Di queste 2.452 tonnellate, 1.100 (cioè il 44,86%) sono custodite presso la sede della Banca d’Italia, cioè a Roma, in via Nazionale 91. Ma l’altra quota principale, di 1.061,5 tonnellate (il 43,29%), è conservata proprio negli Usa. Alcune più piccole percentuali, 6,09% e 5,76% sono invece ferme in Svizzera e Regno Unito.
Nel 2019 battaglia per il rimpatrio
Nel 2019 l’allora leader dell’opposizione Giorgia Meloni promosse una battaglia politica per il rimpatrio dell’oro sotto custodia Usa. Tutto svanì dopo il dibattito parlamentare. Ad oggi il governo italiano, guidato dalla stessa Meloni, non ha avviato, per quanto è dato sapere, iniziative ufficiali con l’alleato americano per affrontare un tema più che mai delicato.
Perché tanto oro italiano negli Usa
Ma come mai l’oro italiano è dislocato in diversi forzieri anche fuori dai nostri confini? Bankitalia ha spiegato, nel tempo, che la scelta ha radici storiche, legate ai luoghi in cui l’oro fu acquistato, ma è anche legata ad una strategia di diversificazione “finalizzata alla minimizzazione dei rischi”. Inoltre c’è da considerare che i Paesi scelti hanno importanti piazze finanziarie per il mercato dell’oro. L’Italia non è l’unico Paese a trovarsi in questa condizione. Anche la Germania conserva parti significative del suo oro nei caveau fuori dai suoi confini.
Dibattito aperto
Negli ultimi tempi, il generale clima di preoccupazione sul piano internazionale, tra instabilità geopolitiche e imprevedibilità strategiche dei governi, ha riacceso il dibattito tanto in Italia quanto in Germania. La posizione ufficiale della Bundesbank, ad esempio, è stata molto prudente: “Non abbiamo dubbi che la Fed di New York sia un partner affidabile e degno di fiducia per la custodia delle nostre riserve auree”. Il confronto resta più che mai aperto, considerando anche che non sarebbe facilissimo spostare grosse quantità di oro dagli Stati Uniti ai Paesi europei






