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New York, Italia regina al Fancy Food

Sui tappeti rossi del Javits Center di New York, come ogni anno si sono dati appuntamento i colossi del food mondiale, ma a rubare la scena, è stato ancora una volta il padiglione italiano, cuore pulsante di sapori e creatività all’interno del Summer Fancy Food Show, la più importante manifestazione del settore agroalimentare del Nord America.

Tra il profumo del basilico fresco, i riflessi dorati dell’olio extravergine e il richiamo inconfondibile del Parmigiano Reggiano appena tagliato, il “Made in Italy” ha catalizzato l’attenzione di buyer, chef e media, tutti desiderosi di scoprire e soprattutto assaggiare le ultime novità dalla penisola.

Ma non solo degustazioni. Quest’anno, lo stand italiano ha puntato anche sull’intrattenimento: giochi a premi, quiz interattivi, ruote della fortuna e mini-competizioni culinarie hanno coinvolto centinaia di visitatori, rendendo l’esperienza non solo sensoriale ma anche divertente. In palio, gadget esclusivi e prodotti tipici, dal pecorino ai taralli, passando per aceti balsamici in formato tascabile e confezioni limited edition di pasta artigianale.

Un modo fresco, dinamico e intelligente per promuovere la qualità e la varietà del patrimonio gastronomico italiano, capace di affascinare anche in un contesto molto competitivo come quello americano. Dai grandi marchi del vino e dell’olio extravergine ai piccoli produttori biologici con packaging sostenibile, tutti hanno saputo raccontare un paese che cambia, che evolve, ma che non rinuncia all’autenticità.

La partecipazione italiana è stata coordinata da ICE–Agenzia e ha visto la presenza di oltre 300 aziende, tra brand affermati e giovani realtà emergenti. L’obiettivo è quello di esportare sempre più eccellenze nel mondo, facendo leva su una tradizione che sa rinnovarsi.

Tre giorni intensi, oltre 2400 espositori da più di 100 Paesi, con un flusso costante di visitatori verso lo stand tricolore. Varcarne la soglia significava immergersi in un mondo fatto di aromi familiari e allo stesso tempo sorprendenti: dal tartufo umbro reinterpretato in chiave street food, al gelato artigianale prodotto live con azoto liquido; dai panettoni salati alle confetture di agrumi calabresi fermentati naturalmente.

Molto apprezzate anche le startup dell’agritech e del food design, che hanno mostrato come l’eccellenza italiana possa abbracciare anche le nuove tecnologie senza rinunciare alla tradizione. Fra queste, una giovane azienda campana che produce pasta ad alta digeribilità con grani antichi e algoritmi predittivi per ottimizzare la conservazione.

In base ai primi dati raccolti dalla piattaforma tecnologicaVendelux gli organizzatori, il padiglione italiano pare abbia registrato oltre 30.000 visitatori nei tre giorni di fiera, con picchi nelle ore pomeridiane e file costanti all’ingresso. L’affluenza ha superato quella degli stand di Francia, Spagna e persino del padiglione USA dedicato ai prodotti plant-based.

Il bilancio sembra chiudersi quindi in maniera positiva sia in termini di visibilità che di opportunità commerciali. Molti espositori hanno già siglato accordi con catene americane e distributori internazionali. Un segnale forte per l’export agroalimentare italiano, che trova negli Stati Uniti uno dei suoi mercati più fertili.

In un contesto sempre più competitivo e attento alle nuove esigenze dei consumatori, l’Italia si conferma punto di riferimento per qualità, passione e creatività. Perché il cibo italiano, oggi più che mai, non si limita a nutrire. Racconta, coinvolge, emoziona.