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Poliamore, la storia di Antonio e Nicola

L’intervista è stata rilasciata da Antonio e Nicola, due professionisti del Centro Italia, legati sentimentalmente da anni, che del poliamore hanno fatto il nucleo centrale della loro esistenza, portando avanti campagne di sensibilizzazione per il suo pieno riconoscimento.

Possiamo definire il poliamore una forma di relazione, ci volete spiegare meglio?

Le definizioni sono tante, per noi significa non avere esclusività né sessuale, né emotiva nella relazione. Consideriamo quindi possibile avere sia rapporti sessuali,che affettivi anche al di fuori della coppia, naturalmente sempre rispettando ogni persona coinvolta in questo, la trasparenza e il dialogo sono fondamentali.

Nel poliamore esistono molti tipi di rapporto: voi in quale vi collochereste?  Es. Triade? E cosa significa farne parte?

Abbiamo avuto diverse fasi, siamo stati una coppia aperta, poi per alcuni anni una specie di triade   con due donne diverse (prima una e poi l’altra). Siamo entrambi bisessuali. Dopo che queste esperienze si sono concluse in maniera negativa, abbiamo intrapreso un percorso di terapia di coppia, dove abbiamo realizzato di non avere le idee molto chiare sul tipo di relazione che volevamo instaurare con terze persone. Attualmente, rimane prioritaria la nostra coppia. Terzi individui potranno essere collocati su piani diversi (diciamo “inferiori” per quantità e tempo trascorsoinsieme). In questo momento abbiamo sospeso le relazioni condivise, se vogliamo possiamo gestirle individualmente, in parallelo.

Su quale luogo comune avete dovuto scontrarvi con maggiore frequenza?

Spesso ci siamo sentiti ripetere, anche da persone che ci conoscevano da anni, di non essere una coppia, di non essere vicendevolmente innamorati. Nell’opinione comune ancora persiste lo stereotipo dell’amore monogamo. Inoltrecome tutti, abbiamo le nostre difficoltà a gestione la gelosia e la possessività. Le coppie poliamorose non sono un paradiso, un’isola neutra, dove queste emozioniscompaiono magicamente. Dobbiamo lavorarci assieme,cercando di trovare soluzioni condivise

Vi siete sempre sentiti liberi di esternare la vostra scelta?

Ne facciamo un principio, vogliamo far capire che esistono anche altri modelli di relazione. Spesso le persone neppure ne conoscono l’esistenza. 


Come si diviene poliamorosi?

Non lo si diviene, lo si è. Noi lo abbiamo sempre saputo, fin da adolescenti. L’affetto, l’amore, l’attrazione, non erano per noi destinati a una sola persona e non ci sembravano “risorse limitate”, anzi, ogni relazione accresceva le altre. Il classico rapporto ci è sempre stato stretto, lo sentiamo come una barriera alla libertà individuale, un sacrificio che porta sofferenza e che spesso sconfina nell’ipocrisia.

É necessaria una decostruzione su quella che comunemente viene concepita come una relazione, prima di poter intraprendere questo percorso sentimentale?

Necessariamente, siano stati educati da oltre migliaia di anni alla narrazione monotematica sull’amore. Ci vuole tempo, per trovare legittimità in questa prospettiva.

Nel relazionarsi con diverse persone ci si conosce meglio? Si può parlare quindi anche di un percorso di crescita?

Quando si esce dai binari del consueto, inevitabilmente ci si deve porre molte domande, su di noi e su ciò che vogliamo, su ciò che siamo in grado di affrontare oppure no. Quindi chi intraprende questo tipo di percorso seriamente, dovrà scavare necessariamente più a fondo nella sua anima.

Quali sono, se ve ne sono, le maggiori difficoltà che si possono riscontrare in un rapporto poliamoroso?

Sicuramente come anticipato la gestione della gelosia e del possesso. Sono sentimenti che spesso si legano alle paure individuali a incertezze profonde, e quindi lavorarci non è facile. Un altro aspetto riguarda chi interagisce con noi, spesso ci percepisce meno come coppia, dimenticando chela regola alla base di questa relazione è il consenso e il rispetto di tutti.

Ci possono essere dei limiti in una relazione di questo genere? Nei confronti dei partners soprattutto?

Noi abbiamo riscontrato problemi pratici, il tempo e le energie sono limitate, e quindi a volte chi subentra puòsentirsi meno considerato, può inoltre diventare complicato gestire gli impegni incrociati. 

La gelosia in questo tipo di relazione è davvero stata neutralizzata?

Si devono cercare bene le motivazioni che stanno alla sua base, esperienze precedenti, magari legate all’abbandono, all’esclusione, hanno un ruolo primario, come pure il livello di autostima e la percezione del sé. Fondamentali inoltre, consapevolezza, comunicazione, ascolto, verso ognipersona coinvolta. 

Il futuro sarà sempre più orientato verso questo assetto relazionale?

Oggi, soprattutto i giovani, hanno un’idea superficiale e fluida di relazione, l’interazione è quella momentanea,senza impegno. Magari sarà questo il modello del futuro,ma non si tratta di relazione poliamorosa, dove si mantiene al suo centro la volontà consensuale e che percepisce l’altro a tutti i livelli.