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Trump copia Putin e le celebrazioni solenni

Il 9 maggio ci sarà la tregua russa per festeggiare quella che chiamano la fine della “grande guerra patriottica” e Trump non vuole essere da meno: il giorno del suo compleanno – il 14 giugno – si celebrerà il 250° anniversario della fondazione dell’Esercito. 

Mancano ormai pochi giorni alla maestosa parata con cui a Mosca si celebra la fine di quella che i russi chiamano “la grande guerra patriottica”, quella contro il nazismo che costò all’Unione Sovietica oltre 20 milioni di morti, molti dei quali fra l’altro, erano ucraini. Il 9 Maggio è un giorno di orgoglio e commemorazione dei caduti. Lo stesso Putin ha sfilato più volte con il reggimento degli Immortali, esibendo il ritratto del padre. Sono passati ottant’anni, quest’anno le celebrazioni sono ancora più evocative e, fra i venti Capi di Stato esteri invitati, dovrebbe partecipare persino Xi Jinping, il capo del Partito Comunista che governa la Cina. 

Per questo motivo, Putin ha invocato una tregua delle ostilità contro Kiev, che copra proprio il 9 Maggio, temendo spiacevoli incidenti. Zelensky, dal canto suo, ha fatto subito sapere di non poter garantire per la sicurezza degli ospiti d’onore del Cremlino per il 9 Maggio, segnalando il pericolo di episodi “false flag” russi, tipo incendi o esplosioni, per poter incolpare gli ucraini.

A Washington, intanto, Donald Trump che dopo i funerali di Papa Francesco ha iniziato a dubitare della sincerità di Putin, si è accorto che gli Stati Uniti non hanno una data che ricordi a dovere la fine della Seconda Guerra Mondiale.

C’è il 6 Giugno, il D-Day, è vero. 

Lo scorso anno le celebrazioni sulla spiaggia della Normandia furono commoventi, con anziani veterani sui luoghi in cui furono sterminati migliaia di ragazzi. Uno di loro, ormai in sedia a rotelle, si aggrappò a Zelensky riconoscendo in lui gli stessi valori di resistenza e liberazione. Trump, tuttavia il 14 Luglio del 2017, aveva confidato a Macron di aver molto apprezzato la parata sugli Champs-Elysèes cui partecipò come ospite.  E vuole qualcosa di consono al suo rango, in grado di mandare un messaggio al mondo intero. 

Come ci ha abituato in questi mesi, si è allora affidato al social network Truth, per chiedersi perché gli Stati Uniti non celebrino l’8 Maggio, giorno della fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa.

Guerra che è costata la vita a centinaia di migliaia di americani. 

E così, il tycoon ha deciso di agire e di raddoppiare.

L’11 Novembre, data dell’Armistizio di Compiègne che mise fine al massacro della Prima Guerra Mondiale, non sarà più la festa dei veterani ma anche il giorno della vittoria del primo conflitto del secolo. L’8 Maggio invece Trump ha deciso che si celebrerà la fine della Seconda Guerra Mondiale.

«Abbiamo vinto entrambe le guerre. Nessuno ci è stato vicino come forza, coraggio, potenza militare ma non celebriamo nulla. Quindi ho deciso: celebreremo le nostre vittorie!» ha sentenziato.

Nel frattempo, però, negli Stati Uniti sono in corso i preparativi per un’altra parata militare, proprio in stile “russo”. L’ultima grande parata militare americana a Washington si è tenuta nel 1991 per celebrare la fine della guerra del Golfo. Settemila soldati, duemila civili, 50 elicotteri, sette bande musicali, 152 veicoli, fra cui i carri armato M1 Abrams e gli Sherman M4 utilizzati durante la Seconda guerra mondiale. Sfileranno dal Pentagono sino alla Casa Bianca, il 14 Giugno, ufficialmente per celebrare il 250° anniversario della fondazione dell’Esercito.  Ufficialmente, perché c’è una curiosa e sospetta coincidenza: il 14 Giugno è anche il giorno del 79° compleanno del presidente Donald Trump.