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Un bavarese e due asine per la periferia di Bologna: il pellegrinaggio effetto pandemia

Bologna – In via Calabria vecchia, verrebbe da canticchiare la canzone di Dalla: “non si perde neanche un bambino. Mi guarda con la faccia un po’ stravolta. E mi dice “Sono di Berlino”. In realtà è di Monaco, è un pensionato bavarese con due asini al fianco. Il trio è partito da Monaco di Baviera ed è diretto a Roma, passando da La Verna, sull’Appennino toscano. 

È uno dei tanti effetti inattesi della pandemia. 

Siamo alle porte della città di Bologna, a Quarto inferiore, in una stradina dove transitano solo le tre famiglie residenti e chi ama passeggiare nel silenzio della natura. È un mercoledì mattina qualunque e incrociamo Toni, anzi lo raggiungiamo perché ci avvisano che ci sono due asini con un signore tedesco. Ci racconta la sua storia. 

Il cammino di Sant’Antonio

L’estate scorsa era partito da Monaco per raggiungere Roma, passando per Ferrara, per il suo pellegrinaggio con Bella e Donna, le due bellissime asine che lo accompagnano. Poi, le restrizioni per la pandemia lo hanno costretto a rientrare, con un mezzo sul quale ha caricato le fedeli compagne di viaggio. Non a caso, il 2020, è stato l’anno peggiore per i pellegrinaggi a piedi, per il turismo religioso: si è registrato un calo del 75-85%, compresi Lourdes e Santiago di Compostela. Anche a Fatima c’è stato un crollo di tutto l’indotto economico, nonostante, dal punta di vista religioso, ci si sia inventati lo streaming h24 che tiene incollati ai video 200 mila fedeli, seduti sulle proprie poltrone.

Ed ecco che quest’anno Toni ci riprova. Tutti e tre non più di 15 chilometri al giorno. Cappello di paglia a tesa larga e sorriso aperto, ci racconta il suo sogno. “Vent’anni fa, pensavo che quando, sarei andato in pensione, avrei comprato due asini per andare in giro con loro”.  E così è stato. Ha moglie e figli e d’estate fa i suoi cammini, in passato in Russia e Austria. Le due giumente mangiano l’erba mentre lui ci fa vedere il tragitto su una cartina consumata dall’uso. Fa il cammino di San’Antonio, in forma di variante quarta. Il cammino nasce dal tragitto compiuto nel giugno del 1231 da Sant’Antonio, che si sentiva prossimo alla morte, su un carro trainato da buoi per essere portato al suo convento in Padova. Va da Padova a La Verna. Il cammino è stato ripercorso in forma di pellegrinaggio dai fedeli seguendo la strada carrabile. Poi, però, il crescente traffico delle auto ha portato alla variante del 1995, un percorso pedonale che collegasse i Santuari Antoniani di Camposampiero alla Basilica del Santo a Padova, poi esteso nel 2015 sino al Santuario della Verna, sull’Appennino toscano. Ed ecco l’ultima versione di Toni che, con le asine, non passa per le città o i centri abitati. Dopo Malalbergo e Castel Maggiore, transita in via Calabria vecchia, diretto poi a Castenaso e San Lazzaro. “A Bologna non posso passare”, lascia intendere, guardando loro, Bella e Donna. Dove dormite? “In tenda, in campagna, dove capita”. D’altronde le due bellezze dormono in piedi. Mentre lui racconta, loro brucano, con la soma organizzata con piccole tende e pochi oggetti. Sono due bellissimi animali che ci fanno riflettere anche sulle loro caratteristiche. Apprendiamo che in Italia ve ne sono circa 60 mila esemplari, sono in aumento da alcuni anni, grazie allo sviluppo della onoterapia (la cura dei problemi psicologici attraverso il contatto con l’animale), l’onoturismo che è il passeggiare a dorso d’asino e anche grazie alle ottime proprietà del latte d’asina che ha caratteristiche simili al latte materno ed è molto adatto ai bambini che hanno allergie gastrointestinali. Scopriamo anche che Paesi come la Svizzera, dal 2008 in poi, hanno sviluppato norme apposite per tutelarli maggiormente, assimilandoli ai cavalli. Per esempio, chi possiede un asino deve fare un corso di formazione per apprendere come accudirlo al meglio. È stata creata anche un’apposita anagrafe.

Con Toni ci salutiamo, dopo la tappa in via Calabria vecchia, vorrebbe raggiungere persino Roma per poi rientrare a Monaco, sempre a piedi.