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Da Cenerentola d’Italia a Capitale del libro, Vibo Valentia per la prima volta regina di una classifica che parla di riscatto sociale

di Simone Cataldo

Vibo Valentia sorride, la nomina di Capitale del Libro è una rinascita sociale per un Comune troppo spesso soggetto ai fattori della mafia e alle disparità territoriali. L’Italia cresce a livello culturale grazie alla pandemia, le speranze virano al futuro.

È bastato un annuncio per far sì che Maria Limardo, sindaca di Vibo Valentia si mettesse a piangere. Uno sfogo dovuto che assume le sembianze di un urlo liberatorio, ebbene sì perché la cittadina che rappresenta la provincia calabrese nella giornata di ieri è stata annunciata “Capitale del Libro”. Un momento speciale che la prima cittadina del centro descrive come «un primo momento di riscatto sociale», la stessa Limardo qualche momento prima aveva specificato come Vibo Valentia «è stata sempre considerata ultima in tutte le graduatorie e finalmente siamo orgogliosamente primi». Il progetto vedeva protagoniste in finale cinque cittadine del nostro Paese ovvero Caltanissetta, Ariano Irpino, Campobasso, Cesena e Pontremoli, oltre appunto Vibo Valentia. Una vittoria frutto di un progetto avanzato dal Comune calabrese che ha come “cuore” il fare entrare i libri nelle case delle persone. Il progetto mette in moto procedure virtuose,  dall’identificazione della comunità locale nella competizione alla progettazione di un disegno complessivo legato al tema e, infine, l’incrocio tra pubblico e privato. 

Il premio per la città vincitrice di “Centro per il libro e la lettura” è una somma di denaro pari a 500 mila euro destinati alla realizzazione del progetto di promozione della lettura. Un fondo che arriva tramite il Cepell, ente che attraverso il suo massimo esponente Angelo Piero Cappello definisce il piano di Vibo Valentia «una prospettiva di rete territoriale e che potrebbe far moltiplicare in un contesto regionale che ha indici di lettura molto bassi». Ed è a questo punto che si avviano i primi progetti tra cui quello estivo, che vedrebbe nascere a Vibo Marina una filiale per portare nel periodo sopracitato i libri fra i turisti negli stabilimenti balneari. Ovviamente sarà un progetto in divenire, ma che certamente potrebbe rappresentare una piccola svolta in un paese che seppur questa bella “vittoria” ha fatto parlare di sè negli ultimissimi giorni per il maxi processo Rinascita Scott, in cui il collaboratore di giustizia Andrea Mantella ha dichiarato pubblicamente che «a Vibo Valentia ci sono più estorsioni che abitanti».

Italia tra libri e pandemia

Nel frattempo il nostro Paese si appresta a ripartire anche a livello lavorativo, ebbene sì perché seppur i dati presentino una crescita della vendita di libri sia in negozi fisici che non, le librerie di tutta Italia dovranno ripartire. Difatti chi in zona gialla aprirà dovrà prediligere le prenotazioni via telefono e dar vita al processo di ingressi contingentati all’interno del punto vendita, oltre che prevedere una “quarantena” pari a 72 ore per i libri prestati e riconsegnati. I dati, ad ogni modo, raccontano di un aumento della vendita di libri in Italia, con i numeri dei primi tre mesi del 2021 che non possono far altro che piacere a livello culturale. In tal senso, tra gennaio e marzo 2021 la pandemia ha avuto un effetto collaterale positivo sulla lettura, con gli italiani che sono tornati a leggere. Secondo l’Associazione Italiana Editori il trend dell’editoria e libraria italiana ha vissuto un seguito, dopo quanto di positivo accaduto da metà del 2020, con il periodo citato pocanzi che ha visto l’aumento di vendite pari al 26,6% confronto allo scorso anno. Con la speranza che questa pandemia possa finalmente dare una svolta culturale al nostro Paese, noi tutti siamo in attesa di uscire quanto prima da questo periodo buio che, come presenta quanto detto, ha avuto anche piccoli risvolti positivi sulle abitudini della popolazione.