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Fine della Prima Guerra mondiale, l’11 novembre alle ore 5, su una carrozza ristorante vicino a Parigi

Dopo più di cent’anni, ecco la storia del vagone degli armistizi

È il vagone che collega la Prima e la Seconda guerra mondiale, spiega più di tante parole la connessione tra i due grandi conflitti. 

Una carrozza ristorante, la numero 2419D. Non ci sono filmati ma solo foto. L’11 novembre 1918, alle ore 5, ospitò la fine della Prima guerra mondiale. Lì, fu sottoscritto l’armistizio di Compiègne, nella radura tra i boschi che si trovano a circa 90 chilometri da Parigi. Sei firme: da una parte, il maresciallo Foch (comandante delle forze alleate) e l’ammiraglio Wemyss (primo lord del mare del Regno Unito); dall’altra, quattro rappresentanti dell’Impero tedesco che accettarono le dure condizioni di resa poste dagli Alleati. Tre gradini per salire sul vagone, due semplici lampade poste su un tavolo rettangolare.

Il primo armistizio di Compiègne 

Alle 5,20 l’incontro si chiuse, l’armistizio precedette di sei ore il vero e proprio cessate il fuoco, fissato per le 11 per fare in modo che la notizia potesse raggiungere tutto il fronte. Sei ore in cui altri 11 mila soldati morirono o furono feriti o dispersi, in particolare altri 2.738 morti si aggiunsero ai 18 milioni di vittime.

Alle 10,45 morì l’ultimo francese, il portaordini Augustin Trébuchon mentre cercava di comunicare ai propri commilitoni che la minestra sarebbe stata servita dopo il cessate il fuoco. Prima della guerra faceva il pastore. Pochi minuti dopo morì un soldato canadese, George Lawrence Price,  ucciso da un cecchino che stava mirando alcuni tedeschi in ritirata. L’ultima vittima si ebbe alle 10,59, un minuto prima della fine. L’americano Henry Gunther.

Dopo la firma dell’armistizio, il vagone fu portato a Parigi, presso l’Hotel des Invalides, a testimoniare la vittoria. All’epoca si pensò che potesse essere il simbolo – per sempre – della fine della guerra e della sconfitta dei tedeschi.

Il secondo armistizio di Compiègne

Eppure il vagone non trovò pace. Il 22 giugno 1940, Adolf Hitler lo fece prendere e portare nella stessa radura di Compiègne, ma questa volta come trofeo tedesco. Fu firmata la resa dei francesi. Quel giorno Hitler si mise in posa, proprio come 22 anni prima aveva fatto il generale Foch, non prima però di avere sostituito ai simboli del 1918 una grande svastica. Lasciò il vagone prima della firma, come aveva fatto il generale Foch, delegando a un sottoposto. La vendetta era stata consumata. Il vagone degli armistizi o, meglio, delle rese fu poi portato in tour a fini di propaganda per essere poi distrutto nel mese di aprile del 1945 – si dice per il timore da parte dei tedeschi che potesse essere usato un’altra volta per la resa, questa volta la loro.

Ne è stata realizzata una copia.