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Green pass fa calare gli ingressi: i parchi divertimento lanciano lo “sconto tamponi”

di Roberta Caiano

Dal 6 agosto 2021 il green pass, ovvero la certificazione verde digitale che attesta la situazione sanitaria in riferimento al nuovo Coronavirus, è divenuto obbligatorio per entrare nei luoghi chiusi quali ristoranti, bar, musei, palestre, piscine e affini compresi i parchi divertimenti. Come da regolamento, il green pass viene rilasciato a chi è stato vaccinato con almeno la prima dose, a chi è guarito dal Covid-19 negli ultimi sei mesi e a chi ha effettuato un test molecolare o antigienico rapido con esito negativo da meno di 48 ore prima dell’ingresso nei luoghi in cui è richiesta la presentazione. Quest’ultimo punto, molto dibattuto nel corso di questi giorni soprattutto per i costi, ha spinto molte persone a rinunciare ad alcune attività tra cui appunto i parchi divertimento. A testimoniarlo è l’allarme lanciato dall’Associazione Parchi Permanenti Italiani, i cui dati vedono nel primo weekend dell’entrata in vigore del Green Pass una perdita media del 50 % degli ingressi rispetto al fine settimana precedente. Secondo l’Associazione, afferente a Confindustria, una delle motivazioni più plausibili di questo calo è proprio la platea a cui si rivolgono i parchi di divertimento italiani, ovvero gli adolescenti i quali rappresentano la fascia della popolazione tra le meno vaccinate in assoluto. Infatti, secondo le ultime direttive, il certificato verde resta un documento facoltativo e non obbligatorio per accedere a luoghi o attività in cui è richiesto fino al compimento dei 12 anni, ma dai 6 anni in su è comunque necessario avere il referto di un tampone o test rapido negativo, o la certificazione di avvenuta guarigione. La fascia d’età di minori compresa dai 12 ai 17 anni, dunque, oltre al tampone negativo o alla guarigione dal virus può ottenere anche il green pass, alla luce del via libero concesso dall’Ema (Agenzia europea per i medicinali) per la somministrazione del Pfizer per i bambini di età compresa tra i 12 e i 15 anni, oltre a quello già concordato per gli over 16. 

Proprio per questo, poche ore prima che il Consiglio dei ministri deliberasse le ultime specifiche dell’entrata in vigore del provvedimento, i rappresentanti dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani hanno incontrato il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia e l’Assessore alle Infrastrutture Trasporti e Mobilità Sostenibile della Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, per sensibilizzarli sulle esigenze dell’intero settore. Dato il rigetto dell’ipotesi di alzare a 18 anni l’esenzione dal green pass, le speranze sono ora puntate sui ristori. Il presidente dell’Associazione e del parco divertimento Leolandia, Giuseppe Ira, ha così commentato i numeri di questo weekend: “Non siamo pregiudizialmente contrari al green pass, personalmente punto a rendere Leolandia ‘Covid-Free’ in autunno. I tempi però non sono ancora maturi: non ci sono abbastanza vaccinati tra i giovani e, soprattutto, sufficienti dosi di vaccino per rispondere alla domanda. Chiediamo al Governo, che ha voluto a tutti i costi inseguire il modello francese, di farlo fino in fondo: in Francia l’età minima per presentare il green pass è stata alzata a 18 anni e, soprattutto, in autunno sono già previsti ristori pari all’80% delle perdite subite per le aziende più danneggiate dal provvedimento. Qui in Italia, invece, l’unica certezza sono le perdite: molti parchi sono sull’orlo del fallimento nella pressoché totale indifferenza delle istituzioni. Se il trend sarà confermato, le imprese saranno costrette a sospendere la stagione, licenziando migliaia di lavoratori –  prosegue Ira -. Il Ministro ci ha garantito che a settembre sono previsti dei finanziamenti per la categoria, riferiti alla intempestiva applicazione del green pass. Quanto agli effetti del provvedimento, Garavaglia è riuscito a salvaguardare hotel, terme e altre imprese turistiche: noi siamo stati tagliati fuori perché, nonostante il nostro apporto al sistema turistico del territorio, siamo ancora di pertinenza del Ministero della Cultura”. Fino al 2019, infatti, i parchi permanenti italiani, circa 230 tra tematici, faunistici, avventura e acquatici, generavano 1,1 milioni di pernottamenti ed erano visitati ogni anno da 20 milioni di italiani e 1,5 milioni di stranieri. Sempre nell’anno prima dello scoppio della pandemia, il comparto ha generato un giro d’affari di 450 milioni di euro riferiti alla sola biglietteria, cifra che sale a 1 miliardo con l’indotto interno, come la ristorazione e il merchandising, e a 2 miliardi considerando l’indotto esterno, in riferimento a centri commerciali, hotel e altri servizi in prossimità dei parchi. Discorso parallelo anche per l’occupazione, che nel periodo pre-Covid vedeva impiegate 25.000 persone tra fissi e stagionali, 60.000 con l’indotto. Nel totale, nel 2020 le aziende del comparto in media hanno registrato perdite del 75%, collocandosi a pieno titolo tra le più colpite dalla crisi. Il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura e alcune importanti realtà imprenditoriali italiane sono passate di mano a fondi di investimento stranieri. Il provvedimento del green pass ha così inasprito le difficoltà di una categoria già in ginocchio, ma i singoli parchi divertimento hanno deciso di rilanciare la loro attività attraverso promozioni per cercare di salvare almeno gli introiti della stagione estiva.

Un esempio tra tutti è il famoso parco di Gardaland, situato a Castelnuovo del Garda in Veneto, che dal 6 al 31 agosto ha lanciato una politica di “sconto del tampone”: in queste date, basta presentare alle biglietterie il certificato del tampone molecolare o antigienico con esito negativo effettuato nelle 48 ore precedenti la visita e verrà consegnato in cambio un voucher del valore di 20 euro da poter spendere in tutti i negozi del Parco oppure per l’acquisto delle tessere Gardaland Express in vendita presso i chioschi Gardaland Express. Sulla stessa scia troviamo anche il famoso parco divertimento di Leolandia, presso cui poter spendere un voucher del valore sempre di 20 euro per compensare al costo del tampone da presentare all’ingresso, sempre con esito negativo. Nello specifico, il parco bergamasco è stato particolarmente duro nei confronti del governo aggiungendo una nota alle direttive per l’accesso alla struttura consultabili sul sito ufficiale: “Leolandia esprime profonda sorpresa e rammarico in merito al decreto legge n° 105 del 23/07/2021 che impone lobbligo di green pass a partire dal 6 agosto per accedere ai parchi divertimento, discriminandoli rispetto a tanti altri luoghi al chiuso. Dopo 8 mesi di chiusura forzata, questa decisione aggiunge ulteriori ripercussioni a Leolandia a cui, come per gli altri parchi, per lennesima volta è riservato un trattamento iniquo, se comparato con altre attività. Le attività dei parchi divertimento sono soggette a rigorosi protocolli di sicurezza e si svolgono allaperto, al pari di spiagge, giardini pubblici e ristoranti allaperto, tutte accessibili senza green pass”. Fuori dalla cerchia dei parchi divertimenti lombardi, troviamo il famoso parco di Mirabilandia, in provincia di Ravenna, che invece offre direttamente la possibilità di effettuare un tampone antigienico rapido gratuitamente e senza necessità di prenotazione, direttamente all’ingresso. Il team medico del Parco, infatti, eseguirà il test garantendo così l’accesso senza costi.