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Iodio contro emergenza radiazioni. È già assalto alle farmacie

di Salvatore Baldari

Mettiamo subito le cose in chiaro. No al fai da te.

Numerose farmacia italiane negli ultimi giorni sono state prese d’assalto per richieste di pillole di iodio, indicate per la protezione dalle radiazioni.

Il Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti, Andrea Mandelli, ha recentemente precisato: ‹‹In questo momento  non c’è alcuna emergenza riguardante le radiazioni e l’assunzione delle compresse di iodio, come forma di prevenzione rispetto a un’eventuale futura esposizione alle radiazioni, non ha fondamento scientifico. Di più, l’assunzione di iodio in maniera scriteriata può comportare danni gravi alla salute, in particolare alla tiroide››.

Ma fatto sta, il timore che il conflitto in Ucraina possa generare un disastro nucleare, come quello di Chernobyl, ha messo in allerta cittadini ed istituzioni.

In caso di emergenza nucleare ci sono scorte di farmaci a base di ioduro di potassio a disposizione del Ministero della Salute, sulle quali sono già in corso ricognizioni per l’eventuale utilizzo.

Va precisato, infatti, che in Italia le pillole di iodio non sono acquistabili in farmacia, ma verrebbero eventualmente distribuite dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile.

Nel nostro Paese non vi è alcuna indicazione terapeutica circa la somministrazione dello ioduro di potassio, tanto che le pasticche di iodio sono preparazioni galeniche, preparate dai farmacisti su richiesta. Nel resto d’Europa, laddove sorgono delle centrali nucleari come Francia, Belgio e Olanda, i cittadini hanno un sistema di alert connesso ai propri smartphone e, nei casi di necessità, vengono invitati a ritirare gratuitamente in farmacia compresse di iodio e ad assumerle.

Nell’attuale situazione non c’è alcun indicatore di rischio, tuttavia, qualora dovesse verificarsi una emergenza ci sono milioni di dosi utilizzabili.

Il 10 Marzo, la Conferenza della Regioni ha chiesto al Governo di facilitare la distribuzione dello iodio stabile nei vari territori, con una più capillare distribuzione anche nelle parafarmacie, venduti come integratori alla pari di altri Paesi europei. Lo scopo è di facilitare la diffusione dello iodio stabile sotto forma di pastiglia, un farmaco che attualmente può essere assunto dietro prescrizione del medico per i soggetti che ne hanno carenze nell’organismo.

Nella stessa seduta, la Conferenza delle Regioni ha approvato l’aggiornamento del

Piano Nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, che prevede tre livelli di emergenza, calibrati sulla gravità dell’incidente che bisognerà fronteggiare.

Nelle prossime ore sono in attesa ulteriori confronti e, poi, il Governo lo approverà per decreto.

Gli obiettivi dichiarati del Piano sono: definire le misure per la tutela della salute pubblica, con particolare riguardo alle misure protettive, nonché i controlli delle filiere produttive e le restrizioni alla commercializzazione di prodotti agroalimentari; assicurare l’informazione alla popolazione sull’evoluzione dell’evento e sui comportamenti da adottare; garantire l’assistenza ai cittadini italiani che si trovino nel Paese estero interessato da un’emergenza radiologica e nucleare.

Scorrendo fra le pagine del Piano, nel caso in cui dovesse scattare la profilassi, «il periodo ottimale di somministrazione di iodio stabile è meno di 24 ore prima e fino a due ore dopo l’inizio previsto dell’esposizione››.

Somministrare lo iodio stabile dopo le 24 ore successive all’esposizione può causare invece più danni che benefici. La misura della iodioprofilassi è prevista per le classi di età 0-17 anni, 18-40 anni e per le donne in stato di gravidanza e allattamento.

Ma quale è la funzione dello iodio?

Proviamo a dare delle risposte semplici e schematiche, senza alcuna presunzione di voler divulgare nozioni scientifiche e, pertanto, ci scusiamo preventivamente nel caso in cui medici, biologi o farmacisti leggendo queste righe di seguito dovessero riscontrare carenze o difetti. Li invitiamo, piuttosto, a contattarci e a collaborare con noi se volessero fornirci ulteriori e più dettagliate informazioni a riguardo.

Lo ioduro di potassio è un sale di iodio stabile in grado di ridurre o bloccare l’assorbimento di iodio radioattivo da parte della tiroide, salvaguardandola da possibili danni in grado di evolvere in tumore.

Un eventuale, speriamo mai, incidente nucleare, legato ad una centrale o ad un ordigno atomico sprigionerebbe nell’aria grandi quantità di iodio radioattivo, che possono essere assorbite dall’organismo e che la tiroide è incapace di distinguere da quello sicuro, che introduciamo abitualmente con l’alimentazione.

L’assunzione di ioduro di potassio, può superare per quantità quello radioattivo e ridurne pertanto la frazione assorbita dalla ghiandola. Per via dell’elevata quantità di iodio disponibile, la tiroide in poco tempo ne assorbirà una grande quantità e per le successive 24 ore non ne avrà più la necessità, eliminando la frazione circolante rimanente, radioattiva e non, tramite le urine.

Va precisato, che l’efficacia dello ioduro di potassio in caso di incidente nucleare non è garantita al cento per cento, ma se somministrato correttamente e tempestivamente può fare la differenza.

Naturalmente, l’assunzione di queste pillole non può proteggere da elementi radioattivi diversi dallo iodio, casi in cui non avrebbero alcuna efficacia protettiva.

Quello che ci sentiamo di raccomandare ai nostri affezionati lettori è di affidarsi sempre e  comunque alle indicazioni che verranno fornite dalle Autorità sanitarie, senza lasciarsi prendere da emotività e timori che, seppur comprensibili, potrebbero soltanto arrecare danni alla salute.