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Guerra in Ucraina, quando può finire? Uno scenario possibile con una “nuova Europa”

Kiev come Berlino nel ‘900, per separare gli ucraini (e l’Occidente) dai russi?

di Paolo Trapani

Quando può finire la guerra in Ucraina? Quando può iniziare una tregua credibile e duratura? In questi giorni difficili sono molti gli analisti militari e gli esperti di geopolitica che cercano di dare una risposta. E sono molteplici gli scenari che vengono ipotizzati. 

Un fatto è certo: finora i tentativi di confronto e dialogo, effettuati dalle seconde linee politiche dei rispettivi governi (russo e ucraino), non hanno prodotto risultati concreti. Anche l’ipotesi di un possibile incontro ravvicinato Putin-Zelensky è tramontato subito, ammesso che fosse effettivamente possibile.

Ucraina e Russia, posizioni (per ora) inconciliabili

Ciò che rimane molto difficile, per ora, è trovare un punto di incontro tra posizioni fortemente antitetiche. Le aspettative delle parti in conflitto appaiono inconciliabili: la Russia vuole smilitarizzare l’Ucraina, renderla neutrale e, in ultimo, vuole capovolgere il governo; l’ambizione dell’Ucraina è restare indipendente da Mosca, difendere il legittimo principio di autodeterminazione del suo popolo e, non da ultimo, scegliere come alleato strategico il blocco occidentale (dunque l’Ue e magari la Nato). 

L’assalto russo, che per ora non ha sfondato, come i vertici politici e militari di Mosca invece si aspettavano, vede numerose città ucraine circondate e sotto assedio. Ma proprio i principali centri ucraini non mollano, non cadono in mano al nemico e, anzi, la resistenza della popolazione rimane ben organizzata e capace, per ora, di tamponare l’invasione. 

Quale tregua è realisticamente possibile

Quale potrebbe essere il punto di incontro delle due parti in conflitto? Naturalmente, per arrivare a una tregua vera serve un mediatore forte e credibile, che sia capace di tenere a bada le parti in conflitto e sancire l’accordo. 

Difficilmente i russi fermeranno l’offensiva militare finché non avranno il controllo delle principali città sotto assedio, da Mariupol a Kharkiv, da Maripol ad Odessa, e ovviamente la capitale Kiev. Al tempo stesso gli ucraini non cederanno facilmente, come finora ha dimostrato la loro strenua ed eroica resistenza. 

Ucraina divisa in due? Da un lato i filo-occidentali, dall’altro i russofoni

C’è chi ipotizza che si possa arrivare, un giorno, ad avere una Ucraina divisa in due macro-aree: da un lato quella russofona, dall’altra quella solo ucraina. Il Paese, inteso nella sua globalità geo-politica, potrebbe giungere ad uno status internazionale di neutralità (o di non belligeranza) o, magari, diventare equidistante tanto dall’Ue e dalla Nato quanto dalla Russia. 

Questa separazione, per ora, è puramente immaginaria anche perché il vero negoziato tra le parti in guerra non è iniziato. Non è detto, però, che non si possa arrivare ad avere un giorno un’area filo-russa (sostanzialmente a forma di ferro di cavallo ad est del fiume Dnepr) e un’altra pienamente, definitivamente, esclusivamente ucraina. 

Sempre nell’ambito di questo scenario c’è chi ipotizza che si possa arrivare ad una “nuova Kiev”, con la capitale ucraina nelle vesti di una Berlino del terzo millennio: in pratica città simbolo della divisione del Paese e di fatto della “nuova Europa”.  

Il precedente storico di Berlino e del muro in città

La storia, secondo quanto avvenuto nel passato recente, ricorda che due superpotenze, Usa e Urss, dopo il secondo conflitto mondiale, trovarono un punto di mediazione dividendosi i territori oggetto della guerra in rispettive aree di influenza. 

Quella scelta strategica avvenne nella conferenza di Yalta (Crimea, febbraio 1945), che si svolse pochi mesi prima delle definitiva capitolazione di Hitler e della Germania nazista. 

Quando si tenne quell’incontro (con protagonisti Franklin Roosevelt per gli Usa, Iosif Stalin per l’Urss e Winston Churchill per la Gran Bretagna) l’armata rossa sovietica, proveniente da est, era giunta a circa 80 chilometri da Berlino, le forze alleate, provenienti da occidente, erano a circa 700 chilometri dalla capitale tedesca. Oltre alla decisione strategica di compromesso (divisione dei territori filo-occidentali dai territori filo-sovietici), i leader politici di Usa, Urss e Regno Unito decisero anche il destino di Berlino. 

La città, successivamente, fu sezionata in quattro macro-aree ed i vari settori finirono sotto il controllo e l’amministrazione dei seguenti Paesi: Unione Sovietica (Berlino est), Stati Uniti d’America, Regno Unito e Francia (Berlino ovest). Il settore est era molto più esteso di quelli di Usa, Francia e Regno Unito, le cui aree finirono per essere un’enclave filo-occidentale. 

Berlino dal 1946 al 1989 ha rappresentato plasticamente la divisione del mondo in due blocchi. Ed il muro eretto in città nel 1961 è stato il simbolo della invalicabile “cortina di ferro”. Prevedere come e quando finirà la guerra in corso è impossibile, ma che si possa trasformare l’Ucraina da Paese in conflitto in nuovo punto di divisione (e compromesso) tra l’Occidente (con la nuova Europa) e la Russia non è così lontano dalla realtà.    

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https://www.laredazione.net/author/paolo-trapani/