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Nasce il Largo della Costituzione, ed è il primo progetto nazionale permanente di educazione civica tra bosso e canfora

di Simone Cataldo

A Parabita (Lecce) nasce il “Largo della Costituzione” che all’interno ospita un inedito, quanto ingegnoso, laboratorio permanente di educazione civica e di approfondimento sui principi costituzionali. La rinascita del Comune salentino a distanza di qualche anno dallo scioglimento per mafia.

Iniziative migliori non potevano esserci, in particolar modo nel giorno in cui l’Italia tutta si celebra la Festa della Repubblica. Il 2 giugno 1946 è una data che ha segnato inequivocabilmente il nostro Paese, e diversamente non poteva essere, dato che a pochi mesi dalla fine del secondo scontro mondiale il nostro Paese decise di dare una forte risposta alle profonde vicissitudini vissute precedentemente e al sangue che versarono i nostri conterranei nel corso delle due guerre. Tutti, ed è giusto specificarlo, anche le donne e la popolazione, indistintamente dal tenore di vita, presero parte al referendum – il primo a suffragio universale – per scegliere tra la monarchia, rappresentata dallo stemma sabaudo, e la Repubblica. Ad aver la meglio, seppur di poco, fu proprio quest’ultima che rivoluzionò il governo dell’Italia intera.

Quest’anno, a celebrare nel migliore dei modi questo evento nazionale è proprio Parabita, piccolo centro della provincia di Lecce il quale ha dato vita al “Largo della Costituzione”. Il luogo dedicato alla Costituzione della Repubblica Italiana è situato in un’area comunale recuperata in tempi recenti e ospiterà al suo interno diverse attività, tra le quali emerge la presenza di un laboratorio permanente di educazione civica e di approfondimento sui principi costituzionali. Quest’ultimo risulta un’iniziativa senza precedenti, dato che nel nostro Paese non esistono analoghi laboratori permanenti per ricordare i valori costituzionali: si tratta di qualcosa di differente e innovativo che va oltre i corsi online o scolastici che si compiono regolarmente e dedicati agli studenti di una specifica scuola. Come comunica lo stesso Comune di Parabita, questo luogo sarà anche casa e parte integrante del progetto “Parabita Città Giardino” che ospita una siepe di lentisco lunga oltre 100 metri, una siepe di bosso e 4 alberi di canfora. Insomma, un vero e proprio gioiellò che ricongiunge i valori costituzionali e quelli per l’ambiente. Una zona che potrebbe far parlare di sé nei prossimi mesi e che, da oggi, potranno godersi tutti i cittadini del centro salentino e quelli dei paesi limitrofi, oltre  ai turisti che da decenni visitano ogni angolo del Salento, durante il periodo estivo. Inoltre sarà anche fondamentale considerare la dinamica di relazione sociale, bambini e ragazzi potranno ritrovarsi e svolgere attività assieme dopo un periodo che ha spazzato via traccia di tutto ciò, a causa dell’impatto della pandemia da Covid-19.

Si tratta dunque di un forte cambiamento per un paesino colpito fortemente dal coronavirus nel corso della seconda ondata, ma soprattutto macchiato da recenti storie che hanno poi portato il Comune ad essere sciolto per mafia. Ufficialmente ciò è avvenuto il 17 febbraio del 2017 ed è stato l’atto finale dell’“operazione Cultura” che nel dicembre del 2015 ha visto l’arresto di 22 persone, ree di aver costruito una rete di favori per esser ricompensati con il voto nel corso della campagna elettorale comunale. Da allora il Comune è stato commissariato e traghettato ben oltre i 18 mesi previsti; un fatto disdicevole che ha portato Parabita ad esser l’unico Comune a finire sotto la gestione commissariale, dopo lo scioglimento per mafia, a distanza di 26 anni dall’ultima volta che era accaduto in Salento.

Da allora le cose sono cambiate e, da due anni a questa parte, chi ha preso le redini e riportato la cittadina ai suoi vecchi lustri è stato Stefano Prete, coadiuvato dalla giunta comunale. Un ritorno alla normalità che raggiunge l’apice proprio nel giorno della celebrazione della Repubblica Italiana. Modo migliore non poteva esserci, per un Comune che per anni ha visto pesare sulle proprie spalle la mafia locale.