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									Non sono candidati, ma giocano in prima persona. Il futuro politico di Manfredi e De Luca dipende molto dall’esito delle elezioni.
Ci sono due figure politiche interessate più di altre in Campania all’esito delle elezioni regionali di questo autunno. Sono Gaetano Manfredi e Vincenzo De Luca: il primo è sindaco di Napoli da quattro anni, il secondo governa la regione da dieci.
Manfredi e De Luca
Cosa hanno in comune questi due protagonisti della politica italiana e campana? Poco o nulla, ma quando lunedì 24 novembre alle ore 15,00 si apriranno le urne, per iniziare lo scrutinio delle schede, entrambi seguiranno passo dopo passo i risultati. Né Manfredi né De Luca sono candidati, ma entrambi stanno giocando la partita delle regionali in prima persona.
Protagonisti di fatto
Manfredi ha voluto fortemente la candidatura di Roberto Fico, ha lavorato per dare concretezza all’alleanza Pd/M5S/Avs/Renzi in Campania e diversi candidati nelle varie liste sono a lui molto vicini. È il caso soprattutto di alcuni candidati della lista civica ‘Roberto Fico Presidente’.
De Luca, dal canto suo, non può ripresentarsi alle urne per un terzo mandato da Presidente (una legge glielo impedisce) ma ha costruito personalmente la lista civica ‘A testa alta’, ha voluto il figlio Piero alla guida del PD campano e vuole che tanti “deluchiani” entrino nel prossimo Consiglio regionale. Inoltre De Luca, con ogni probabilità, tra pochi mesi si ricandiderà Sindaco di Salerno (dopo averla guidata per quattro mandati).
Incubo astensione
L’esito elettorale ovviamente non è scontato anche se sondaggi e pronostici danno, al momento, Fico in vantaggio su Cirielli (leader elettorale del centrodestra in Campania). Ma il grande spettro che in queste settimane spaventa tutti è l’astensione. Gli esperti fissano nel 50% la soglia minima da superare per fare in modo che le regionali in Campania abbiano un senso politico vero.
L’astensione, che sarà sicuramente significativa, rischia di colpire tutti i candidati e gli schieramenti, indistintamente. Finora la campagna elettorale non ha suscitato grande attenzione nei cittadini. Ed ormai la passione politica è confinata in ambiti ben definiti della società. Tutti i candidati quindi fanno i conti con un grande nemico: il disinteresse.
Quale scenario
Tornando all’orizzonte politico di Manfredi e De Luca questo lo scenario: con le regionali il primo misurerà nella città di Napoli la presa del suo consenso. Al di là dei sondaggi periodici sul gradimento dei sindaci, la fascia tricolore partenopea deve capire, scheda su scheda, dove arriva il consenso dei napoletani per il suo lavoro e per la sua amministrazione. Tra un anno esatto scade il suo quinquennio alla guida di Palazzo San Giacomo.
De Luca, invece, non ci sta a mollare lo scranno regionale più importante senza lasciare il segno e senza avere una capacità di incidere nelle scelte della futura amministrazione. Peraltro tra Fico e De Luca non c’è grande affinità e alcuni progetti, ritenuti strategici dal governatore in carica, sembrano non entusiasmare lo stesso Fico.
Qualora l’ex Presidente della Camera dovesse andare a guidare Palazzo Santa Lucia si aprirebbe sicuramente il tema, delicato e complesso, di come gestire la transizione dei poteri e il passaggio di consegne e responsabilità tra vecchia e nuova giunta regionale.






