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31 Ottobre 2025Haiti, un viaggio tra i bambini reclutati e abusati
© Unicef
La crisi umanitaria ad Haiti rappresenta oggi una delle più gravi e dimenticate al mondo. Nel 2025 circa 6 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria, tra cui 3,3 milioni di bambini (Unicef).
Nella capitale Port-au-Prince, oltre l’80% del territorio urbano è sotto l’influenza diretta o indiretta dei gruppi armati, come riportano le Nazioni Unite. Il controllo delle vie di accesso e dei quartieri ha paralizzato la vita civile, ostacolando la distribuzione di beni e aiuti.
La condizione dei minori è “terribile”, la violenza diffusa sta distruggendo le vite e costringendo un numero crescente di famiglie alla fuga. Si stima che un bambino su otto sia oggi sfollato all’interno del paese e, nell’arco di un anno, il numero di minori costretti ad abbandonare le proprie case sia quasi raddoppiato, raggiungendo quota 680.000 (Unicef, gennaio 2025).
Le Nazioni Unite avvertono che la perdita della casa e della comunità espone i bambini a nuovi rischi, tra cui lo sfruttamento sessuale e il reclutamento forzato da parte delle gang.
In crescita violazioni dei diritti dell’infanzia e reclutamento forzato infantile
L’istruzione è uno dei settori più gravemente colpiti. Sarebbero 1.606 scuole chiuse, di cui oltre 1.000 completamente inattive. Ciò si traduce in 243.000 studenti e 7.500 insegnanti privati dell’accesso all’istruzione (Cluster Educazione UNICEF-OCHA).
In diverse aree, gli edifici scolastici sono stati trasformati in rifugi per sfollati o in basi per gruppi armati. Nella sola Tabarre, nell’area metropolitana della capitale, 25 scuole risultano occupate e altre 32 distrutte.
La rappresentante dell’UNICEF in Haiti, Geeta Narayan, ha spiegato che i trasferimenti monetari umanitari costituiscono una componente essenziale della risposta dell’agenzia, poiché consentono alle famiglie di soddisfare i bisogni immediati e, in alcuni casi, di reinserire i bambini nel sistema scolastico.
Rose Mitha, madre di due figli sfollata da Port-au-Prince a Léogâne, racconta di aver perso tutto durante i combattimenti e di essere riuscita, grazie agli aiuti, a garantire ai propri figli un ritorno parziale alla scuola e a una quotidianità più stabile (tra le storie documentate dall’Unicef).
Il deterioramento della sicurezza ha esposto i minori haitiani a una violenza sistematica e diffusa. Il Paese registra oggi “uno dei più alti livelli di violazioni dei diritti dei bambini al mondo”, secondo l’ultimo rapporto dell’UNICEF presentato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 29 agosto 2025..

Nel 2024 le Nazioni Unite hanno verificato oltre 2.000 gravi violazioni contro i minori, con un incremento del 500% rispetto all’anno precedente. La tendenza si è aggravata nel 2025, con un aumento del 25% già nel primo trimestre dell’anno.
Le forme di abuso documentate includono reclutamento e utilizzo di bambini da parte dei gruppi armati, che hanno registrato un incremento di quasi 700%, oltre a un aumento del 54% delle uccisioni e mutilazioni. Le stime più recenti suggeriscono che i minori rappresentino circa la metà dei membri dei gruppi armati attivi.
Molti di loro vengono costretti a combattere o impiegati come vedette, corrieri o portatori di armi. Altri subiscono violenze sessuali sistematiche, utilizzate come strumento di terrore per controllare le comunità e punire le famiglie ritenute ostili. Nel 2024 i casi di violenza sessuale contro i bambini sono aumentati del 1.000%, e che oltre un quarto di tali episodi è attribuito a stupri di gruppo commessi da bande. La diffusione di armi più sofisticate e di ordigni esplosivi ha aggravato la letalità degli scontri urbani, aumentando il numero di vittime infantili.
Il reclutamento e la violenza sui minori avvengono in un contesto di impunità quasi totale, dove il collasso istituzionale e l’assenza di forze di sicurezza statali efficienti rendono impossibile la protezione dei civili.
Nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza, Catherine Russell, Direttrice Generale dell’UNICEF, ha sottolineato che i bambini haitiani continuano a subire “sofferenze inimmaginabili” nel mezzo di una violenza armata brutale, evidenziando come il negato accesso umanitario da parte dei gruppi armati costituisca a sua volta una grave violazione dei diritti dell’infanzia. L’agenzia ha infatti registrato 728 episodi di negazione dell’accesso nel 2024, rispetto ai soli cinque dell’anno precedente.
Russell ha anche richiamato l’attenzione sulla vulnerabilità del personale umanitario, ricordando che nel 2025 sei operatori dell’UNICEF sono stati temporaneamente presi in ostaggio durante una missione sul campo.
Nonostante ciò, l’agenzia continua a operare sul territorio, avendo garantito nel corso dell’anno cure per 21.000 bambini affetti da malnutrizione acuta grave, assistenza sanitaria a 117.000 persone e accesso all’acqua potabile a 140.000 cittadini.
Tra i beneficiari di questi programmi vi è Jean Robert, un adolescente di 15 anni smobilitato da un gruppo armato nella zona di Cité Soleil nel 2024. Attraverso il Protocollo per la liberazione dei bambini associati ai gruppi armati, promosso dal Governo haitiano e dall’UNICEF, il ragazzo ha potuto accedere a un percorso di riabilitazione e reinserimento scolastico.
Oggi frequenta una scuola comunitaria a Croix-des-Bouquets, dove racconta di voler diventare insegnante “per aiutare altri bambini a non finire nelle gang”.
Il nuovo Programma di prevenzione e riabilitazione contro il reclutamento di bambini e giovani, lanciato nel luglio 2025, rappresenta un passo concreto per proteggere i minori dal coinvolgimento nella violenza e restituire loro opportunità educative e di sostegno psicosociale.
Russell ha infine affermato che “la pace e la ricostruzione del Paese non potranno essere raggiunte se i bambini continueranno a vivere nella paura e nella privazione”.
Haiti, il sistema sanitario e la crescente violenza di genere
La crisi ha profondamente compromesso anche il sistema sanitario nazionale. Dalla riemersione del colera nel 2022, sono stati segnalati oltre 87.000 casi sospetti fino al 2025.
Le strutture mediche operano con carenze estreme di personale, farmaci e dispositivi di sicurezza. Gli insediamenti di sfollati, sovraffollati e privi di servizi igienici adeguati, costituiscono un terreno fertile per epidemie e malnutrizione acuta infantile.
Il 94% delle donne e delle ragazze vive in aree ad alto rischio di violenza di genere. L’insicurezza generalizzata limita l’accesso ai servizi di salute e protezione, lasciando la popolazione femminile particolarmente esposta a episodi di violenza sessuale e sfruttamento (Rapporti ONU-OCHA).
Ad Haiti in corso paralisi economica e insicurezza alimentare
L’espansione del controllo armato ha paralizzato i trasporti e ostacolato il commercio. Sono 5,7 milioni gli haitiani che si trovano oggi in condizione di insicurezza alimentare acuta (fase IPC 3 o superiore), mentre 8.400 persone sono già in stato di carestia estrema (fase IPC 5).
Una risposta umanitaria in grave difficoltà
L’inflazione, stabilmente intorno al 30%, ha ridotto drasticamente il potere d’acquisto e aggravato la crisi economica. La siccità primaverile del 2025, seguita da gravi inondazioni a settembre, ha distrutto raccolti e infrastrutture agricole, tra cui il ponte di Trois-Rivières.
Un contadino della regione di Artibonite ha descritto la difficoltà di trasportare i prodotti agricoli a causa delle strade bloccate e dell’aumento costante dei costi del carburante. Anche quando riescono a vendere i propri beni, ha riferito, i ricavi non bastano a garantire il fabbisogno alimentare minimo. (Intervistato dall’OCHA nel luglio 2025).
A giugno 2025, il Piano di Risposta Umanitaria per Haiti, valutato in totale 908 milioni di dollari, risultava finanziato solo per l’8%.
Con la sospensione dei voli commerciali a causa dell’insicurezza, il Servizio Aereo Umanitario delle Nazioni Unite (UNHAS) è rimasto l’unico collegamento per l’ingresso di personale e piccoli carichi di aiuti, ma anche questa attività rischia di essere interrotta in assenza di ulteriori 3,9 milioni di dollari di finanziamento.
Ulrika Richardson, Coordinatrice Umanitaria delle Nazioni Unite per Haiti, ha espresso preoccupazione per il fatto che le famiglie già colpite dalla povertà e dalla violenza rischiano di non ricevere assistenza nelle fasi più critiche. Ha inoltre sollecitato un intervento tempestivo della comunità internazionale, sottolineando che ogni ritardo potrebbe avere conseguenze irreversibili.
La crisi haitiana rappresenta un intreccio di emergenze di varie tipologie:politiche, economiche, climatiche e umanitarie, che colpiscono in particolare le categorie più fragili e deboli come i bambini e le donne.
I dati delle Nazioni Unite e le testimonianze raccolte sul campo descrivono un paese intrappolato in un ciclo di violenza sistematica in cui i diritti fondamentali all’istruzione, alla sicurezza e alla salute vengono irrimediabilmente compromessi.
Ogni ritardo nell’intervento internazionale comporta costi umani incalcolabili. Proteggere i bambini di Haiti significa salvaguardare la possibilità stessa di un futuro per l’intera nazione e per le successive generazioni. Fonte Unicef






