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Riparte Friday For Future: i giovani ambientalisti scendono in piazza dopo due anni

di Roberta Caiano

Con la ripresa di molte attività dopo un lungo stop ad intermittenza dettato dalla pandemia da Covid-19, scendono nuovamente per la prima volta in piazza i giovani di Friday For Future dopo due anni di lontananza. Sebbene l’epidemia abbia procurato una destabilizzazione nel tessuto economico e sociale non soltanto dell’Italia ma su scala mondiale, l’emergenza climatica resta uno dei temi più discussi. Non smettono, infatti, di preoccupare l’innalzamento delle temperature e i continui cambiamenti ambientali che stanno dando il via ad un processo di trasformazione del pianeta. Una stessa indagine della Coldiretti su dati Isac Cnr e Eswd, divulgata in occasione dello Sciopero globale per il clima indetto da Greta Thunberg con i Friday for Future, evidenzia come l’estate appena trascorsa si classifichi in Italia come la sesta più calda dal 1800, con una temperatura superiore di 1,55 gradi rispetto alla media e quasi 1300 nubifragi, bombe d’acqua, trombe d’aria, grandinate e tempeste di fulmini in aumento del 58% rispetto allo scorso anno ed effetti devastanti su città e campagne. Si conferma, dunque, anche quest’anno la tendenza all’innalzamento della colonnina di mercurio ormai strutturale nella nostra penisola, dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003, come precisa la Coldiretti. Per questo, i più giovani si ritrovano nuovamente nelle piazze per chiedere di intervenire a livello istituzionale e per sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica. Non una protesta fatta di soli cori e striscioni, ma delle richieste e proposte che comprendono l’investimento sulla transizione ecologica e il taglio delle emissioni di anidride carbonica del 12 % all’anno “così da arrivare a un quasi ‘zero’ nel 2030”, spiega Martina Comparelli, una dei portavoce di Friday for future Italia. La stessa associazione ambientalista ha annunciato in una nota che “dopo tre anni da quando hanno iniziato a scioperare, i responsabili politici continuano a parlare, parlare, parlare. Facendo credere che si stia facendo qualcosa, quando non è così: il 2021 è previsto essere l’anno con le emissioni più alte di sempre. Il movimento continua a chiedere che questa crisi venga affrontata realmente, e non a parole. E sta mettendo un’enfasi speciale sulle diseguaglianze e le ingiustizie tra i Paesi e anche all’interno degli Stati stessi. Le vittorie storiche dell’azione collettiva hanno dimostrato la necessità per i giovani di restare uniti nella lotta per la giustizia sociale e tra le generazioni”, fornendo in conclusione l’elenco delle oltre 70 piazze in Italia in cui si tengono le manifestazioni

Roma, Napoli, Cagliari, Milano, Genova, Catania sono le prime città ad aver visto sfilare questo venerdì i cortei di giovani ambientalisti. “Lo sciopero globale sta riempendo le strade di Milano e di tutto il mondo. Torneremo in piazza l’1 ottobre con Greta per lo Student Strike for Future e il 2 ottobre per la Global March for Climate Justice in occasione della Pre-Cop di Milano”, si legge sulla pagina Facebook dei manifestanti di Friday for future Milano. Gli scioperi e i presidi nelle piazze, infatti, inaugurano un nuovo “autunno caldo” che culminerà con la Pre-COP e la Youth4Climate di Milano della prossima settimana in cui sarà presente l’attivista svedese e con la COP 26 di Glasgow, ovvero la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà nel centro scozzese dall’ 1 al 12 novembre. Kyoto Club si accoda alla lista dei sostenitori a favore dei giovani ambientalisti per sostenere la giustizia climatica: “Le grandi manifestazioni dei giovani in tutto il mondo prima del Covid hanno alzato l’attenzione sul clima e sono state una delle spinte che hanno portato l’Unione ad alzare gli obiettivi UE al 2030-2050. Ora tornano a riempirsi le piazze con la richiesta che i governi passino a nuovi target e a radicali politiche di riduzione delle emissioni climalteranti”, dice il direttore scientifico di Kyoto Club Gianni Silvestrini. 

Ma l’Italia non è la sola Nazione ad aver cominciato a manifestare dopo il lungo stop. Nell’ambito dei Fridays for future, infatti, il primo venerdì dopo la pandemia ha visto in programma 1.400 manifestazioni in 80 Paesi. Anche in Germania, a Berlino, migliaia di attivisti per l’ambiente si sono raccolti davanti al Reichstag a breve distanza dalle elezioni generali in cui nello Stato tedesco si sceglierà il governo dell’era post Merkel, per chiedere ai politici di intraprendere azioni più forti contro il cambiamento climatico. Alla protesta dei ‘Fridays for future’ a Berlino, presente anche Greta Thunberg che ha affermato: “Nessun partito politico sta facendo abbastanza per la crisi climatica. Sì, dobbiamo votare, dovete votare, ma ricordate che votare non sarà abbastanza. Dobbiamo continuare ad andare per le strade”. Gli attivisti tedeschi, infatti, si riferiscono alle elezioni del 26 settembre definendole ’“il voto del secolo’ e sottolineano come le decisioni che verranno prese dal prossimo governo influenzeranno gli sforzi del Paese per affrontare il cambiamento climatico nei prossimi decenni. Difatti, il clima è stato uno degli argomenti al centro della campagna elettorale. Oltre a quella di Berlino, in Germania ci sono state proteste anche ad Amburgo, Friburgo, Colonia e Bonn.