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Torino, Operazione Prisma. L’inchiesta continua e scuote la Juve

In una settimana, in borsa, il titolo dei bianconeri ha perso il 17%

di Paolo Trapani

Si allarga a Torino l’inchiesta denominata “Prisma”, che vede nell’occhio del ciclone la Juventus e sotto la lente della magistratura gli ultimi 3 anni di bilancio. A distanza di sette giorni dalle prime perquisizioni, disposte dai pm torinesi negli uffici del club bianconero, il numero degli indagati é salito ad otto. Nel registro degli indagati compare anche il dirigente Cesare Gabasio, avvocato e general counsel dei bianconeri, il cui nome si é aggiunto agli altri coinvolti, ovvero Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l’ex chief football officer Fabio Paratici, i due chief financial officer (in periodi diversi) Stefano Bertola e Stefano Cerrato, ed il dirigente Marco Re. A loro va poi aggiunta la stessa società Juventus chiamata in causa quale soggetto giuridico. I magistrati titolari dell’inchiesta, Mario BendoniCiro Santoriello e Marco Gianoglio, stanno cercando riscontri documentali rispetto a quanto emerso dalle indagini e due giorni fa hanno disposto ulteriori perquisizioni. Al centro delle ricerche ci sarebbe anche la presunta scrittura privata siglata da Cristiano Ronaldo e dalla Juventus e che riguarderebbe alcune spettanze arretrate del calciatore. Non si esclude che nelle prossime settimane, Cr7 o il suo agente, Jorge Mendes, possano essere ascoltati dai magistrati in qualità di persone informate sui fatti. 


Le intercettazioni


Ad alimentare ulteriore dibattito nell’opinione pubblica, ieri, è stata la diffusione di un’intercettazione agli atti dell’inchiesta. Ad essere stata pubblicata è una conversazione tra il chife legal officer della Juventus, Cesare Gabasio, ed il dirigente Federico Cherubini. La conversazione, intercettata dalle Fiamme Gialle, è del 23 settembre scorso, cinque giorni dopo l’approvazione ufficiale del bilancio del club.  “Stamattina – dice Gabasio, come ha riportato l’Ansa – ho fatto un discorso con il pres (verosimilmente Andrea Agnelli secondo i magistrati, ndr). Gli ho detto: io non arriverei a far la causa contro di loro. Fede ti spiego solo perché noi abbiamo quella carta lì, quella carta famosa che non deve esistere teoricamente … Quindi sai, se salta fuori abbiam … ci saltano alla gola tutto sul bilancio e i revisori, tutto … poi magari dobbiamo fare una transazione finta”. ” Non arriverei – aggiunge Gabasio – all’estremo … di fare una causa perché poi quella carta lì che loro devono tirare fuori non è che ci aiuti tanto a noi, nel nostro bilancio”. Questa telefonata è una parte delle indagini che si riferiscono “alla voce ‘Cessioni definitive’ del bilancio al 30 giugno 2021 in relazione ai valori economici della cessione del calciatore Dos Santos Aveiro Cristiano Ronaldo”. Dalle carte della Procura emerge che “occorre ricercare acquisire documentazione contabile, extracontabile bancaria e corrispondenza e messaggistica (anche su supporto informatico) afferente alla cessione del calciatore al Manchester”. Di una “carta famosa che non deve esistere teoricamente” si era già parlato nel primo decreto di perquisizione di venerdì scorso. 

Borsa, titolo Juve in picchiata

In una settimana di bufera giudiziaria, il titolo Juve ha perso in borsa quasi il 17%. Se si guarda al trend degli ultimi mesi, i dati sono anche più gravi. Un anno fa, in questo periodo, un’azione della Juventus valeva il 40% in più di oggi. Un mese fa il 27% in più. Sono numeri inequivocabili che denotano il momentaccio che sta attraversando una delle squadre più importanti d’Italia. A preoccupare, poi, tifosi e dirigenti bianconeri, è anche un documento finanziario diffuso ieri ed inerente l’aumento di capitale.  

Aumento di capitale a rischio


«Nonostante la Società abbia adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 – si legge nel documentodella Juve – la Società è esposta al rischio di incorrere nelle sanzioni derivanti dall’inosservanza del D.Lgs. n. 231/2001. Qualora nei confronti degli esponenti aziendali dell’Emittente dovessero essere comminate sanzioni e/o condanne i requisiti previsti dalla normativa vigente per il mantenimento delle cariche e/o degli incarichi potrebbero venire meno e la reputazione dell’Emittente ne risentirebbe significativamente. Dalle suddette evenienze – prosegue la comunicazione – potrebbero derivare impatti negativi, anche significativi, sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’Emittente e del Gruppo. L’Emittente ritiene che il decreto di perquisizione e sequestro e la notizia dell’esistenza di un’indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino non configurino alla Data del Supplemento un mutamento negativo rilevante (c.d. “material adverse change”) il cui verificarsi – a termini del Contratto di Underwriting stipulato in data 22 novembre 2021 – consente ai Garanti di recedere dagli impegni di garanzia in relazione all’Aumento di Capitale, ciò tenuto conto dello stadio iniziale delle indagini aventi ad oggetto le ipotesi di reato, ancora in fase investigativa da parte degli organi inquirenti. Tuttavia, alla Data del Supplemento sussiste il rischio che i Garanti ritengano che i suddetti fatti (i.e. decreto di perquisizione e sequestro e indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino) configurino i presupposti per l’esercizio del diritto di recesso dall’impegno di garanzia in relazione all’Aumento di Capitale». «Ove l’Aumento di Capitale fosse eseguito solo parzialmente – conclude la Juventus – affluirebbero al Gruppo risorse finanziarie in misura limitata. In tali evenienze, in assenza di ulteriori tempestive misure a sostegno del Piano di sviluppo Aggiornato e confermato [ossia il Piano di sviluppo della Società per gli esercizi 2019/20 – 2023/24, ndr], la capacità del Gruppo di mantenere il presupposto della continuità aziendale nell’arco di Piano verrebbe meno». Non è da escludere che nei prossimi giorni possano arrivare altri colpi di scena, visto che l’indagine della Procura di Torino è pienamente in corso ed i magistrati hanno già effettuato diversi interrogatori. Al centro degli accertamenti ci sono tre anni di bilancio della Juve, che hanno fatto segnare perdite economiche importanti nonostante un volume di plusvalenze pari a 282 milioni di euro.  


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