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Bangladesh, i nuovi migranti

Sale la tensione per nuove ondate di migranti, in primis i bangladesi, e Meloni intensifica gli incontri in Nord Africa, per interrompere la carovana dal Bangladesh.

La settimana scorsa, Giorgia Meloni è stata in visita da Kais Saied, il Presidente tunisino, ancora una volta. Almeno il quarto viaggio, in meno di un anno, in veste di rappresentante del Consiglio d’Europa o per suggellare accordi bilaterali Italia-Tunisia, come nell’ultimo caso.

Dossier migranti 

Sul tavolo della discussione, oltre alla firma di alcuni Memorandum d’Intesa nell’ambito del Piano Mattei, naturalmente il dossier migranti. È questo il capitolo che ha sempre fatto da sfondo alle quattro visite svolte da Meloni in Tunisia negli ultimi dieci mesi e che trova nuova linfa adesso con il nuovo aumento delle partenze avvenuto nell’ultimo periodo. Nella testa di Giorgia Meloni c’è la preoccupazione per una nuova estate bollente sul fronte sbarchi. Dopo i numeri record del 2023, con quasi centosessantamila arrivi, un replay anche quest’anno sarebbe difficile da spiegare ai suoi elettori.

Il monitoraggio degli sbarchi 

Proprio per questo, Il Messaggero svela come dentro Palazzo Chigi ci sia ormai da tempo un appuntamento fisso ogni due settimane che, lontano dai riflettori, riunisce intorno a un tavolo, la premier, il Ministero degli Interni Piantedosi, il titolare della Farnesina Tajani, il sottosegretario Mantovano e i vertici dei servizi segreti. La missione di queste riunioni periodiche è molto chiara: monitorare l’andamento degli sbarchi. E, da queste riunioni, è emerso un allarme specifico che inizia a preoccupare il Governo e i nostri di apparati di sicurezza.

Una carovana di migranti illegali dal Bangladesh

C’è una crescente carovana di migranti illegali, che ingrossa le pericolose traversate del Mediterraneo in partenza dalle coste tunisine e libiche, organizzate dai trafficanti. Questa insolita carovana è composta da cittadini provenienti dal Bangladesh, la piccola autocrazia al confine con l’India, governata da una fra le più longeve donne di potere al mondo, Sheik Hasina, figlia del padre della patria.

Tremila sbarchi in pochi mesi

Dall’inizio dell’anno al 10 Aprile, il Ministero degli Interni ha certificato quasi tremila bangladesi sbarcati in Italia. Ovvero, la prima nazionalità dichiarata all’arrivo. Più della Siria e della Tunisia. Gli 007 di Elisabetta Belloni hanno ricostruito lo schema che si nasconde dietro questa impennata di arrivi dal Bangladesh.

Come arrivano i migranti dal Bangladesh?

Dalla capitale Dacca, i migranti si imbarcano su un volo in direzione Emirati Arabi, dove possono entrare con facilità grazie a un sistema di visti soft che permette di soggiornarvi senza avere un permesso di lavoro. A quel punto, con un nuovo volo raggiungono l’Egitto o direttamente Tripoli o Bengasi, completando una triangolazione che permette loro di finire nelle braccia dei trafficanti i quali dietro salati compensi li stipano su barconi, insieme a tunisini, siriani e disperati come loro provenienti dall’Africa sub-sahriana.

I Bangladesi in Libia

L’Oim (Organizzazione Internazionale delle migrazioni) ha confermato che nel 2022 vivevano in Libia 21.653 bangladesi, di cui il 74% concentrati nella parte ovest del Paese, dopo essere entrati per canali regolari attraverso la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti o l’Egitto. Il 93% ha dichiarato di essere arrivato in aereo. Questo nuovo fronte, che promette trend di crescita esponenziali, è diventato una delle priorità del Governo. La Farnesina si è già attivata per chiedere agli Emirati Arabi una stretta immediata sul sistema dei visti e, al lavoro italiano, si sta affiancando il pressing diplomatico dell’Unione Europea. L’accordo del 17 Marzo firmato da Ursula von Der Leyen in Egitto rientra, del resto, in questa missione.

150mila migranti del Bangladesh in Italia

Fonti di AsiaNews hanno riportato le parole di un funzionario governativo di Dhaka, secondo il quale, circa 150mila migranti del Bangladesh già vivrebbero in Italia, operando in diversi settori, tra cui l’agricoltura, la cantieristica e il commercio ambulante. Giorgia Meloni teme una nuova estate di passione sul fronte migratorio, con contraccolpi politici già prima delle elezioni di Giugno. Del resto, il cruscotto del Viminale sui nuovi arrivi rende palese come i numeri della sola prima metà di Aprile siano già notevolmente più alti di quelli di tutti i precedenti mesi invernali.