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Il Giorno del Ringraziamento, oggi la festa nella base di Camp Darby

di Dania Ceragioli

Oggi alla base di Camp Darby si percepisce una particolare euforia, l’istallazione si è trasformata in un brulicante andirivieni di persone che spostano oggetti, sistemano sedie, ma soprattutto trascinano enormi pentole fumanti. Il club si è vestito a festa, e nella grande sala dove i colori predominanti risultano essere il rosso e l’arancio, è già acceso un bellissimo albero di Natale. Ma è al buffet che iniziano le grandi manovre. Il menù ovviamente sarà quello tradizionale. Camerieri e cuochi improvvisati, con le loro impeccabili divise, sono già pronti a soddisfare anche le richieste più esigenti. In questo giorno tanto singolare  infatti saranno le più alte cariche a servire le loro truppe. Lo faranno con ironia e abnegazione, osservando da prospettive diverse questo particolare ribaltamento di ruoli. Intanto delle piccole code si stanno già formando, l’intero personale civile e militare occupato nella base è stato suddiviso in tre turni, i primi a sedersi a tavola saranno quelli convocati per le 12, mentre gli ultimi potranno pranzare alle ore 14, in modo da non creare disagi e affollamenti. Il Colonnello Matthew Gomlak comandante della Guarnigione Americana si avvicina dandoci il suo benvenuto, ricoperto da un ampio grembiule e con in testa un significativo cappello da chef. Siamo gli unici invitati, ci è stato riservato un grande privilegio. Ci racconta con orgoglio le origini del Thanksgiving e la tradizione tramandata, con le stesse identiche modalità, in ogni base militare. I suoi ricordi ci portano in Afghanistan dove anni prima si trovava in missione. Ci parla di un luogo sperduto e alquanto isolato, dove sarebbe stato impensabile organizzare dei festeggiamenti. Ecco invece con estrema sorpresa, a due giorni dalla ricorrenza che sbucano dalle nuvole due elicotteri con a bordo il necessario, tacchino incluso, per l’allestimento di un banchetto. La festa del Ringraziamento è un giorno speciale da trascorrere assieme, ma è anche un giorno per ricordare chi è lontano e come in questo caso al servizio di un’intera Nazione.

La storia di Thanksgiving 

L’America non ha radici troppo profonde e per scoprirle dobbiamo ripercorrere la storia dei Padri Pellegrini che crearono il primo nucleo di insediamento a Plymonth, segnando di fatto il vero inizio della colonizzazione europea. Erano intrepidi viaggiatori che a bordo della Mayflower, un’imbarcazione di appena 30 metri, attraversarono l’Oceano e fondarono una colonia improntata sui principi di democrazia e uguaglianza, cercando di divulgare liberamente quello in cui credevano. Erano principalmente calvinisti inglesi che stavano sfuggendo all’intolleranza della Chiesa anglicana nei loro confronti. Volevano conservare la propria integrità spirituale, sottraendosi al soffocamento della riforma protestante e al ritorno della corruzione del cattolicesimo. Sotto la guida di John Carver, arrivarono sulla roccia di Plymonth il 21 dicembre del 1620 e vi edificarono un villaggio e un forte. Inizialmente sarebbero dovuti sbarcare in Virginia, dove il sovrano Giacomo I aveva concordato loro una concessione di una parte del territorio, per conto della compagnia commerciale di Plymouth. A causa delle condizioni di navigazione avverse, furono costretti a dirigersi verso il Massachusetts, dove, essendo fuori dalla zona a loro designata, si ritennero sciolti dagli obblighi contrattuali verso la compagniaPer legittimare il loro controllo su questo lembo di terre, sottoscrissero un patto chiamato Mayflower Compact, attraverso il quale si proclamarono corpo civile e politico, istituendo una forma di autogoverno, incentrato sull’impegno dei membri a promuovere il benessere collettivo. La loro sopravvivenza agli inizi fu piuttosto complicata, riuscirono a superare il primo inverno solo grazie agli aiuti che ricevettero dalla popolazione indigena, non solo in termini di provviste alimentari, ma anche attraverso l’insegnamento delle tecniche di coltivazione

La Festa fu ufficializzata nel 1941

Grazie all’inaspettata abbondanza del raccolto del Novembre del 1621, venne data origine alla prima festa del Ringraziamento, alla quale partecipò anche la tribù nativa americana dei Wampanoag. Nel 1863, durante la guerra di secessione, Abramo Lincoln ufficializzò la celebrazione del giorno del Ringraziamento, che da quel momento divenne una festa annuale, perdendo progressivamente il suo significato cristiano. Ma è nel secolo scorso che la festività ebbe la sua definitiva consacrazione, quando l’allora presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt ne sancì l’istituzione, facendola approvare dal Congresso nel 1941. Ancora oggi risulta essere una delle feste più importanti e celebrate dagli americani, il momento migliore per invitare amici e parenti prenderli per mano per recitare assieme una preghiera di ringraziamento. Immancabile sulla tavola, assieme a crostate di zucca, purè di patate e pane di mais, sua maestà il tacchino farcito, cucinato con ricetta segreta e rigorosamente tramandata, ogni famiglia possiede la propria. La storia che trova questi pennuti al centro del banchetto con il loro consumo non è molto chiara, sembra risalire al popolo degli Aztechi. Nelle Americhe appena conquistate, e in modo particolare in Messico pare ve ne fossero molti che vivevano liberamente sul territorio. Forse fu per questo che vennero offerti in dono agli spagnoli che li importarono in Europa. In breve tempo la loro presenza divenne così consueta da far dimenticare a tutti la loro originale provenienza. Oltre un secolo dopo vennero reimportati dai padri Pellegrini che diedero inizio al loro allevamento intensivo. Alcuni giorni prima del Thanksgiving, alla Casa Bianca, viene celebrata una particolare cerimonia, durante la quale il Presidente degli Stati Uniti concede la grazia a un fortunato tacchino. Si stima che ogni anno i tacchini utilizzati durante questa ricorrenza siano oltre 40 milioni. Questa tradizione risale al 1963, quando l’allora presidente John Fitzgerald Kennedy scelse di non sacrificare questo volatile cucinandolo, e iniziando questa che è ormai una consuetudine. Durante questo giorno speciale vengono svolte anche delle parate in molte città con carri allegorici, la più caratteristica viene organizzata dai magazzini Macy’s di New York. Enormi gonfiabili raffiguranti perlopiù animali riempiono le strade, mentre il Presidente in carica solitamente preferisce recarsi in teatri di guerra per trascorrerlo con le truppe e i reparti da combattimento.

Fra i discorsi di ringraziamento più pronunciati in questo giorno quello reso dal Presidente John F. Kennedy: “Proclamiamo quindi la nostra gratitudine alla Provvidenza per le molteplici benedizioni – siamo umilmente grati per gli ideali ereditati – e decidiamo di condividere quelle benedizioni e quegli ideali con i nostri simili in tutto il mondo. In questo giorno ci riuniamo nei santuari dedicati al culto e nelle case benedette dall’affetto familiare per esprimere la nostra gratitudine per i gloriosi doni di Dio; e preghiamo sinceramente e umilmente che Egli continui a guidarci e sostenerci nei grandi compiti incompiuti di raggiungere la pace, la giustizia e la comprensione tra tutti gli uomini e le nazioni e di porre fine alla miseria e alla sofferenza ovunque esse esistano”.

Foto di di Dania Ceragioli