Perù, cambiano i governi come fossero noccioline

Legge di Bilancio, tagli alle scuole: molte chiusure in Sicilia 
8 Febbraio 2023
Il robot che assiste i magistrati
9 Febbraio 2023
Legge di Bilancio, tagli alle scuole: molte chiusure in Sicilia 
8 Febbraio 2023
Il robot che assiste i magistrati
9 Febbraio 2023

Perù, cambiano i governi come fossero noccioline

Dina Boluarte è la sesta Presidente che il Perù ha avuto in sei anni. Uno scenario disastroso, con folle di manifestanti riversati nelle principali città del Paese. Eppure finora l’economia ha tenuto.

In questi mesi in cui la politica internazionale è tornata al centro del dibattito, è opportuno allargare uno sguardo a tutti i contesti e non andrebbe trascurato lo scenario sudamericano.

La situazione politica in Perù

I recenti attentati alle sedi istituzionali in Brasile hanno rubato la scena ad un’altra vicenda non meno importante. È incandescente, infatti, il clima in Perù che, dopo la destituzione del Presidente Castillo, è assediato da proteste popolari, ormai da dicembre.

Castello e una sorta di colpo di Stato

Dopo aver nominato 78 Ministri in soli sedici mesi di mandato, il Presidente Castillo ha tentato una sorta di colpo di Stato, per esautorare il Parlamento e costituire un Governo d’emergenza. Una mossa riuscita male, che gli ha provocato un arresto cui ha fatto seguito la nomina a Presidente di Dina Boluarte, sino ad allora sua Vice Il Perù non è nuovo tuttavia a fenomeni di instabilità politica, anzi ne è attraversata in maniera costante da almeno trent’anni. Sin dai tempi del Presidente Fujimori che nel 1992 sciolse il Parlamento e riformò il sistema giudiziario, ritrovandosi poi a distanza di pochi anni condannato per corruzione, appropriazione indebita e crimini contro l’umanità. Stessa sorte toccata ai suoi successori, tutti indagati per corruzione. Alejandro Toledo, arrestato due anni fa negli Stati Uniti ed è in attesa di essere estradato in Perù. Alan García, suicidatosi poco prima del suo arresto. Ollanta Humala, attualmente detenuto.

Dina Boluarte è la sesta Presidente in sei anni

Dina Boluarte è la sesta Presidente della Repubblica che il Perù ha avuto in sei anni. Uno scenario disastroso, con folle oceaniche di manifestanti riversati nelle principali città del Paese, chiusure dell’aeroporto di Cuzco e del sito di Machu Picchu, almeno 50 vittime causate dalle repressioni delle forze di polizia, secondo Amnesty International.  

Una sorprendente stabilità economica

Eppure, c’è un dato curioso che emerge da una prima analisi.

Nonostante la cronica instabilità politica e sociale, nei decenni il Perù non ha subito scossoni macroeconomici. Merito della stabilità delle sue istituzioni finanziarie e dell’indipendenza della banca centrale, governata da Julio Velarde, in carica dal 2006, confermato nel ruolo da otto diversi presidenti. I dati riportati su lavoce.info da Paolo Rizzo, collaboratore della Commissione Europea presso la Direzione Generale per l’Occupazione, gli Affari Sociali e l’Inclusione, aiutano a disegnare il quadro macroeconomico del Perù, tutt’altro che quello di un Paese in crisi istituzionale da tre decenni.

L’andamento della moneta e del pil peruviano

Il sol peruviano è stato tra le monete più stabili del Sudamerica, confrontato con il peso cileno, il peso messicano e quello colombiano che hanno perso più di un quarto del loro valore e il real brasiliano deprezzatosi per metà. Il rapporto debito/Pil, attestato al 32 per cento, è il più basso del continente. Così come confortante è lo spread con i titoli del tesoro americano, stabile intorno ai 200 punti-base, quando il Brasile è su 250, Colombia e Messico 360, Argentina 1.800. La percentuale di popolazione in povertà assoluta è passata dal 20 per cento nel 2001 al 3 per cento nel 2019.

La sfida: la profonda crisi politica potrà coinvolgere l’economia?

La granitica solidità dell’apparato finanziario ed economico del Perù è riuscita a non far infiltrare la crisi politica, nell’economia del Paese. Ma il pericolo democratico e la sfiducia diffusa nelle istituzione potrebbero lentamente sgretolare anche questo ultimo baluardo. Le elezioni presidenziali previste per il 2026 sono già state anticipate al 2024. I manifestanti esigono tuttavia il ritorno immediato alle urne ed un totale rinnovamento della classe politica, rivelatasi per la gran parte corrotta. Purché il totale rinnovamento, non alteri la stabilità macroeconomica.

Nelle prossime settimane andremo ad analizzare gli aspetti geopolitici delle proteste peruviane.