Mafia, “le stragi del ’93 furono suggerite a Cosa nostra”
8 Giugno 2023
Messina Denaro, possibile ricovero al San Salvatore
11 Giugno 2023
Mafia, “le stragi del ’93 furono suggerite a Cosa nostra”
8 Giugno 2023
Messina Denaro, possibile ricovero al San Salvatore
11 Giugno 2023

Auto, la grande avanzata della Cina


L’Europa perde mercato, mentre la Cina aumenta le esportazioni a dismisura. L’elettrico vola e, fra i dieci principali produttori di batterie elettriche, sei sono cinesi, tre sono sud-coreani e uno è giapponese. Quattro di questi produttori stanno investendo massicciamente nella sola Ungheria.

Davanti a noi si sta dipanando una rivoluzione tecnologica e industriale che potrebbe sconvolgere il nostro destino come società avanzata. 

Settore auto, per l’Ue vale 400 miliardi

Per l’Europa intera il settore automotive vale più di un decimo di tutta l’industria comunitaria, corrispondendo quasi 400 miliardi di euro per le casse dei Governi e impiegando almeno dodici milioni di persone come forza-lavoro.

Un fiore all’occhiello dell’industria europea, che fino al 2014 presidiava il 53% del mercato dell’auto mondiale dell’auto. È l’industria simbolo del boom economico di metà Novecento, che dopo la Seconda Guerra Mondiale segnò la rinascita del Vecchio Continente, martoriato da distruzione, povertà e fame.

Cina, fa il boom di esportazioni

Ma i flussi commerciali più recenti disegnano un andamento che non può essere trascurato. Una analisi condotta da Mercer mostra i flussi commerciali della vendita di auto fra Cina e Unione Europea. Il surplus dell’Europa era, sino a pochi anni fa, di quasi sei miliardi di euro a trimestre. La situazione attuale racconta di un aumento di esportazioni cinesi di circa dieci volte. Se allarghiamo l’analisi al mercato globale, da 15 miliardi di dollari al trimestre di esportazione di auto nel 2021, Pechino è passata ai 70 miliardi attuali.

Auto elettriche in aumento

Questi numeri sono frutto del boom della diffusione di auto elettriche che, piaccia o no, stanno dominando il mercato mondiale.

Per l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) nel 2022 la spesa per l’acquisto di auto elettriche si è avvicinata ai 500 miliardi di dollari, registrando un aumento del 50% sul 2021. Negli ultimi mesi del 2022 la quota delle auto immatricolate in Europa, che vanno solamente a batteria elettrica in Europa ha superato di gran lunga quelle a diesel. Fra i dieci principali produttori di batterie elettriche sei sono cinesi, tre sono sud-coreani e uno è giapponese. Quattro di questi produttori stanno investendo massicciamente in Europa, concentrando gli undici miliardi di investimenti nella sola Ungheria.

A guidare le operazioni c’è Robin Zeng, protagonista di un interessante articolo a firma Federico Fubini per il Corriere della Sera. Zeng ha un patrimonio stimato di quaranta miliardi di dollari, fondatore della Catl, che controlla un terzo del mercato mondiale delle batterie elettriche, principale fornitore dei colossi del passato Bmw, Ford e del presente come Tesla.

L’Ungheria polo delle batterie elettriche

E così, mentre il resto dell’Unione resta in surplus solo nelle tecnologie in declino, Orban è impegnato per trasformare l’Ungheria nel polo delle batterie elettriche in Europa, da cui dipenderanno grandi gruppi come Volkswagen, Bmw o Daimler.

L’effetto indiretto a lungo termine è che tutte le relative competenze si accumuleranno presto a Budapest e dintorni ed è ormai confermato come il contenuto tecnologico di un’economia diventi sempre più importante in questa epoca.

In pochi anni, l’Ungheria ha attratto dall’estero più investimenti tecnologici di quanto abbia mai avuto l’Italia nella sua storia, spiega Fubini.

È sintomo della miopia italiana di non esser stata in grado di leggere gli spostamenti della tecnologia degli ultimi decenni, basti citare che Fiat-Chrysler fino al 2018 non aveva prodotto neanche un modello a batteria.

L’Italia è solo l’espressione più vistosa dell’intera Europa occidentale che rischia di pagare caro il ritardo tecnologico-industriale che ha messo fra sé e il resto del mondo in via di sviluppo.