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Basilico e insalata planetari, che cos’è l’agricoltura verticale

di Dania Ceragioli

Ogni minuto nel mondo 11 persone rischiano di morire di fame. Anche se la guerra rimane fra le prime cause che concorrono a questo triste primato, ve ne sono molteplici che si aggiungono, fra cui il progressivo peggioramento dell’emergenza climatica, la crisi economica, l’utilizzo intensivo dei territori, delle risorse e la pandemia. Tutto ciò ha portato alla ricerca di nuove strategie e alternative, fra cui le colture fuori dal suolo, che negli ultimi anni hanno visto un notevole sviluppo. Queste offrono un contributo fondamentale nelle esigenze di nutrizione dettate dal pianeta. Ciò che emerge è che l’impiego di queste metodologie ridurrebbe del 95% il suolo necessario incrementando i ricavi dell’80%. Fra queste innovazioni più tecnologiche troviamo l’agricoltura verticale, o vertical farming. 

Che cos’è l’agricoltura verticale

Una particolare tipologia di coltivazione che si sviluppa in aree chiuse che crescono in altezza su più livelli, climatizzate e automatizzate. Tali sistemi sono più produttivi del 75% rispetto all’agricoltura tradizionale e consumano pochissima acqua, circa il 95% in meno rispetto a una convenzionale. Le vertical farming inoltre non hanno vincoli geografici, poiché possono trovare posto anche nelle aree urbane offrendo prodotti freschi e a Km 0. Il progetto più esteso di agricoltura verticale è quello di Dubai attualmente in costruzione, con una dimensione di 13000 metri quadrati. Su questo mercato alternativo si stanno affacciando anche Giappone e Cina, vantando su larga scala centinaia di stabilimenti. Anche in Italia, precisamente a Covenago alle porte di Milano, è sorto il più grande centro dEuropa di questo settore, la Planet Farms, dove verranno coltivati basilico e insalata. Si tratta di una startup innovativa, fondata da Luca Travaglini e Daniele Benatoff. Ci viene spiegato che grazie all’unione della tecnologia e della tradizione agronomica italiana, si è potuto procedere verso una risposta concreta e scalabile al bisogno dei prodotti agricoli sani. I processi produttivi innovativi non si vogliono sostituire all’agricoltura tradizionale, ma la vogliono affiancare e integrare. Infatti per Planet Farm la verticalità non rappresenta solo lo sviluppo verticale delle coltivazioni, ma soprattutto un valore simbolico, il sogno di reinventare il futuro attraverso un’evoluzione, un cambiamento di prospettiva. All’interno di questo stabilimento viene riprodotta la filiera nella sua completezza, dal seme che entra ne esce un prodotto già confezionato. Inoltre, in natura, le piante investono energie che sottraggono allo sviluppo dei nutrienti e gli agricoltori si vedono costretti a proteggerle, ricorrendo a sostanze chimiche che andranno poi a inquinare l’ambiente circostante. Attraverso i suoi processi, le piante saranno studiate e osservate in maniera ravvicinata, per l’intera fase di sviluppo. Queste nuove conoscenze saranno tracciate, immagazzinate e messe a disposizione dell’intera comunità agricola.

Ma come funziona l’agricoltura verticale o vertical farming?

Le caratteristiche di queste colture si snodano attraverso diversi aspetti, di seguito si elencano i principali: le piante ricevono l’ideale intensità e tonalità di luce grazie a speciali lampade LED a alto risparmio energetico; la temperatura e l’umidità sono ottimali mediante un sofisticato sistema di climatizzazione; grazie al filtraggio dell’aria che blocca l’ingresso di parassiti, di microrganismi e particolato, nessun pesticida è necessario; l’acqua di irrigazione e i sali minerali vengono riciclati, riducendone il consumo e evitandone la dispersione nell’ambiente; la coltivazione su più piani, 365 giorni l’anno e in prossimità dei luoghi di distribuzione, riduce il consumo di suolo e l’impatto dei trasporti: l’ambiente protetto creato consente di valorizzare e utilizzare sementi pure e non trattate chimicamente o geneticamente; la sapiente miscelazione di tutti i parametri di crescita permette di valorizzare gusto e apporto nutritivo; sofisticati sistemi di monitoraggio della crescita degli ortaggi generano un costante flusso di dati, permettendo di creare attorno alle colture un ambiente sempre più ideale, migliorando la produzione a ogni ciclo.

Questo metodo permette di organizzare le colture in strati sovrapposti verticalmente all’interno di strutture artificiali come un palazzo, un container, o un magazzino.

L’agricoltura verticale consente di produrre più raccolti a parità di area di coltivazione. Si conta che su di un ettaro coltivato attraverso tali sistemi, questo possa offrire una produzione equivalente a quasi 4/6 ettari all’aperto.

Entro il 2020 è prevista una crescita della popolazione mondiale di altri 2 miliardi di persone, provvedere alla sua nutrizione sarà un problema enorme. A causa dello sviluppo industriale e dell’urbanizzazione, gli scienziati affermano che la terra abbia perso un terzo delle terre coltivabili negli ultimi 40 anni e si trovi a alto rischio desertificazione e che a causa del cambiamento climatico saranno previste inoltre forti riduzioni della resa di alcune colture cerealicole. Oggi è necessario organizzare un modo di produrre cibo potendo utilizzare la minore quantità di terra per una popolazione sempre più in aumento. A causa di tutto questo in futuro si cercherà di rendere l’agricoltura verticale una risposta a questa immensa esigenza, spingendosi sino al settore aerospaziale, poiché la vera sfida potrebbe essere addirittura quella di arrivare a coltivare sul suolo lunare.