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Francia, vietate le foto online dei figli

Si stima che un bambino appaia in media in 1300 fotografie pubblicate online prima dei 13 anni. ll Paese d’Oltralpe ha deciso di portare in Parlamento una recente proposta di legge contro il dilagarsi dello ‘sharenting’, il fenomeno di rendere virali le foto dei figli sui social.

Molteplici sono gli scopi riconosciuti ai selfie come il suscitare ilarità, il sentirsi ammirati o il desiderio di condividere frammenti della propria vita e non solo. Infatti, esporre foto, video, ecografie e storie dei propri figli è diventata una tendenza social quasi compulsiva. Un tema delicato e che la Francia ha deciso di portare in Parlamento con una recente proposta di legge contro il dilagarsi dello ‘sharenting’.

Cos’è lo sharenting e quali sono i rischi


Il neologismo descrive la tendenza dei genitori di rendere virali le foto dei figli sui social. Tale definizione è entrata nel 2022 nell’ Oxford English Dictionary e nasce dall’ unione di due parole inglesi: ‘share'( condividere) e ‘parenting’ (genitorialità). Secondo uno studio, il 91% dei genitori posta sui social foto dei propri figli prima che questi abbiano compiuto 5 anni. Circa il 50% delle immagini scambiate sui forum di pedopornografia sono state inizialmente diffuse online dai genitori. Un vero e proprio furto delle immagini che violano la privacy dei minori, sia per la decisione arbitraria degli stessi genitori che per la non consapevolezza dei minori di ‘diventare protagonisti’ di piattaforme sociali. Altri rischi sono rappresentati da episodi di bullismo, cyber-stalking, furto di dati e future discriminazioni scolastiche o professionali.


Cosa stabilisce la proposta di legge e i 4 punti cardine del deputato Bruno Studer


La nuova proposta prende spunto dal modello di una precedente normativa avanzata dal deputato Bruno Studer approvata nel 2020 per i ‘child influencers’. Attualmente in vigore, vieta la diffusione di immagini o video dei minori di 15 anni sulle piattaforme di TikTok, Snapchat e Instagram, previo consenso dei genitori. Nel testo scritto dal promotore della legge viene citato un dato del rapporto 2018 del Children’s Commissioner for England: “Si stima che un bambino appaia in media in 1300 fotografie pubblicate online prima dei 13 anni, sui propri account, su quelli dei genitori o dei familiari, rappresentando uno dei principali rischi per la privacy dei minori. L’obiettivo è quello di rendere i genitori più responsabili, ma anche di chiarire che i genitori non hanno un diritto assoluto sull’immagine dei loro figli. Inoltre, stando a un recente sondaggio, il 91% dei genitori lo ha fatto prima che la prole avesse 5 anni ed il 44% degli intervistati ha ‘assicurato’ di aver ottenuto il consenso del figlio. Quando facciamo una proposta di legge, è anche per mettere in discussione un argomento”. Il decreto è stato suddiviso in 4 articoli :1)l’ inserimento della nozione di vita privata nella definizione della potestà genitoriale; 2) l’esercizio del diritto all’immagine del figlio minore esercitato congiuntamente da entrambi i genitori; 3)i provvedimenti che il giudice può adottare in caso di disaccordo tra i genitori nell’esercizio del diritto all’immagine del figlio minore; 4)nei casi più estremi: la scelta del giudice del tribunale di famiglia di affidare a terzi l’esercizio dei diritti di immagine dei bambini. La misura è stata accolta con favore dal Parlamento, lunedì scorso ed è stata approvata all’unanimità. Il testo ora è al vaglio del Senato. Attualmente, in Francia i bambini quando diventano maggiorenni, possono denunciare i genitori, che a quel punto rischiano fino a un anno di galera o 35mila euro di sanzione. In caso di divorzio, le foto pubblicate da uno dei genitori possono essere usate nelle cause per chiedere l’affidamento esclusivo dei bambini.

La ‘viralità’ dei minori in Italia

Stando ai dati di luglio 2022, circa 350mila persone in Italia sono influencer o content creator professionisti. Un dato allarmante che condizionerebbe le scelte dei fruitori ‘a rischio’. Lo scorso novembre, l’Autorità garante per i diritti dell’infanzia ha sottoposto all’attenzione della premier Giorgia Meloni, la necessità di opporsi a questa tendenza di massa per regolamentare l’attività degli influencer italiani che violano la privacy dei figli e ‘mercificano’ la loro immagine. Nel frattempo, si attende la replica del governo sia per la messa a punto di seri provvedimenti che per la presenza assidua sul web di tali contenuti.