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Il Metaverso in Italia tra sperimentazioni e fallimenti

Un recente documento UE lancia lallarme: il Metaverso potrebbe essere usato dai terroristi

di Silvia Cegalin 

Nell’incontro del 5 Maggio a Palazzo Chigi tra Mark Zuckerberg, il presidente del Consiglio Mario Draghi, e il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, il Metaverso è stato l’argomento principalmente discusso perché ormai, è inutile negarlo, è considerato il futuro dell’intrattenimento, del mondo lavorativo e del business. Eppure non sembrano così distanti i tempi in cui i videogiochi e la realtà virtuale venivano demonizzati perché considerati troppo estranianti dalla realtà, e dannosi soprattutto per gli adolescenti.

Oggi, al contrario, si assiste all’esaltazione del metaverso, con investimenti e lanci di progetti trasversali pure in Italia.

Dalla Rai allo Sport: gli esperimenti del metaverso in Italia

È nata in questi ultimi mesi una partnership tra Nemesis, piattaforma di metaverso made in Italy fondata da Alessandro De Grandi, con la collaborazione di Riccardo Zanini, e la Rai. È intenzione di Nemesis infatti creare uno spazio dedicato al cinema avente una sezione Rai, in cui sarà possibile visitare con il proprio avatar mostre 3D ispirate ai film, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, partecipare in modalità interattiva agli eventi streaming e, ovviamente, vedere gratuitamente tutti i contenuti.

Non serviranno visori, ma sarà sufficiente uno smartphone o un pc, dunque al momento risulta un po’ complicato capire l’effetto tridimensionale e immersivo come sarà prodotto.

La Rai & Nemesis sono state presenti anche all’ultimo Festival di Cannes dove per l’occasione è stato presentato un avatar dedicato a Diabolik, personaggio molto amato e tornato recentemente in auge grazie al film di Manetti Bros (2021). Un gioco, questo, che presenta una varietà di mission coniugando in un unico formato cinema e gaming, o almeno questo è l’intento.

Fallimentare è stata invece la prima partita di calcio nel metaverso. Il match in questione, Milan-Fiorentina del primo Maggio, esperibile sempre tramite la piattaforma Nemesis, è mancato di quell’elemento di novità che ci si aspettava da un’esperienza nel metaverso. Il proprio avatar poteva chattare con gli altri utenti, inviare reazioni e, scaricando un NFT gratuito, indossare gadget della propria squadra. Qualcosa, tuttavia, di già visto e provato (anche nella vita reale).

Con lo sport Nemesis ci ha riprovato a fine Maggio lanciando il Gran Premio di Monaco, una versione, questa di Formula 1, decisamente più stimolante di quella calcistica.

Il settore della moda, anziché Nemesis, ha preferito una tra le piattaforme di metaverso più famose: Decentraland, che dal 24 al 27 marzo ha ospitato la prima “Metaverse Fashion Week“. Esattamente come Nemesis, pure Decentreland si appoggia alla blockchain di Ethereum, a differenziale sono però le criptovalute usate, NEMS per la prima e MANA per la seconda.

Le contraddizioni e i rischi del Metaverso: tra disuguaglianze e terrorismo

In considerazione del fatto che il metaverso sta generando molto interesse, e come è prevedibile investirà sempre più ambiti, sia culturali che sociali, è necessario far emergere alcune contraddizioni e pericoli appartenenti a questo universo incorporeo.

Una prima contraddittorietà riguarda i suoi meccanismi interni. Per quanto il metaverso sia stato spesso acclamato come un’alternativa al divertimento o alla socialità, presenta dinamiche molto somiglianti, se non identiche, a quelle riscontrabili del mondo reale: primo fra tutte il fattore economico.

Nel metaverso se non paghi non hai: per acquistare gadget (rigorosamente NFT), comperare spazi, abbellire il proprio avatar, o partecipare ad alcuni eventi, è necessario pagare, ricalcando così il modello di scambio commerciale presente nella vita reale, nulla di sconosciuto quindi. Una caratteristica che potrebbe far emergere disuguaglianze, e renderle evidenti.

Un altro pericolo è emerso proprio in questi giorni esposto in un documento interno dell’UE, datato 2 Giugno, e visualizzato da EuObserver, nel documento si invita a fare attenzione al Metaverso perché potrebbe attirare il terrorismo, in particolare quello islamico.

Gli ambienti immersivi spiccatamente reali potrebbero difatti servire come base di reclutamento ed esercitazioni, mentre i finanziamenti decentrati con criptovalute sarebbero un valore aggiunto per agire nell’ombra.

Prima di celebrare le lodi del metaverso è perciò opportuno fare di esso una lettura meno parziale.