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Roma, i bus e i falò

“In fiamme bus sulla linea xy. Nessun problema per le persone”. È il titolo della notizia più ricorrente sul sito di Atac, la società del trasporto pubblico (bus, tram e metro) di Roma. Ogni quattro o cinque news compare puntualmente l’incendio. L’ultimo la settimana scorsa, il 16 gennaio. 

Il precedente il 30 dicembre 2020, il bus era in servizio da 18 anni. Il 21 e il 18 novembre altri due: in entrambi i casi gli autisti hanno provato ad intervenire. 

Da tempo si parla del trasporto pubblico romano per gli autobus che prendono fuoco, mentre sono in servizio. E forse proprio questo tempo ha edulcorato la percezione di una situazione grave che anche la comunicazione aziendale tratta ormai come news standard, sempre uguale. In fiamme il bus…nessun problema per le persone. Autobus vecchi, manutenzioni non eseguite: sono le giustificazioni che circolano da tempo. Invece no, non è pensabile che la mattina gli studenti o l’anziana signora con il carrello della spesa o il lavoratore pendolare salgano su un autobus che potrebbe incendiarsi. Sarebbe come se, al mattino, salissimo sulla nostra auto, mettendo in conto che potrebbe incendiarsi, perché in fondo succede spesso. 

Ancor meno è ammissibile nella capitale d’Italia. In una meravigliosa città da tre milioni di abitanti che si stima abbia 20 milioni di turisti l’anno. In un triennio 144 bus sono andati a fuoco e altri 29 nel 2020, con autobus che hanno anche 18 anni, mentre nelle principali città italiane ed europee si mettono al bando i veicoli privati euro 5 (risalenti al massimo al 2011), per le emissioni di inquinanti, anche se con le manutenzioni regolarmente effettuate. Per i bus oltre il 50% delle corse soppresse è dovuto a problemi di funzionamento (situazione che ha generato anche 3,6 milioni di multa dell’Antitrust), per le metro oltre il 50% per mancanza di personale (1).  

Novità 2021

Le linee metro a fine corsa

Comincia così un anno cruciale in cui bisognerà davvero modificare questa gestione del trasporto pubblico, e tutto ciò senza nemmeno scomodare il tema della pandemia. Scendiamo perciò dagli autobus vetusti e saliamo in Campidoglio, che quest’anno vedrà anche le elezioni, che si svolgeranno peraltro in molte città metropolitane italiane. Il sindaco Raggi ha appena annunciato 1,3 miliardi di fondi richiesti al governo per finanziare bus e anche 21 treni per le linee metro A, B e C, quando a distanza di pochissimi giorni arriva la notizia che dal mese di aprile si fermeranno le stesse linee metro. Un fine corsa annunciato per mancanza di liquidità. Lo anticipa in una nota a Virginia Raggi lo stesso amministratore unico di Roma Metropolitane, Andrea Mazzotto. “Dal 31 marzo 2021 la società non sarà in grado di onorare gli impegni correnti, divenendo dunque insolvente e, di conseguenza, trovandosi a dover interrompere ogni attività”. Al problema bus si aggiunge perciò quello delle principali linee della metropolitana, in una città in cui il trasporto pubblico conta o, meglio, conterebbe 1.300 milioni di passeggeri annui.

I cittadini vogliono la gara pubblica

L’altra importante novità di questi giorni riguarda il futuro del contratto di Atac che scade il 4 dicembre. Il Tar del Lazio, nel frattempo, dà ragione al comitato “Mobilitiamo Roma” che nel 2018 ha organizzato il referendum in cui si interrogavano i cittadini sull’opportunità che Roma Capitale affidasse i servizi di trasporto pubblico mediante gara pubblica, prevedendo clausole sociali per la salvaguardia e la rifallò azione di lavoratori. All’epoca 400 mila romani hanno votato (di questi oltre il 70% si è pronunciato per la gara pubblica). Secondo l’amministrazione comunale, però, non si era raggiunto il quorum del 33,3%. Ora il Tar del Lazio si è pronunciato sostenendo che il Campidoglio non avrebbe dovuto applicare il quorum, perciò adesso dovrà proclamare la vittoria del sì, assumendo gli atti conseguenti. In primis, l’apertura del dibattito. È perciò attesa per questi giorni la dichiarazione dell’amministrazione comunale. Nel frattempo ricordiamo che la scadenza del contratto con Atac (di cui Roma Capitale è socio unico) era allora prevista per fine 2019, poi fu prorogata di due anni, per terminare perciò il 4 dicembre di quest’anno. 

Una nuova proroga è pressoché da escludere, almeno formalmente, perché già nel 2018 si era pronunciata l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (2), ritenendo che nemmeno allora vi fossero le condizioni per prorogare sic et simpliciter. Ed era una situazione molto diversa da quella attuale. Atac era appena uscita dalla fase più critica, con il concordato preventivo con continuità aziendale, approvata dall’assemblea dei creditori, alla fine del 2018. Una sorta di sopravvivenza garantita, nonostante gli oltre 1,3 miliardi di debito consolidato, di cui 400 milioni nei confronti dei fornitori che decisero di tenerla in vita, a fronte di una serie di impegni. E di legittime aspettative. Allora il Comune aveva invocato la proroga del contratto, come se fosse un riaffidamento diretto, perché sosteneva non ci fossero le condizioni per fare una gara, per diverse ragioni, tra cui la condizione del concordato appena sottoscritto che richiedeva il tempo per realizzare gli obiettivi posti anche nei confronti dei creditori, così come i tempi scarsi per mettere in piedi una gara pubblica molto complessa. Trascorso perciò anche il periodo del biennio di proroga, è normale pensare che non vi sarà un ulteriore allungamento del contratto di servizio affidato ad Atac. A questo punto, alla luce anche delle gravi difficoltà del trasporto pubblico (bus e metro), l’ipotesi che appare più plausibile è l’abbandono della gestione in house per una gara pubblica che riconosca la migliore offerta di gestione di un servizio, sì complesso, ma di vitale importanza per lo scorrere della vita della città caput mundi. (dlc)

(1) Roma, in un solo anno, è passata dal 14 al 32esimo posto nel report sulla qualità di vita de Il Sole 24 ore, principalmente per i trasporti. Ospita 5 milioni di spostamenti ogni giorno, di cui il 50% in auto, il 20% delle persone si muove usando il trasporto pubblico o mezzi collettivi e il 18% a piedi. 

La rete

La rete stradale è di 8 mila chilometri, sui quali circolano anche 370 mila vetture private nelle ore di punta, a una velocità media di 18 km/h, mentre per i bus la velocità media è a 14 km/h. Il trasporto pubblico si sviluppa con 362 linee di autobus e tram. Poi, ci sono 4 linee di metropolitana per 60 chilometri di rete, una dimensione molto ridotta rispetto agli standard metropolitani italiani ed europei (per esempio Milano ha oltre 100 chilometri). Il parco mezzi ha un’età media superiore ai 12 anni, confronto ai 5 di Berlino (BVG), 6 di Londra (Tfl) e 7 di Parigi (RATP). Il traffico annuo del trasporto pubblico a Roma è stimato in 1.300 milioni di passeggeri. Un dato importante, superiore alla somma dei dati di Milano, Torino, Genova, Napoli e Bologna. 

Il bilancio

L’azienda Atac è praticamente grande come un Comune di medie dimensioni: ha 11.261 dipendenti, per oltre mezzo miliardo di costo del lavoro. Si registra un alto tasso di assenze. In alcuni settori raggiunge anche il 25%, in media è del 15%, quando il tasso medio di assenza nel settore privato è del 6% (Confindustria 2019). Il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2019, l’ultimo disponibile, fotografa dettagliatamente una situazione di miglioramento della gestione, rispetto a quella dell’epoca pre-concordato, seppur permangono molte difficoltà nell’efficientamento del servizio e della funzionalità. Importante anche la voce destinata alle consulenze, soprattutto legali, affidate principalmente a sei o sette studi legali. Dal 2018 al 2020 ammontano a circa 3,2 milioni.

https://www.atac.roma.it/files/doc.asp?r=6919

(2) http://appaltiecontratti.uniroma2.it/wp-content/uploads/wordpress/1.-as-1513.pdf