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“Signal for help”: la silenziosa richiesta di aiuto delle donne vittime di violenza

di Coraline Gangai

Centotre. È il numero di donne uccise in Italia dall’inizio del 2021. Una ogni tre giorni. È il preoccupante quadro che emerge in Italia in questo ultimo anno e mezzo di pandemia. Mancano pochi giorni al 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, e il numero di femminicidi non accenna ad arrestarsi.

In questi anni numerosi sono stati gli strumenti messi in campo per cercare di porre fine al fenomeno e fornire un aiuto concreto alle donne in cerca di aiuto, dai numeri verdi per l’assistenza ai centri antiviolenza (CAV). Con l’avvento del Covid-19, e la situazione di isolamento che ne è conseguita, nel 2020 in Italia le telefonate ai CAV, in cui le donne denunciavano situazioni di violenza domestica, sono aumentate. Il fenomeno è stato registrato anche in Canada dove la Canadian Women’s Foundation ha deciso di istituire il Signal for Help, letteralmente un ‘segnale di aiuto’  lanciato dalle donne vittime di maltrattamenti e abusi.

Il segnale di aiuto: cos’è e quando viene utilizzato

Si tratta di un’iniziativa online nata il 14 aprile 2020 da un’idea della Canadian Women’s Foundation, la Fondazione nata nel 1991 con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze di genere promuovendone l’uguaglianza, per assistere le donne vittime di abusi domestici costrette, a causa del coronavirus, a rimanere in casa con il partner violento.

Il segnale di aiuto è comparso per la prima volta in un video diffuso su YouTube dalla Fondazione in cui si vede una donna in videochiamata con un’amica che ad un certo punto della conversazione, cercando di non farsi vedere dal compagno presente nella stanza e che ne controlla movimenti e parole, alza la mano, piega il pollice al suo interno, e la chiude a pugno. Senza ricorrere al linguaggio verbale, la donna sta dicendo all’amica “mi trovo in una situazione di pericolo”

Questo gesto implica una silenziosa richiesta di aiuto e ad oggi è riconosciuto in oltre quaranta paesi canadesi, negli Stati Uniti, dove è stato introdotto il 28 aprile 2020, e in diversi altri Stati.

Nel momento in cui viene mostrato il segnale è importante continuare a mantenere viva la conversazione con la vittima, in modo da ottenere maggiori informazioni su quanto le sta accadendo e, qualora la vittima richiedesse un intervento immediato, chiamare le forze dell’ordine.

La violenza di genere in Italia. I dati del Viminale

Gli episodi di violenza ai danni delle donne non sono prerogativa di un paese in particolare, ma rappresentano una piaga mondiale. In Italia è il Viminale l’organo predisposto a realizzare settimanalmente dei report in cui vengono raccolti e aggiornati i dati sui femminicidi commessidall’inizio dell’anno.

Nell’ultimo rapporto presentato, aggiornato a metà novembre, si legge quanto segue: “Alla data odierna, relativamente al periodo 1° gennaio – 14 novembre 2021 sono stati registrati 252 omicidi, con 103 vittime donne di cui 87 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 60 hanno trovato la morte per mano del partner/ex. Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato, rispetto a quello analogo dello scorso anno, si nota un lieve decremento (-2%) nell’andamento generale deglieventi (da 256 a 252), con le vittime di genere femminile che invece mostrano un leggero aumento, passando da 100 a 103 (+3%).

I delitti commessi in ambito familiare/affettivo mostrano invece una leggera diminuzione (-2%), passando da 129 a 127; le vittime di genere femminile, da 86 nel periodo 1° gennaio – 14novembre 2020, arrivano a 87 nell’analogo periodo dell’anno in corso (+1%)”.

Numeri che fanno riflettere e che sono già aumentati nel momento stesso in cui si sta scrivendo questo articolo.

Cosa si può fare quindi per poter mettere concretamente fine a questo fenomeno?

Conoscerlo, studiandolo in modo approfondito e analizzandone le componenti sociologiche, riconoscere le forme attraverso cui si esprime e i contesti in cui viene esercitato e aiutare le vittime: secondo il progetto STOP femminicidio sono queste le parole chiave su cui è necessario impostare il piano d’azione partendo, innanzitutto, dal riconoscimento della parità di genere tra uomo e donna.