Sigonella, 37 anni fa: la più grave crisi diplomatica Usa/Italia

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Sigonella, 37 anni fa: la più grave crisi diplomatica Usa/Italia

Il 19 ottobre 1985: dopo il sequestro della nave Achille Lauro e la gestione dei terroristi, la lettera di Reagan a Craxi chiude lo scontro

“Dear Bettino…” (Caro Bettino): iniziava così la lettera che il 19 ottobre 1985 l’allora Presidente Usa, Ronald Reagan, scriveva al Premier italiano Craxi, per chiudere il gravissimo scontro diplomatico scaturito tra i due governi dopo il sequestro della nave Achille Lauro.

Il Sequestro dell’Achille Lauro

Lunedì 7 ottobre 1985: dopo una sosta a Port Said (Egitto) un commando di 4 palestinesi sequestra la nave Achille Lauro. I terroristi vengono sorpresi dell’equipaggio della nave, mentre maneggiano le armi che hanno portato a bordo e che sono destinate (secondo i piani) a condurre un attacco nel porto israeliano di Ashdod. Ne scaturisce una sparatoria nella quale viene ferito un membro dell’equipaggio e dopo la quale il commando si impadronisce della nave.

Dalla Lauro riesce a partire un segnale di allarme che viene captato in Svezia: in esso si comunica il dirottamento e la richiesta dei terroristi che pretendono la liberazione di 50 compagni imprigionati in Israele. Il commando si dichiara appartenente all’OLP, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ma in realtà aderisce ad una componente minoritaria la cui sigla è  FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina).

Intrigo internazionale

Fin dall’inizio del sequestro si capisce la portata mondiale della crisi: il mare dove è avvenuto l’atto di pirateria è egiziano, la nave sequestrata è italiana, i passeggeri a bordo sono di numerose nazionalità tra le quali ci sono gli americani in primis. 

Nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 ottobre, dopo un vertice al Ministero della difesa, il governo italiano definisce l’operazione “Margherita”, che prevede la mobilitazione di 4 elicotteri con 60 paracadutisti, tra incursori e ricognitori, per individuare la posizione della nave ed effettuare un blitz militare per liberarla.

Intanto Craxi (Presidente del consiglio), Andreotti (Ministro degli esteri) e Spadolini (Ministro della difesa) tengono un vertice a Palazzo Chigi. I primi due sono per una soluzione diplomatica, il terzo (che è filo americano) è per il blitz dei reparti speciali. Nel frattempo, in Medio Oriente, anche il leader Olp Yasser Arafat si pone come mediatore tra l’Italia e le autorità egiziane. 

La resa dei terroristi

La situazione si sblocca mercoledì 9 ottobre: la Achille Lauro riceve l’ordine di lasciare la costa siriana, alla quale si era avvicinata, e torna a Porto Said. A gestire la crisi è di Abu Abbas, uno dei leader del FPLP, che svolge la funzione di mediatore sul campo. Ottenuta l’autorizzazione del governo italiano, Abbas riesce a far arrendere i 4 terroristi dopo aver promesso una via di fuga diplomatica. Questa soluzione venne appoggiata dall’OLP e gestita dal governo italiano a condizione che a bordo non fossero stati commessi reati. Il comandante della nave, De Rosa conferma che tutti i passeggeri stanno bene. Purtroppo così non è: i terroristi in un momento di ira hanno ucciso un passeggero americano di origine ebree. Si tratta di Leon Klinghoffer, paraplegico, che viene giustiziato e il cui corpo viene gettato in mare aperto. 

Terroristi verso Tunisi

I 4 palestinesi, in base all’accordo raggiunto, vengono prelevati dalla Lauro e condotti sulla terraferma dove li attende un volo Egyptair direzione Tunisi (sede in esilio dell’Olp). Durante il viaggio, però, mentre sorvolano il Mediterraneo vengono intercettati, a loro volta dirottati, e condotti alla base Usa di Sigonella (Sicilia). Protagonisti del dirottamento aereo sono dei caccia americani che hanno l’ordine di fermare il volo egiziano con a bordo il commando e il ‘mediatore’ Abbas. L’aereo egiziano è costretto ad atterrare a Sigonella, dove c’è un aeroporto militare italiano comprendente una Naval Air Station (NAS) della Marina statunitense. 

Scontro Italia/Usa

Le autorità italiane vengono avvertite solo a cose fatte che i caccia americani hanno intercettato il Boeing egiziano e si sono diretti a Sigonella. Bettino Craxi è una furia e nega al governo americano ogni collaborazione o, meglio, pretende che sia l’Italia adesso a gestire i terroristi. Si innesca così uno scontro senza precedenti che vede gli uomini della Delta force americana accerchiare sulla pista l’aereo. A loro volta, però, i Delta force vengono accerchiati dai carabinieri e dalla VAM (Vigilanza Aeronautica Militare). Le truppe Usa pretendono la consegna dei militanti palestinesi, gli italiani lo impediscono. Il braccio di ferro, che rischia di scatenare un conflitto a fuoco sulla pista tra militari Usa e carabinieri, termina dopo l’intervento determinato del governo Craxi che assume il controllo delle operazioni. 

Abbas libero vola in Jugoslavia 

A questo punto i 4 dirottatori della Lauro vengono fatti scendere, mentre ad Abu Abbas viene concesso il via libera a decollare prima verso Roma e poi verso la Jugoslavia. Nel frattempo le ruggini dello scontro Usa/Italia hanno lasciato il segno e Craxi decide di non recarsi più in America per un viaggio governativo già programmato. Solo a questo punto Ronald Reagan decide di vergare di suo pugno la missiva in cui si rivolge personalmente al Premier italiano al fine di chiudere la vicenda e convincerlo a recarsi negli Usa per la riappacificazione definitiva. Il caso dell’Achille Lauro rappresenta tuttora il momento diplomatico più grave tra Italia e Usa in oltre 70 anni di consolidati rapporti di amicizia. 

La lettera di Reagan a Craxi pubblicata dal Corriere della sera il 20 ottobre 1985

Guarda video La storia siamo noi sull’intrigo internazionale Achille Lauro https://youtu.be/gINERUoff7k