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Spagna, le leggi su autodeterminazione di genere e aborto

Il diritto di chiedere la modifica del proprio sesso all’anagrafe a partire dai 16 anni, senza autorizzazioni giudiziarie o certificati medici o psicologici, ha creato un dibattito accesissimo in tutto il Paese.

Se nella nostra amata Italia lo scontro politico imperversa su Superbonus e giustizia, anche altrove le acque non sono calme.

È il caso della Spagna, dove gli ultimi provvedimenti approvati in Parlamento il 17 febbraio, hanno aperto un dibattito accesissimo non solo nella politica, ma anche fra i cittadini.

Le leggi su autodeterminazione di genere e aborto

Nell’occhio del ciclone è finita il Ministro per le Pari Opportunità Irene Montero, del partito Podemos, contro cui già si erano sollevate richieste di dimissioni, dopo l’entrata in vigore di fine maggio della legge sul consenso sessuale, ribattezzata “solo sì è sì”, che ha provocato un cortocircuito nelle aule dei Tribunali spagnoli, da cui la Montero si era difesa accusando i magistrati di aver male interpretato la norma, provocando non pochi imbarazzi nel premier Pedro Sanchez.

Il ministro delle Pari Opportunità, Irene Montero

Questa volta ad animare il dibattito e le piazze sono le due leggi di cui la stessa Montero è stata promotrice. Autodeterminazione di genere, congedi mestruali pagati, aborto a partire dai 16 anni. Nello stesso giorno, il Parlamento spagnolo ha approvato due leggi, frutto di lunghe battaglie civili e di tira e molla in cui non solo l’opposizione, ma anche partiti della stessa maggioranza hanno cercato di tirare il freno.

La legge trans

La più controversa ed osteggiata è la cosiddetta “legge trans” che stabilisce il diritto di chiedere la modifica del proprio sesso all’anagrafe a partire dai 16 anni, senza autorizzazioni giudiziarie o certificati medici o psicologici che attestino la disforia di genere o i due anni di trattamento ormonale, precedentemente richiesti.

La possibilità di fare richiesta è estendibile anche al di sotto dei sedici anni, con il consenso di un genitore, mentre per chi ha tra i 12 e i 14 anni, servirà l’autorizzazione del giudice. Le legge nega le terapie di conversione e stabilisce misure contro l’omofobia nei settori della salute, dell’istruzione e dell’occupazione. Fra i contenuti della norma, anche l’accesso a persone lesbiche, bisessuali e trans, con capacità di partorire, alle tecniche di riproduzione assistita. Sarà consentito, poi alle coppie lesbiche e bisessuali di riconoscere i figli come propri, senza l’occorrenza di convolare a nozze.

Il Ministro Montero avvolta nella bandiera arcobaleno azzurra-rosa-bianca transgender, subito dopo il voto, ha festeggiato l’approvazione della legge, insieme agli attivisti, nella piazza del Barrio de Las Letras di Madrid, laddove si affaccia il Parlamento spagnolo. Ma le manifestazioni hanno riguardato anche chi si è schierato contro la legge approvata, fra cui i movimenti femministi, secondo cui la legge consentirà a qualsiasi uomo di registrarsi all’anagrafe come donna, rendendo carta straccia la legge sulla violenza di genere.

Le contestazioni

Le attiviste hanno lamentato possibili storture in vari ambiti, come le condanne per crimini di violenza di genere, la detenzione nelle carceri femminili o le competizioni sportive. Ma, più di tutti, vengono contestati i diritti dei minori, citando casi di Regno Unito e Svezia, che avevano adottato una normativa simile, dove tuttavia iniziano a registrarsi numerosi casi di minori che da adulti si sono poi pentiti della transizione.

Aborto dai 16 anni

L’altra legge approvata dal Congresso, anch’essa molto discussa, prevede la possibilità per le ragazze minorenni a partire dai 16 anni di abortire senza bisogno del consenso dei genitori o dei tutori legali e assicura l’accesso all’aborto nelle strutture del sistema sanitario pubblico, più vicine alla propria abitazione. Inoltre, lo Stato sarà obbligato a garantire la presenza di personale sanitario disponibile alla pratica in tutti gli ospedali pubblici. Gli obiettori di coscienza saranno annoverati in un apposito registro. Eliminato l’obbligo dei tre giorni di riflessione per la donna dal momento in cui chiede di abortire.

I congedi mestruali

Infine, una novità assoluta in Europa: congedi per cicli mestruali invalidanti, totalmente garantiti dallo Stato. Saranno, poi, distribuiti gratuitamente assorbenti e prodotti di igiene intima per il ciclo mestruale nelle scuole e nelle carceri.