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A scuola senza cellulare?

Ha deciso di vietare l’uso dei cellulari. È il liceo Malpighi di Bologna. Il provvedimento vale per gli studenti, ma anche per gli insegnanti: prima di entrare in aula i cellulari vengono spenti e ritirati, e ripresi al termine di tutte le lezioni. Vediamo le scuole phone free.

Se c’è una notizia che in queste ultime settimane ha generato molto scalpore, è sicuramente quella della scelta del liceo Malpighi di Bologna, che con l’inizio del nuovo anno scolastico ha deciso di vietare l’uso dei cellulari durante le ore di lezione. Un provvedimento che non vale soltanto per gli studenti, ma anche per gli insegnanti: prima di entrare in aula i cellulari vengono spenti e ritirati, e ripresi al termine di tutte le lezioni. 

Una decisione non sorta da un giorno a un altro, ma giunta dopo lunghe riflessioni e un confronto con neuropsichiatri per capire anche le modalità con cui gestire questa novità, e spiegare ai ragazzi/e che non si trattava di una punizione (in considerazione del fatto che coinvolge anche il corpo docente), ma di una nuova modalità per facilitare la loro attenzione e favorire la socialità.

Cosa ci raccontano i dati

Quando si parla di cellulari la parola attenzione emerge spesso. Non sorprende infatti che la visualizzazione di un contenuto o di una notifica, o il praticare il famigerato scroll (movimento del pollice che scorre dal basso verso l’alto sullo schermo per visualizzare gli aggiornamenti o le ultime notizie) comprometta la concentrazione verso i propri eventuali interlocutori. Un fenomeno, questo, definito Phubbing, e nato dal connubio dei termini inglesi phone snubbing, indicante l’abitudine di snobbare qualcuno a favore del proprio telefono cellulare. 

E a scuola? Da una recente indagine svolta da Studenti.it è risultato che dei 700 studenti intervistati, il 36% ha affermato di essere distratto in classe dalla presenza del cellulare. Ma dalla ricerca emerge un altro dato interessante: il 26% delle scuole ritira il telefono alla prima ora di lezione per restituirlo all’uscita. L’esperimento del liceo di Bologna non è quindi un caso isolato.

Effettivamente se si prende come riferimento la Direttiva Ministeriale 104 del 30 novembre 2007, Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria” (D.P.R. n. 249/1998), la norma è esplicita: «Si deve richiamare l’attenzione sulla possibilità  da parte delle istituzioni scolastiche autonome, nei propri regolamenti, di inibire, in tutto o in parte, o di sottoporre opportunamente a determinate cautele, l’utilizzo di videotelefoni e di MMS all’interno delle scuole stesse e nelle aule di lezione». 

Un’indicazione chiara, da una parte per evitare che la tutela al diritto alla privacy venga violata nelle scuole,producendo ad esempio filmati o foto che potrebbero essere diffuse senza il consenso del soggetto immortalato, e dall’altra cercare di limitare le distrazioni durante le lezioni causate dall’uso del cellulare.

Quali sono le scuole phone free

Oltre al liceo Malpighi di Bologna, anche altri istituti scolastici hanno deciso di ritirare i cellulari a inizio lezioni e diventare così phone free. Tra questi non si può non citare il liceo scientifico ‘San Benedetto’ di Piacenza, il primo, nel 2018, a dotarsi della soluzione tecnologica Yondr: un sacchetto di neoprene che una volta chiuso con il cellulare al suo interno si può aprire soltanto attraverso un sistema di sbloccaggio. Il cellulare rimane comunque abilitato per le chiamate di emergenza. 

Nell’istituto dei Salesiani sulle colline di Castel de’ Britti (San Lazzaro di Savena, Bologna) si è optato invece per un’altra soluzione: un armadietto porta cellulare in legno realizzato dagli stessi ragazzi del laboratorio di falegnameria. Il sistema è molto semplice: si inserisce il telefono nello spazio numerato e l’anta si chiude.

Mentre, sull’esempio del liceo bolognese, l’Itis ‘Nullo Baldini’ di Ravenna ha deciso di vietare il cellulare però solo per le classi del biennio, ma sono sempre di più le scuole che decidono di adottare questo provvedimento.

Non solo divieti, ai ragazzi/e è importante insegnare un uso consapevole del cellulare

Assodato che se il ritiro del cellulare serve per migliorare l’insegnamento, aumentare l’attenzione degli studenti e facilitare la loro socialità e relazioni interpersonali, non ci sono dubbi: del telefono a scuola se ne può fare a meno, in quanto non sembra essere essenziale. Tuttavia sarebbe auspicabile che questa misura,  fosse accompagnata da corsi, incontri e workshop con esperti del settore digitale per guidare i ragazzi/e (ma anche insegnanti e genitori) ad un uso consapevole e maggiormente creativo e meno passivo del telefono, perché una volta usciti da scuola i giovani torneranno comunque a guardare le loro schermate e ad interagire tramite i social