Afghanistan, le donne non possono ridere

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Afghanistan, le donne non possono ridere

Ecco cosa succede nel Paese a un anno dal ritiro delle truppe americane.. Abbiamo intervistato Atai Walimohammad, scrittore afghano e attivista. Quasi un milione di persone solo negli ultimi mesi è finito a dormire in strada

Niente scuole e, tra i tanti divieti, per le donne non è possibile ridere ad alta voce, perché nessuno straniero dovrebbe sentire la voce di una donna, e portare i tacchi alti perché produce un suono quando si cammina (un uomo non deve sentire i passi di una donna).
Tante le uccisioni e le torture, come quelle mostrate nel video inedito, ad esempio perché non ci si vuol far crescere la barba.
Nota: tra i torturatori c’è chi non ha la barba perché per gli ”amici” dei talebani la regola non vale.

Cosa accade ora in Afghanistan?

Regna la morte e continua la mattanza degli afghani  in totale indifferenza dell’Onu e corte internazionale, i terroristi più pericolosi del mondo per i quali gli Usa volevano dare milioni di dollari se qualcuno li avesse trovati, oggi nel 2022 fanno ministri e capi del regime terroristico dei Talebani.  Solo negli ultimi mesi in Afghanistan, circa 980.000 persone, tra cui donne e bambini, sono finite per strada o sotto i ponti. Dopo che sono tornati i terroristi talebani al potere nell’agosto dello scorso anno, circa tre milioni di afghani sono fuggiti e ancora  migliaia e migliaia fuggono dal Paese ogni giorno. La più grande carestia voluta dai talebani è in corso sotto il cielo dell’Afghanistan (ora un non-luogo), le donne sono considerate peggio delle bestie, rinchiuse tra le quattro mura e private dai loro diritti principali, le donne medico, ingegnere, pilota, ufficiali dell’esercito, professoresse, intellettuali, giornaliste e attiviste oggi sono considerate solo oggetti da usare dal regime terroristico. L’Afghanistan ha già prodotto la più grande popolazione sfollata del mondo e si prevede che questo numero aumenti esponenzialmente con l’intensificarsi delle atrocità dei terroristi talebani.

E l’istruzione?

Nell’Afghanistan d’oggi, sotto il regime terroristico dei Talebani, le donne sono sempre più lontane dalle università e dall’istruzione, perché l’istruzione è il peggior nemico del fanatismo, fondamentalismo e ignoranza. L’istruzione fa perdere clienti ai talebani, cioè quando un popolo è istruito e acculturato non manda i propri figli a fianco dei talebani per fare la cosiddetta guerra santa, che in realtà è la guerra più triste. I talebani hanno trasformato le vere scuole nelle cosiddette madrassa che in realtà sono le fabbriche che producono i bambini bombe, kamikaze e bambino soldati. Nelle zone rurali ancora una grande percentuale di persone è analfabeta e spesso viene usata dai terroristi internazionali per fini terroristici. L’istruzione è come la luce e può far uscire gli afghani dal buio, ma ogni volta che questa luce viene accesa da qualcuno, questi viene ucciso barbaramente, perché la gente non deve venire a sapere dell’esistenza della luce. Le scuole e le università per le donne sono state chiuse, ma anche per gli uomini ci sono tante regole disumane. Devono farsi crescere la barba, pregare obbligatoriamente cinque volte al giorno, devono dare ogni mese 15 kg di grano e 15 kg di mais, oltre alle verdure, ai talebani. I loro figli devono iscriversi alle madrasse (dirette dai servizi segreti pakistani e finanziati dal wahabismo dell’Arabia Saudita). 

In quali condizioni si trovano le donne e le fasce più deboli della popolazione?

Appena saliti al potere i talebani, hanno subito preso di mira le donne. Perché le donne? Perché cambia la società. Perché le ragazze istruite non pensano che il loro compito prioritario nella vita sia quello di fare tanti figli per la patria e vivere sottomesse al marito. L’istruzione femminile riduce il tasso demografico e promuove lo sviluppo economico e culturale di ogni paese.

E poi l’altro motivo è che  le donne sono le prime insegnanti della nostra vita. Quando una donna è istruita poi non è facile per i talebani toglierle il figlio per usarlo come kamikaze e bambino soldato, ma quando una donna non sa della propria cultura e non è istruita, crede ciecamente che i talebani siano i  soldati di Dio. 

Completo divieto per le donne di lavorare fuori di casa, il che vale anche per insegnanti, ingegneri e la maggior parte dei professionisti. Completo divieto per le donne di attività fuori della casa se non accompagnate da un mahram (parente stretto come un padre, un fratello o un marito). Divieto per le donne di trattare con negozianti maschi. Divieto per le donne di essere curate da dottori maschi. Divieto per le donne di studiare in scuole, università o altre istituzioni educative (I Talebani hanno convertito le scuole per ragazze in seminari religiosi). Obbligo per le donne di indossare un lungo velo (Burqa) che le copre da capo a piedi. Sono previste frustate, botte e violenza verbale per le donne non vestite secondo le regole talebane o per le donne non accompagnate da un mahram. Frustate in pubblico per le donne che non hanno le caviglie coperte. Lapidazione pubblica per le donne accusate di avere relazioni sessuali al di fuori del matrimonio. Divietò di uso di cosmetici. Divieto per le donne di parlare o di dare la mano a uomini non mahram. Divieto per le donne di ridere ad alta voce (nessuno straniero dovrebbe sentire la voce di una donna). Divieto per le donne di portare tacchi alti perché produce suono quando camminano (un uomo non deve sentire i passi di una donna). Divieto per le donne di andare in taxi senza un mahram. Divieto per le donne di essere presenti in radio, televisione, o incontri pubblici di qualsiasi tipo. Divieto per le donne di praticare sport o di entrare in un centro sportivo o in un club. Divieto per le donne di andare in bicicletta o motocicletta anche se con il mahram. Divieto per le donne di indossare vestiti con colori vivaci. In termini talebani questi sono colori ‘sessualmente attraenti’. Divieto per le donne di incontrarsi in occasioni di festa o per scopi ricreativi. Divieto per le donne di lavare i vestiti vicino a fiumi o in luoghi pubblici. Modificazione di tutti i nomi di luogo incluso la parola “donna”. Per esempio, i “giardini per donne” sono stati chiamati “giardini di primavera”. Divieto per le donne di apparire sui balconi dei loro appartamenti o case. Pittura obbligatoria di tutte le finestre cosicché le donne non possano essere viste da fuori delle loro case. Divieto per i sarti maschili di prendere misure per le donne o cucire vestiti femminili. Divieto di bagni pubblici femminili. Divieto per uomini e donne di viaggiare sugli stessi bus. I bus pubblici sono ora stati nominati “solo per uomini” o “solo per donne”. Divieto di pantaloni larghi anche sotto un burqa. Divieto per le donne di fotografare o filmare. Divieto di fare foto di donne per giornali e libri o di appenderle sulle pareti delle case e dei negozi. E tante regole severe anche per gli uomini, soprattutto chi difende e insegna la vera cultura afghana.

Ci sono dei movimenti di protesta possibili?

I nazionalisti afghani hanno protestato più volte contro le belve talebane, ma hanno fatto una brutta fine, cioè i talebani non li hanno uccisi a colpi di fuco d’arma, ma fatti a pezzi come la carne dal macellaio.

Il fronte di resistenza nella valle del Pankshir esiste e combatte ancora oggi, nonostante delle difficoltà, ma anche lì i terroristi sono arrivati e hanno perpetrato dei crimini indimenticabili, sgozzato le donne, ucciso bambini e arrestato gli uomini nelle carceri pakistane. I generali dell’esercito pakistano affiancano sempre i talebani dal punto di vista militare, strategico ed economico. Attualmente la gente ha fame e pensa solo alla pancia per sfamarsi e sopravvivere, vendono i figli a causa della crisi economica e questo rende ancora più forte i talebani perché gli afghani stanno affrontando la peggiore crisi del mondo: quella di fame. 

Atai con Gino Strada