Ponte sullo stretto, il progetto che scossa

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Ponte sullo stretto, il progetto che scossa

Al via gli espropri, mentre il progetto di Società dello Stretto (per il 55% del Ministero dell’Economia) riceve dal Ministero dell’Ambiente circa 42 pagine di integrazioni su varie problematiche, dalla compatibilità coi vincoli ambientali al rapporto costi-benefici, oltre a tabelle e caratteri non decifrabili.

Il ponte sullo stresso di Messina che collega la Sicilia e la Calabria comporterà un onere di circa 15 miliardi di euro. Lo scorso 14 febbraio è stato approvato l’aggiornamento del progetto definitivo e, secondo le previsioni, i lavori potrebbero partire già dalla fine del 2024. Il 15 aprile scadeva il termine per presentare le osservazioni (da parte dei soggetti ed enti coinvolto nella Conferenza dei servizi). Tra questi, il solo Ministero dell’Ambiente ne ha presentate 280 circa che dovranno essere esaminate da Società dello Stretto e Eurolink che dovrebbero, poi, rispondere nelle prossime due settimane. Cosa che appare quantomeno complicata. 

Il ponte sarà a campata unica di 3,3 km

Con l’approvazione del progetto dalla fase definitiva si dovrebbe passare alla fase esecutiva, con il dettaglio di tutti gli elementi che porteranno alla costruzione dell’infrastruttura. Si parla di una struttura a campata unica di una lunghezza di circa 3,3 km che consentirà il transito di autobus, treni e anche altri mezzi di trasporto.

Ecco cosa prevede il decreto legge

A stabilirlo, è il decreto legge n. 35/2023 approvato in via definitiva dal Governo e che contiene disposizioni urgenti circa la realizzazione dell’opera. Il provvedimento convertivo in legge ed entrato in vigore lo scorso maggio 2023, definisce anche le disposizioni in materia di assetto societario e governance della società Stretto di Messina S.p.A. Nel dettaglio, vengono apportate le modifiche sull’assetto societario già disciplinato dalla legge 1158/1971: la quota di maggioranza del 51% spetta al Ministero delle Finanze mentre le rimanenti quote saranno distribuite a R.F.I. S.p.A, Anas S.p.A e alle Regioni Sicilia e Calabria. La società R.F.I. S.p.A. avrà la gestione degli impianti ferroviari del ponte e le spese relative alla loro realizzazione. Verrà, inoltre, costituito un comitato scientifico che avrà il compito di espletare le consulenze tecniche.

La struttura del ponte sarà a campata unica e ciò la renderà la struttura sospesa più lunga al mondo conseguendo un primato mondiale. Già passato al centro dei dibattiti, secondo l’Ing. Massimo Cerri, l’infrastruttura “rappresenta un’opera sfidante che congiungerebbe le due sponde di uno stretto la cui distanza varia tra i 3 e i 16 chilometri, con fondali dai 70 ai 2.000 metri, forti correnti marine e presenza di faglie”.

Tuttavia, si tratterebbe di un’opera di carattere eccezionale in termine di complessità e dimensioni: il cavo che dovrà ancorare le due sponde avrà un diametro di 1,3 metri mentre dovrà ancora essere aperta la discussione sulla scelta della qualità dei materiali da impiegare per la realizzazione dell’infrastruttura.

I dati tecnici sull’infrastruttura

Prendendo in esame il progetto già discusso nel 2011, l’opera prevedeva un impalcato aerodinamico multi-cassone denominato Messina-Type composto da una campata lunga circa 3.300 metri, un cassone ferroviario di una larghezza di 7,5 metri e due cassoni stradali di larghezza 14,2 metri.

Secondo quanto previsto dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il progetto finale del ponte sarà in grado di assicurare ottime prestazioni aerodinamiche che garantiscono maggiore stabilità di fronte a forti raffiche di vento, resistenza ad eventi sismici di circa 7,1 della scala Richter, alte prestazioni strutturali che prevedono sovraccarichi stradali stimabili in circa 25 mila tonnellate e sovraccarichi ferroviari di circa 40 mila tonnellate. Sempre secondo il progetto, l’infrastruttura avrà una durabilità di circa 200 anni.

Ponte di Messina, tra polemiche e contrarietà

Se da un lato il ponte sullo stretto ha ricevuto diversi consensi da parte delle forze politiche, dall’altro risulterebbe un’opera inadatta. Secondo le più grandi associazioni ambientaliste, infatti, il progetto di circa 534 pagine redatto da più di 38 esperti desterebbe preoccupazioni per le forti raffiche di vento che potrebbero raggiungere i 150 chilometri orari. Tra le problematiche, anche il rischio di sismi e maremoti, oltre all’inquinamento acustico che ne potrebbe derivare. Sempre stando a quanto denunciano gli ambientalisti, andrebbero distrutti circa 13 aree protette.

Le preoccupazioni giungono anche dai residenti che si vedrebbero espropriati i propri lotti. Si tratta di circa 150 persone sul lato calabrese e altre 300 dal lato della Sicilia. Solo il 3 aprile scorso i giornali hanno riportato la notizia dell’avvio delle procedure di espropriazione che costringeranno i residenti a lasciare le proprie abitazioni.

I tecnici bocciano il progetto

La Conferenza dei Servizi indetta dal ministero dei Trasporti tenutosi tra le Regioni e i Comuni interessati, intanto, ha permesso di acquisire le informazioni necessarie per avviare la fase istruttoria ma sono prontamente sopraggiunte, come abbiamo ricordato, le centinaia di osservazioni del Ministero dell’Ambiente e i pareri negativi dei comuni di Villa San Giovanni, Messina e Reggio Calabria. I tecnici del Ministero dell’Ambiente sembrano bocciare il progetto sul ponte e, nella giornata del 15 aprile avrebbero chiesto 239 integrazioni di documenti. Sono circa 42 pagine di integrazioni sulle problematiche che potrebbero essere connessi al progetto: dalla compatibilità coi vincoli ambientali, all’impatto sulla vegetazione e la fauna, al rapporto costi-benefici, al rischio di eventi sismici e alla questione inerente le varie forme di inquinamento. Oltre alle contrarietà riscontrate, giungono anche polemiche sulle tabelle illeggibili presenti sul progetto sulla realizzazione dell’opera. Caratteri non decifrabili che mettono in discussione ancora una volta il progetto “definitivo”. A segnalarlo, lo stesso Ministero dell’Ambiente a margine della procedura della Valutazione di Impatto Ambientale che potrebbe dare l’autorizzazione decisiva per la realizzazione dell’opera.