Boss Madonia, ergastolo confermato in appello per l’omicidio Agostino

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Boss Madonia, ergastolo confermato in appello per l’omicidio Agostino

Nel corso dell’udienza i magistrati hanno affermato che Agostino e la moglie siano stati uccisi per via di alcune delicate indagini condotte del poliziotto volte all’individuazione e all’arresto di numerosi latitanti.

La procura generale di Palermo ha confermato in appello l’ergastolo al boss di Resuttana Antonino Madonia, accusato di aver ucciso l’agente di Polizia in servizio presso l’Alto commissariato di San Lorenzo di Palermo Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio incinta di due mesi. A chiedere la pena dell’ergastolo, i sostituti procuratori Umberto De Giglio e Domenico Gozzo, riconfermando la sentenza emessa in primo grado con rito abbreviato lo scorso 19 marzo 2021.

Agostino ucciso per il suo compito di dare la caccia ai latitanti

Nel corso del processo d’appello svoltosi a porte chiuse, i magistrati competenti hanno analizzato gli atti derivanti da una lunga serie di indagini facendo fede anche alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia come Enzo Brusca, Giusto Di Natale, Gaspare Mutolo, Vito Lo Forte, Francesco Di Carlo, Francesco Marino Mannoia, Nino Giuffrè e Giuseppe Marchese. Nel corso dell’udienza De Giglio e Gozzo hanno affermato che Agostino e la moglie siano stati uccisi per via di alcune delicate indagini condotte del poliziotto volte all’individuazione e all’arresto di numerosi latitanti. Movente che venne condiviso anche alla sentenza di primo grado dal gup Alfredo Montalto, secondo il quale la cosca dei Madonia avrebbe intrattenuto dei rapporti con esponenti delle forze dell’ordine collegati ai servizi di sicurezza dello Stato. 

L’omicidio avvenne il 5 agosto 1989. Antonino Agostino si trovava ai festeggiamenti dei 18 anni della sorella Flora nel villino di Villagrazia di Carini. Poco prima delle 20:00 i due coniugi si recarono dal vicino per mostrargli l’album delle nozze, quando all’improvviso vengono affiancati da una motocicletta di grossa cilindrata con due persone a bordo, che iniziarono ad esplodere diversi colpi di arma da fuoco. Agostino, facendo da scudo alla moglie venne colpito da diversi proiettili che lo uccisero all’istante. Ida, invece, fece in tempo ad urlare ed inveire contro i killer ma anche lei fu raggiunta da un colpo al cuore, morendo poco dopo il ricovero in ospedale. 

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia

Diversi sono i misteri che ruotano attorno all’agguato. Secondo le dichiarazioni del pentito Giovanni Brusca, l’omicidio è stato deciso perché il poliziotto stava indagando su presunti affiliati della famiglia di Resuttana. Il collaboratore Vito Lo Forte, invece, ha dichiarato che Agostino sia stato ucciso per aver sventato, con l’aiuto di un collaboratore esterno del SISDE, l’attentato all’Addaura ordito contro il giudice Giovanni Falcone.

Secondo lo stesso Lo Forte, il giorno prima del fallito attentato, il poliziotto si sarebbe finto sommozzatore sarebbe riuscito ad impedire che l’ordigno venisse innescato. Gli esecutori materiali del delitto sarebbero stati Antonino Madonia e Gaetano Scotto aiutati dall’ex poliziotto Giovanni Aiello. 

Nel 2011 indagato anche l’ex prefetto Antonio Daloiso

Le indagini furono coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo e affidate ai magistrati Antonino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene e, solo nel 2011 furono iscritti nel registro degli indagati anche l’ex prefetto di Messina, nonché ex capo di gabinetto dell’Alto commissariato antimafia Antonio Daloiso e l’ex agente di polizia Giovanni Aiello. L’ex funzionario di polizia Giovanni Paolilli, invece, fu indagato per favoreggiamento, dopo alcune intercettazioni che hanno fatto luce sulla distruzione di alcuni documenti trovati a casa del poliziotto ucciso. 

Sul delitto è ancora in corso un altro processo con rito ordinario che vede imputati il boss Gaetano Scotto e l’amico della vittima Francesco Paolo Rizzuto.