Sicilia, 91 milioni per l’edilizia scolastica in Sicilia con il Pnrr
20 Febbraio 2023
Artifact: il social che combatte la disinformazione. Ci riuscirà?
20 Febbraio 2023
Sicilia, 91 milioni per l’edilizia scolastica in Sicilia con il Pnrr
20 Febbraio 2023
Artifact: il social che combatte la disinformazione. Ci riuscirà?
20 Febbraio 2023

Così è (se vi pare) e le fake news

Per le tante verità rappresentate, quest’opera teatrale che vede il suo esordio nel 1917 risulta ancora oggi estremamente attuale.

“Io sono colei che mi si crede”. Nella commedia di Luigi Pirandello portata in scena in questa stagione teatrale dal regista Luigi De Fusco, se vogliamo la ricerca della verità viene ancora più amplificata. 


La storia della pièce di Pirandello

La storia è relativamente semplice, in un piccolo paese l’arrivo di un forestiero e di sua suocera crea scompiglio, soprattutto il rapporto non ben definito fra i due che, invitati a chiarire, forniscono versioni differenti ma assolutamente verosimili entrambe, pur cercando l’uno di tutelare l’altra nel rispetto e nell’amore reciproco. Il genero nel suo racconto sostiene che la moglie è venuta a mancare e che sua madre è impazzita dal dolore. Impossibilitato quindi dall’affetto che provava per lei a lasciarla al suo destino, ha voluto prendersene cura nonostante il suo secondo matrimonio e in accordo con la nuova consorte, in cui la suocera rivede la figlia, hanno assecondato il ruolo lasciandoglielo credere. La suocera d’altronde non ritenendo di essere pazza, sostiene invece che è il genero ad aver perso la ragione, amava talmente sua figlia che non accetta la sua prematura scomparsa tanto da vedere nella seconda moglie la defunta. Sarà infine la moglie stessa a essere chiamata a dipanare questa intricata faccenda, ma pure lei a sua volta fornirà una duplice risposta non risolvendo la realtà, anzi lasciando intendere che può essere vero ciò che è falso, come chi sano mentalmente essere pazzo. 

Le tante verità 

Questa opera teatrale che vede il suo esordio nel 1917 risulta ancora oggi estremamente attuale, infatti mai come nel contesto storico che stiamo vivendo è difficile percorrere una sola verità, le verità possono essere molteplici e amplificate dall’utilizzo dei social media, addirittura infinite. Ma quanto è importante la verità, pur sapendo che nella storia non è mai stata accessibile a tutti? Nello scenario in cui ci affacciamo circolano informazioni che, a nostra volta, veicoliamo: poter interpretare una notizia come univoca diventa impensabile. 

Ma c’è un modo di riconoscere una fake? 

In scenari di fluida incessante circolazione delle news che ogni giorno assumono una portata sempre più massiccia è davvero difficile orientarsi. 

La prima fake news della storia: una lettera mai scritta dal generale di Sparta 

La prima presunta falsa notizia della storia risalirebbe nientemeno che alla lettera mai scritta dal generale spartano Pausania, in base alla quale venne considerato colpevole di alto tradimento per la sua probabile intenzione di tradire i greci per poi passare al servizio di Serse.

La definizione di fake news

“Ai giorni nostri il termine ha valicato i confini-spazio temporali tanto che l‘autorevole Collins Dictionary ha definito, nel 2017, le fake news come “espressione dell’anno” dopo che, a livello mondiale, se ne è iniziato a parlare sistematicamente dal 9 novembre dell’anno precedente, giorno dell’elezione di Trump che ha utilizzato, poi, il termine per attaccare la stampa. In Europa l’attenzione è stata posta nell’aprile 2017, in seguito alla presentazione, alla discussione e all’approvazione della legge tedesca anti-notizie false e anti-hate speech online; mentre in Italia il dibattito è, inevitabilmente, in continua crescita, visto che il termine è impiegato per definire una vasta gamma di contenuti ingannevoli, inequivocabilmente falsi, ma ugualmente capaci di creare divisioni e contrapposizioni, perché in grado di agire sui sentimenti elementari e immediati dell’uomo, come la paura, l’odio, l’interesse e la prepotenza, nonostante siano celati nell’anonimato”.

Riconoscere notizie false come individuarne gli autori diviene quindi praticamente impossibile, ma utilizzando senso e logica, vi sono dettagli che possono metterci in guardia da informazioni non veritiere come il mancato  utilizzo di fonti e dati non prettamente autorevoli, titoli vistosi e altisonanti, utilizzo di foto non recenti o ritoccate. Sono elementi questi che possono farci avvicinare a una forma di verità, consentendoci di sperimentare quella sensazione di libertà che permette la realizzazione di ciò che vogliamo, così come si manifesta, senza dover sperare, immaginare o manipolare.

George Orwell a proposito della verità da vero precursore già nel 1945 nel suo romanzo “La fattoria degli animali” scriveva “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”.

@photo di Antonio Parrinello