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Dahmer, chi è il serial killer della serie Netflix più vista

La storia di Jeffrey Dahmer ha battutto il record della serie più vista di sempre con 300 milioni di ore di visualizzazioni nella seconda settimana di pubblicazione.

Ormai si sa, Netflix detta moda. Anche quando è macabra. E’ il caso della nuova serie della piattaforma streaming più famosa del web che il 21 settembre ha lanciato Dahmer – Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer, ispirato ad uno degli assassini più spietati e feroci della storia. 

Dahmer, record con 300 milioni di ore di visualizzazioni nella seconda settimana

Jeffrey Dahmer, infatti, è conosciuto anche con il nome di mostro o cannibale di Milwaukee; dal 1978 al 1991 ha commesso diciassette omicidi con metodi così efferati da essere ancora oggi ricordato ed usato come metro di paragone per tale brutalità. Come riportato da Deadline, Dahmer ha sfiorato tutti i record con ben 300 milioni di ore di visualizzazione nel corso della seconda settimana di pubblicazione piazzandosi prima nei prodotti più visti a livello globale superando la serie Stranger Things, Bridgerton, La Casa di Carta Squid Game che detenevano finora la vetta della classifica delle serie più seguite di sempre. Complice del successo della produzione Netflix realizzata da Ryan Murphy e Ian Brennan è anche la scelta dell’attore protagonista Evan Peters,veterano della serie American Horror Story, la cui interpretazione del serial killer ha comportato una ancora più ampia visibilità nonché motivo di curiosità.

Di fatti, la miniserie è stata oggetto delle cronache delle ultime settimane non soltanto per il suo forte impatto mediatico, ma anche perché la storia di Jeffrey Dahmer era perlopiù conosciuta soltanto negli Stati Uniti, dove è ancora oggi ricordata come uno dei casi più eclatanti. In questo modo, però, l’attività criminale del mostro di Milwaukee è diventata di dominio globale, provocando numerose polemiche anche per rispetto nei confronti delle famiglie delle vittime che vedono ancora una volta spiattellati dettagli e minuzie dei delitti commessi da Dahmer. Mutilazione, violenza sessuale, necrofilia e cannibalismo sono alcune delle modalità terrificanti che hanno caratterizzato gli assassinii da lui commessi e vederle raccontate su uno schermo a livello mondiale ha di certo suscitato scalpore ma ha anche permesso di ritornare su temi così sensibili e delicati. In realtà la biografia di 

Il film Dahmer – Il cannibale di Milwaukee

Dahmer è stata già riprodotta sotto forma cinematografica grazie al film Dahmer – Il cannibale di Milwaukee diretto da David Jacobson con Jeremy Renner nel ruolo del protagonista, ma l’effetto mediatico non è stato ai livelli raggiunti da Netflix. In particolar modo, in questa versione oltre ad approfondire le storie degli omicidi commessi, il regista ha cercato di scavare anche nella personalità del serial killer partendo da alcune sue dichiarazioni rilasciate nel corso del processo in cui fu condannato a quindici ergastoli, in cui Dahmer aveva ammesso di voler soltanto possedere dei cadaveri ma di non aver mai odiato nessuno cercando di fare in modo che le sue vittime avessero una morte meno dolorosa possibile prima somministrando dei narcotizzanti e poi strangoladole. 

Chi è Jeffrey Dahmer

Come si può notare nel corso dei tre episodi del crime dramafirmato Netflix, era proprio la promessa di offrire soldi, droga e sesso l’esca con cui Dahmer adescava le sue prede. Sebbene il suo modus operandi fosse sempre lo stesso, le sue vittime non godevano della stessa fine. Alcune venivano addirittura lobotomizzate: Dahmer dapprima perpetrava alcuni fori nel cranio utilizzando un trapano per poi irrigarlo con l’acido muriatico o con l’alcol etilico proprio per utilizzare ancora i loro corpi masturbandosi con essi. Da qui dunque nasce la sua propensione per la necrofilia, di cui sono stati oggetto tutti gli uomini da lui uccisi. Il suo profilo criminale si può infatti dire che fosse del tutto atipico, in quanto le sue 17 prede non facevano parte della sua stessa etnia ma avevano comunque uno stesso profilo personologico: giovani ragazzi di colore tra i 14 e i 31 anni, principalmente afroamericani, ispanici e asiatici, con precedenti penali e omosessuali. 

Questo, però, è soltanto una parte dei crimini da lui commessi. Alcolizzato e con un passato emotivo pesante alle spalle, Jeffrey Dahmer ha infatti collezionato una carriera da assassino con lo smembramento dei cadaveri delle sue vittime e cibandosi delle parti del loro corpo accuratamente conservate o seppellite in giardino per poi essere riutilizzate per fini necrofili in un secondo momento, aggiungendo così ai suoi crimini anche il cannibalismo. Catturato nel 1991 quando una vicina di casa di Dahmer chiamò la polizia dopo aver avvistato l’uomo insieme ad un ragazzo nudo e sanguinante, fu poi processato all’ergastolo nel 1992. Nonostante la giustizia avesse fatto il suo corso, Dahmer non scontò mai la sua pena perché morì soltanto due anni dopo. Incarcerato nel Columbia Correctional Institute di Portageil cannibale di Milwaukee fu ucciso da un altro detenuto affetto da schizofrenia, Christopher Scarver, nel 1994 ponendo così fine definitivamente alla sua storia. Anche se i suoi crimini saranno sempre un monito per la barbarie e la ferocia di cui l’umanità può essere capace