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Ghemon a teatro

Ghemon, 41 anni (foto di Martina Amoruso) 

 Il suo nuovo spettacolo ‘’Una Cosetta Così’’ in tutti i teatri. Dall’hip hop alla stand-up Comedy. Lo abbiamo intervistato.


In quanti hanno il coraggio di cambiare realmente, in una società come questa dove chi pensa diversamente sembra fare paura invece di suscitare ammirazione? Probabilmente in pochi, perché il cambiamento spaventa e comporta una presa di posizione decisa e risoluta. E se di decisione e risolutezza si parla non si può certo dire che siano doti che mancano a Gianluca Picariello in arte Ghemon, artista avellinese di quarantuno anni. Artista, non semplicemente cantante e rapper di caratura: perché Ghemon, sin dai suoi esordi prima nei Sangamaro e poi da solista con l’EP ‘’Ufficio Immaginazione’’ con l’allora pseudonimo di Ghemon Scienz passando per progetti distanti da vacui cliché come ‘’Embrionale’’ con il nome di Gilmar, ha sempre avuto la perseveranza nel declinare il suo amore per l’arte in varie forme come testimonia il suo nuovo spettacolo ‘’Una Cosetta Così’’ che lo ha visto grande protagonista in tutti i teatri, e non solo, della penisola in un 2023 che profuma per lui di nuovo inizio. Uno spettacolo che affonda le proprie radici nella stand-up comedy, scritto con Carmine Del Grosso e arricchito dalle tastiere di Giuseppe Seccia e dal suono elegante della chitarra di Filippo Cattaneo Ponzoni, per poi diventare qualcosa di ancora più profondo e che approderà in Sardegna per tre date che si prospettano stimolanti e ricche di spunti di riflessione: ad aprire le danze nell’Isola ci penserà la serata del 14 dicembre al TEN di Nuoro alle 21 organizzata dall’associazione culturale l’Intermezzo, seguita il 15 dicembre alle 20.30dall’appuntamento al Teatro Comunale ‘’Akinu Congia’’ di Sanluri per la Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa, Musica e Danza del CeDAC, mentre il 17 dicembre alle 21 sarà la volta del Teatro civico “Gavino Ballero’’ di Alghero per l’undicesima edizione del ‘’FestivAlguer/Festival Internazionale di Arti Performative’’ ideato e realizzato da exPop Teatro. Al termine di questi tre appuntamenti in terra sarda Ghemon sarà il 22 dicembre al Teatro Socjale di Piangipane e il 28 dicembre all’Auditorium Unità d’Italia in quel di Isernia. Definire ‘’Una Cosetta Così’’? Molto probabilmente sarebbe poco adatto perché Ghemon sfugge a qualsiasi catalogazione e ingabbiarlo in un determinato filone proprio non gli si addice. D’altronde, lui stesso lo ha rimarcato con fare sornione: non si tratta né di un concerto, né di un monologo teatrale e nemmeno di uno spettacolo comico. Forse, alla fine della giostra, è tutto questo e molto di più. Quel molto di più che Ghemon ricerca dal suo primo disco ufficiale uscito nel 2007 e intitolato ‘’La rivincita dei buoni’’. Quei buoni di cui continua a essere uno dei portavoce più autorevoli e che, nonostante le difficoltà – come scriveva il celebre scrittore Cormac McCarthy nel suo capolavoro ‘’La strada’’  – continuano a provarci e a non arrendersi mai.

Ghemon partiamo dal presente e dal suo nuovo spettacolo, ‘’Una Cosetta Così’’, che la sta portando in giro per l’Italia raccogliendo tanti consensi in un settore per Lei nuovo come quello della stand-up comedy. Il suo amore per questa forma di espressione è un colpo di fulmine o c’è voluto del tempo per accorgersi del legame che vi univa?

«Beh, direi assolutamente un colpo di fulmine e nemmeno così recente come si potrebbe pensare».

Quando ha iniziato ad appassionarsi a questa forma d’arte?

«Circa dieci anni fa, come spettatore. Andavo alle serate degli stand-up comedian e sono rimasto subito colpito da ciò che realizzavano sul palco. Direi proprio che la stand-up mi ha stregato, ho pensato quasi da subito che potesse essere parte di me e così, in effetti, è come hanno potuto vedere le persone che hanno preso parte al mio spettacolo».

Uno spettacolo dove per un’ora è mezza le persone non mettono mano al telefono e non inondano il web di anticipazioni, foto e video di vario genere. Insomma, quasi un’utopia al giorno d’oggi.

«In effetti sì, ma mi piace pensare che le persone coltivino ancora alcune utopie e alcuni ideali, lasciandosi sorprendere e vivendo il momento».

In ”Una Cosetta Così” si parla di tanti aspetti della sua vita.

«Già, aspetti importanti che si compenetrano. Ci sono riferimenti al mio percorso artistico, alla mia quotidianità, alle mie tante passioni. Insomma, le mie varie inclinazioni affiorano in un’ora e mezza tutta da gustare».

Lei viene dalla scena hip hop italiana e ancora oggi, seppur abbia avuto un percorso molto trasversale, rappresenta uno dei pilastri della scena rap nostrana. Trova dei punti in comune tra rap e stand-up?

«Assolutamente sì, sono due forme di espressione incentrate sulla parola che svolge un ruolo determinante e in entrambi i casi si sta sul palco. Va anche detto che, spesso, sia chi si avvicina al rap sia chi si approccia alla stand up crede sia possibile essere protagonisti senza la minima difficoltà, come fosse un qualcosa di immediato quando invece non è così. C’è un lavoro dietro molto scrupoloso».

Come è stato per Lei approcciarsi alla stand-up?

«Chiaramente stimolante ma al contempo anche complesso. Ci ho messo tanto tempo per elaborare un mio stile e per creare qualcosa che fosse il più possibile peculiare. Ho studiato tanto e ancora adesso lo faccio».

Quanto è stato importante cambiare direzione nel suo percorso artistico?

«Si è rivelato assolutamente fondamentale. Dopo la mia partecipazione a Sanremo nel 2021, ero in cerca di nuovi stimoli, volevo voltare pagina e ricominciare: ecco ‘’Una Cosetta Così” è frutto di questo processo di cambiamento. Ho preso coraggio e mi sono buttato anima e corpo in questa nuova avventura, cominciando davvero da zero e facendo tutta la trafila tipica di ogni gavetta, in questo caso insieme ai comici emergenti. In definitiva? Sono ripartito da capo e non potrei essere più felice di averlo fatto».

Adesso l’attendono tre date in Sardegna, un luogo in cui lei ha avuto l’occasione di suonare in più di una occasione.

«Ebbene sì, non ci torno dal 2018: l’ultima volta fu in occasione del Festival ‘’Ateneika’’ in cui presentai a Cagliari il mio disco ‘’Mezzanotte’’. Sono stato anche a Gavoi, in passato  più di una volta sono stato a Sassari e ricordo quelle date con molto piacere perché mi riportano ai miei esordi, all’epoca avevo all’attivo solo un disco e trovare qualcuno che mi desse fiducia non era assolutamente scontato. La Sardegna è una terra che amo molto e posso dire di avere avuto il privilegio di aver conosciuto tanti suoi lati  ricchi di fascino, diversi tra di loro ma al contempo complementari».

Facciamo un passo indietro. Nel 2013 ha preso parte al remix del brano di Neffa ‘’Dove sei’’ contenuto nel disco ‘’Molto calmo’’. Che ruolo ha avuto Neffa nel suo percorso artistico?

«Beh direi parecchio importante, Neffa è stato per me un gran bell’esempio e avere l’opportunità di collaborare con lui fu una grande emozione. Quando ci siamo conosciuti di persona, ho subito capito che eravamo legati da propensioni e gusti molto simili. Lui mi è sempre piaciuto, da adolescente così come da adulto, è sempre stato un artista speciale con cui confrontarsi è un piacere e un’occasione di crescita. Ricordo, ad esempio, quando gli dissi che volevo concentrarmi sempre di più sul cantato: ecco, lui che anni prima proprio come me era passato dal rap alla dimensione cantata seppur in modo più radicale, mi mise in guardia, avvisandomi che non sarebbe stato un cammino semplice e che avrei dovuto lavorare tanto per non incappare in critiche accanite. A distanza di anni, mi ha scritto per complimentarsi, apprezzando la mia decisione e il percorso di maturazione intrapreso. Un attestato di stima da un artista come Neffa non può che lusingarmi: ancora oggi ci sentiamo e abbiamo un bel rapporto umano».

Una figura che lega Lei a Neffa è Al Castellana una delle voci soul italiane di maggior prestigio.

«Proprio così, Al Castellana è un caro amico che sento spesso, è stato maestro di canto sia mio che di Neffa per l’appunto. Anni fa, tra l’altro, mi sono trasferito per qualche mese a Trieste proprio per studiare canto con Al Castellana e ha rappresentato per me un bel bagaglio d’esperienza di cui fare tesoro».

Lei ha partecipato due volte a Sanremo: nel 2019 con ‘’Rose viola’’ e nel 2021 con ‘’Momento perfetto’’. Che esperienze sono state?

«Importanti, decisamente, e totalmente diverse. Nel 2019 fu una grande festa, un’esplosione di emozioni e di sensazioni positive che mi diedero una grande carica positiva. Nel 2021, invece, fu un momento brutto a causa della pandemia che rendeva tutto una grande incognita».

Le piacerebbe tornare sul palco dell’Ariston?

«Non escludo il ritorno ma non voglio che la mia vita ruoti attorno alla speranza di essere selezionato per Sanremo in modo da godere di un’esposizione mediatica notevole. Il mio percorso artistico e umano va al di là di tutto questo».

Tra le sue tante passioni spicca anche la corsa, tra l’altro è reduce dalla maratona di Valencia tra le più qualificate al mondo. L’atto del correre influenza la sua scrittura?

«Correre influenza tantissimo il mio modo di scrivere. Giusto per fare un esempio, varie battute del mio spettacolo ‘’Una Cosetta Così” sono nate proprio mentre correvo, l’atletica leggera è una disciplina molto suggestiva che mi ha influenzato non solo dal punto di vista artistico ma anche nel mio approccio alla vita quotidiana. Mi ha consentito di essere molto più metodico e tenace, aspetti fondamentali che permettono di fare la differenza». 

Nel 2024 si celebreranno i dieci anni dall’uscita di ‘’Orchidee’’ uno dei suoi album più apprezzati e che ha sancito il suo passaggio alla musica suonata. Ha in programma qualche iniziativa in merito?

«Per prima cosa ci tengo a sottolineare che ‘’Orchidee’’ è stato per me un disco fondamentale che mi ha proiettato verso nuovi lidi, un po’ come adesso sta facendo il mio spettacolo ‘’Una Cosetta Così”. Proprio come allora mi sento contento di questi cambiamenti netti che sto vivendo, è come se stessi salendo nuovamente su un treno in corsa che mi porterà a una nuova consapevolezza di me stesso. Un treno all’insegna della libertà di essere più cose, senza cedere alle insidie delle definizioni fini a se stesse. Tornando a ”Orchidee”, sono legatissimo a quell’album che alcune grandi etichette discografiche scartarono perché non ne colsero il potenziale, fu una vera e propria scommessa che posso dire con fierezza di aver vinto. Sicuramente faremo qualcosa per tributarlo, tante persone che all’epoca non hanno avuto l’occasione di assistere al tour è giusto che abbiano questa possibilità».

Nel suo percorso artistico ha collaborato con tanti artisti, tra cui risalta Mecna con cui avete sempre avuto un’alchimia spiccata. Tempo fa si prospettava l’idea di un vostro album in coppia: è ancora in programma l’idea di concretizzare questo proposito?

«Con Corrado non ne abbiamo più parlato ma continuiamo a vederci e a volerci bene, siamo amici da tanti anni. Comunque perché no? Potrebbe succedere quando nessuno se lo aspetta. Ormai i joint album sono sdoganati, a noi piace andare in controtendenza quindi vedremo strada facendo cosa accadrà».

Il 2024 sarà l’anno del suo ottavo album?

«Sicuramente uscirà il disco riguardante il mio spettacolo ‘’Una Cosetta Così’’ dove non mancheranno canzoni inedite. Riguardo tutto il resto, vivrò giorno per giorno e vedremo il da farsi, in maniera molto naturale e senza alcuna forzatura».

Nel suo primo album ufficiale del 2007 ‘’La rivincita dei buoni’’ spicca il brano ‘’La politica del tempo’’: Lei come vive il tempo che passa?

«Non ho alcun problema con il tempo che passa, è inevitabile e bello che sia così. Compiere quarant’anni dona una nuova prospettiva e, personalmente, mi ha spinto ancora di più a migliorarmi e ad approcciare nuove cose. Credo che nella vita non adagiarsi e ricominciare sia fondamentale per realizzare davvero ciò che si sogna».

In questi vent’anni di carriera in cosa è cambiato maggiormente e in cosa vorrebbe cambiare ulteriormente?

«Ho sempre assecondato i miei cambiamenti, facendomi guidare dall’istinto. Sono cambiato tanto, ad esempio aprendomi a più cose e a nuove esperienze, ma rimanendo comunque fedele ai miei valori. Quello che spero per il futuro è di potermi muovere in più direzioni possibili, trovando e sperimentando nuovi mezzi per potermi esprimere. Oggi come in passato, così come in futuro, ciò che mi interessa è mettermi in gioco in qualsiasi ambito e contesto, facendo emergere la mia personalità e lasciando la mia impronta».