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Gli Squallor, chi erano?



51 anni fa nasceva il gruppo musicale che ha segnato la storia d’Italia

Irriverenti, goliardici, dissacranti, per certi aspetti sovversivi. Il 4 ottobre 1971 usciva in Italia il primo 45 giri degli Squallor, gruppo musicale che ha segnato la storia. Il titolo di quel memorabile disco d’esordio era “38 luglio” e diede il via ad uno dei fenomeni musicali, sociali e culturali, più incredibili del nostro Paese. Sono trascorsi esattamente 51 anni da quell’improvviso quanto irruento successo popolare, che ha segnato un ventennio italiano (nel 1994 l’uscita dell’ultimo album “Cambiamento”). 

La darkroom della musica italiana

Testi, musiche e arrangiamenti degli Squallor ruotavano intorno allo scherzo, all’irriverenza ed alla goliardia. Che spesso si mescolavano a volgarità e doppi sensi (che poi erano sensi unici). I “contrabbandieri della musica”, così fu definita la band che raccolse in pieno lo spirito dei giovani del ’68, erano quattro straordinari artisti, che amavano prendersi gioco di tutti e che diedero l’assalto alla censura ed al bigottismo borghese, tipico di una specifica fase storica italiana. Le ‘armi’ usate dai quattro esegeti della darkroom della musica erano il turpiloquio, le allusioni sessuali, le parolacce in lingua napoletana che smontarono, un pezzo alla volta, il perbenismo di facciata della società. Non a caso, proprio negli anni ’70, ci si confrontava e si dibatteva sui temi tabù dei referendum radicali (divorzio e aborto). 

I 4 cavalieri dell’apocalisse (musicale)

I protagonisti del gruppo musicale erano: Alfredo Cerruti, napoletano e produttore discografico (ebbe una storia d’amore con Mina), che rappresentava il genio delle improvvisazioni vocali della band. Divenne famoso sia con gli Squallor che nelle trasmissioni dei Renzo Arbore (era la voce di “volante uno a volante due” e del professor Pisapia nel programma Rai “Indietro Tutta”). Con Cerruti, l’altro grande valore aggiunto nel gruppo fu Gaetano (Totò) Savio, pure lui di Napoli e autore di quasi tutte le musiche degli Squallor. Cantava i brani in napoletano e fu il produttore del gruppo: Savio è stato il coautore di grandi successi discografici italiani come Cuore Matto per Little Tony, delle canzoni di Massimo Ranieri (Rose Rosse, Se Bruciasse la Città, Vent’Anni, Erba di Casa Mia), di Maledetta Primavera per Loretta Goggi e di tantissimi altri successi. Sodale di Savio, come paroliere della band squalloriana, era Giancarlo Bigazzi, fiorentino e creatore di molti testi musicali di successo insieme a Mogol. Bigazzi ha scritto le canzoni più famose di Umberto Tozzi (Io Camminerò, Ti Amo, Gloria, Si può dare di Più) oltre che quelle di Mia Martini, Riccardo del Turco, Raf, Aleandro Baldi, Marcella Bella e di tanti altri artisti italiani dagli anni ’60 ai ’90. Infine, a completare gli Squallor, c’era Daniele Pace, milanese, che aveva cantato sulle navi da crociera in coppia con un certo Silvio Berlusconi (il Cav, una volta tanto in complesso d’inferiorità, disse di lui: “con la sua erre moscia e il suo carisma, interpretando canzoni francesi, mi fregava tutte le ragazze”). 

Il mio amico il diavolo

Stimolo determinante per la nascita del gruppo fu la visione del film “Il mio amico il diavolo” (Bedazzled 1967), diretto da Stanley Donen, scritto e interpretato da Peter Cook e Dudley Moore. Fu soprattutto il brano “Bedazzled” dei Drimble Wedge and the Vegetation (gruppo musicale presente nel film) a ispirare Alfredo Cerruti. Quello stesso stile visto nella pellicola poi caratterizzò l’intera produzione degli Squallor: una musica che accompagnava un testo recitato con tono distaccato. Le canzoni dei “pirati” della musica hanno accompagnato più generazioni, sono tuttora famose e conosciute, e anche se ufficialmente nessuno li ascoltava, in nome del rigoroso e composto perbenismo che non poteva certo sdoganare volgarità e frasi spinte, in gran segreto tutti conoscevano Curnutone, ‘O camionista, Il 68 mi ha rovinato, ‘Na sera e maggio…n’addore ‘e rose, Mia cara miss, ‘O tiempo se ne va. 

Le grandi parodie 

Il maggior successo commerciale degli Squallor fu l’album Tocca l’albicocca (1985): al suo interno vi era il singolo “USA for Italy” (parodia del progetto USA for Africa e della famosa We Are the World di Michael Jackson). Per una volta il testo rinunciava al consueto turpiloquio, ricevendo così il lasciapassare per essere diffuso al grande pubblico. Altra famosa parodia fu Albachiava, che prendeva in giro la famosissima Albachiara di Vasco Rossi (nella canzone si parla di “Vasco Bossi, quel cantante coi capelli grassi” che, nella parte finale del brano, viene bistrattato dopo un concerto dal manager taccagno). 

Le collaborazioni esterne

La voce della versione squalloriana di Albachiara era dello straordinario Gigi Sabani, protagonista anche di un altrol brano, Preservame atu’ in cui imitava Julio Iglesias. Altre collaborazioni con la band videro protagonisti Gianni Boncompagni – voce in Vacca (1973), Marco Marati – voce in Madonina (1981), Arnaldo Santoro – voce in Processo a Miami (1988), Red Canzian – voce dei rutti. 

Dalla musica ai film

Gli Squallor hanno rappresentato un fenomeno veramente significativo perché la loro musica esplose nel segreto delle case degli italiani: tutti conoscevano parole e musiche dei “pirati”, nonostante nessuna radio passava i loro pezzi, neanche quando dopo il ’77 vi fu il boom delle radio libere e quindi della diffusione della musica alternativa. In famiglia, nelle uscite in comitiva, nelle gite al mare non si potevano pubblicamente ascoltare i grandi successi di Cerruti, Savio, Bigazzi e Pace, ma con l’arma delle cuffiette alle orecchie tutti finivano per sentirli e risentirli infinite volte. L’impetuoso successo che macino’ la band negli anni ’70 raggiunse il culmine nel decennio successivo e , nonostante la censura ufficiale, vennero realizzati ben due film: Arrapaho, regia di Ciro Ippolito (1984) ed Uccelli d’Italia, semore per la regia di Ciro Ippolito (1985). 

Tutti gli album degli Squallor 

1973 – Troia

1974 – Palle

1977 – Vacca

1977 – Pompa

1978 – Cappelle

1981 – Mutando

1980 – Tromba

1982 – Scoraggiando

1983 – Arrapaho

1984 – Uccelli d’Italia

1985 – Tocca l’albicocca

1986 – Manzo

1988 – Cielo duro

1994 – Cambiamento