Il movimento del de-influencing, che cos’è

Quali sono le truffe più diffuse attualmente?
27 Marzo 2023
Citofoni Rosa, il progetto contro la solitudine
30 Marzo 2023
Quali sono le truffe più diffuse attualmente?
27 Marzo 2023
Citofoni Rosa, il progetto contro la solitudine
30 Marzo 2023

Il movimento del de-influencing, che cos’è

Le risposte della Gen Z alla finta realtà dei social network. Gli influencer fanno l’opposto di ciò che ci si aspetta da loro: disincentivano gli acquisti, raccontando di prodotti che per loro non hanno funzionato.

Gli influencer, persone pagate dai brand per pubblicizzare i loro prodotti online e convincere i loro follower a comprare, hanno guadagnato negli ultimi anni popolarità e credibilità. Il loro regno social rimane Instagram, ma anche Tik Tok è ormai il luogo di nascita di trend destinati a diventare virali. La pubblicità è ormai senza limite e spazia dai libri ai prodotti per la cura della casa, dal make up ai soggiorni di lusso. Molti creator, però, non sembrano più disposti a stare al gioco, e da questa loro esigenza è nato il movimento del de-influencing.

Proprio in TikTok, infatti, imperversa in questi giorni l’hashtag #deinfluencing, i video inerenti al quale hanno ormai superato i 300 milioni di visualizzazioni.

Cos’è il de-influencing

In questo trend, gli influencer fanno l’opposto di ciò che ci si aspetta da loro: disincentivano gli acquisti, raccontando di prodotti che per loro non hanno funzionato. Vogliono infatti stabilire con il loro pubblico un rapporto basato sulla fiducia e sull’onestà, fornendo recensioni e opinioni oneste, in particolare su articoli di cosmesi e di cura della persona, e generi alimentari.

De-influencing e BeReal: autenticità prima di tutto

Tra i presupposti del de-influencing sembra esserci dunque lo stesso desiderio di autenticità alla base di BeReal, un’app social network francese nata nel 2020, per la condivisione di foto, la quale incoraggia gli utenti a pubblicare immagini della loro quotidianità e di se stessi senza alcun filtro o modifica, tramite una notifica inviata ogni giorno ad un’ora diversa. L’app, ideata da Alexis Barreyat e Kevin Parreau, imprenditori francesi, nasce dall’esigenza dello stesso Barreyat di riportare nei social l’autenticità. Quest’ultimo ha infatti dichiarato: “Dopo anni di bugie viste sui social ho deciso di lanciare il mio. Non ci sono like, né filtri, ma quel che i tuoi amici stanno facendo in piena autenticità”.

Come funziona il social “senza-filtri” e chi sono gli utenti

Alla ricezione della notifica, gli utenti hanno due minuti per scattare una foto e condividerla. L’immagine rappresenterà ciò su cui l’utente avrà deciso di concentrare la propria attenzione, e una sua piccola foto nel suo stato attuale nell’angolo in alto dello schermo.

É possibile condividere la foto solo con i propri amici oppure con tutti, scegliendo il pubblico prima della pubblicazione.

BeReal piace soprattutto ai giovanissimi della generazione Z, alla ricerca di nuove piattaforme nelle quali potersi esprimere liberamente. Gli utenti attivi già migrati sul nuovo social si aggirano attualmente intorno ai dieci milioni, il 73% dei quali ha tra i 18 e i 24 anni, e sono rappresentativi del de-influencing e del desiderio di dire basta all’ostentazione ad ogni costo ormai propria di Instagram e Tik Tok.

Cambiamento sociale in arrivo?

La generazione Z sembra infatti essere ormai in contrasto con le grandi celebrità online, che spesso promuovono prodotti al di fuori delle loro possibilità economiche. Per molti giovani, infatti “in questo momento l’idea di dover acquistare l’ultima moda, il trucco o l’ultimo modello di telefono è irraggiungibile, il che si traduce in un passaggio verso un approccio più consapevole al consumismo”, racconta Jay Richards, co-fondatore dell’agenzia di ricerca londinese Imagen Insights, che aggiunge “penso che questo trend sia guidato dal desiderio della Gen Z di comprendere ed educare se stessi sui problemi più ampi che la società sta affrontando e anche di contrastare il fatto che per così tanto tempo i social media non hanno rispecchiato la vita reale”, problema al quale anche BeReal sembra porsi come soluzione.

Il de-influencing in Italia

Pioniera del de-influencing in Italia è stata la truccatrice e influencer Clio Zammatteo, conosciuta come Cliomakeup, quando, ormai quindici anni fa, aveva iniziato la sua carriera su YouTube fornendo agli spettatori sinceri pareri personali in merito a prodotti di make up. Pratica che non sembra più essere facile in Italia, come da lei stessa dichiarato nello sfogo in diretta su Instagram di alcune settimane fa, ormai diventato virale. Zammatteo ha infatti ammesso, tra le lacrime, di non riuscire più ad essere se stessa, e di aver cambiato il suo modo di essere per omologarsi a ciò che il mercato richiede. Le sue dichiarazioni, ancora una volta, potrebbero contribuire ad un cambiamento della comunicazione online come la conosciamo oggi, instradando lo scenario social italiano verso una maggiore veridicità, trasparenza e onestà nei confronti degli utenti.