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La “cicatrice francese” spopola su TikTok

Oltre tre milioni di video e 549.00 visualizzazioni per questa forma di autolesionismo

Arriva dalla Francia l’ultima e pericolosa challange (se così si può chiamare) di TikTok della “cicatrice francese”. Uno o più segni sul viso di giovani vengono esibiti come trionfi di guerra. Una forma di autolesionismo ‘adottata’ anche da numerosi studenti delle scuole medie e superiori di tre istituti del nord-Italia. Il coinvolgimento anche dei minori di 14 anni preoccupa docenti e genitori. Tra i protagonisti dei tutorial: non soltanto i ragazzi con disagio conclamato o pregresso, ma anche gli adolescenti che emulano ‘la nuova moda’ per ottenere like e follower.



Che cos’è la “cicatrice francese” su TikTok e l’origine francese del ‘marchio’


Nei molteplici tutorial di ragazzi che mostrano i segni sul volto, lo scopo sarebbe quello di fingere di aver partecipato a uno scontro fisico e di avere un aspetto da bruto. Una sorta di gara innocua, ma che potrebbe portare a conseguenze dannose e permanenti: disfunzioni della microcircolazione sanguigna come l’emangioma stellato. In casi estremi durare anni o un intervento laser per la rimozione. I ‘protagonisti’ si procurano macchie rosse o ematomi, strizzando con molta forza, lo zigomo tra indice e pollice e fino a quando non compare un segno simile a una cicatrice. La nuova tendenza del ‘segno rosso orizzontale’ prende spunto dalla milizia privata di Francois Duvalier. Un richiamo alla figura della mitologia haitiana che faceva sparire i nemici del tiranno. A caratterizzare la milizia erano i segni rossi e le cicatrici sul volto, simbolo di forza, valore ed orgoglio. Inoltre, nei video che circolano su Tik Tok vengono indicate le corrette pratiche per ottenere la cicatrice per i meno ‘esperti’ o per puro esibizionismo.


Da dove è partito l’allarme in Italia


I primi casi denunciati sono giunti dagli insegnanti di due istituti a Bologna che hanno cominciato a vedere tra i banchi le facce tumefatte dei loro allievi. Non trattandosi di bullismo, hanno scoperto che erano loro stessi a infliggersi le tumefazioni sul volto ricorrendo ai social. I presidi bolognesi hanno deciso di parlarne e di organizzare degli incontri con le classi. Inoltre, dopo i primi casi denunciati a Bologna, da alcuni giorni, è emerso che anche undici ragazzini della scuola media “Mario Mazza” di Verona, si sono presentati in aula con dei segni rossi sotto l’occhio. La preside, Marzia Baroni, ha avvertito i genitori inviando la seguente circolare: “Abbiamo appreso che è diventato trend un video tutorial in cui un ragazzo mostra come realizzare una cicatrice sul viso. Invito i genitori a vigilare i ragazzi sull’utilizzo della rete e sull’ accesso su TikTok, in teoria vietato sotto i 13 anni e a collaborare con la scuola affinché smettano di dare importanza a contenuti di questo tipo!”.


Il supporto della Polizia Postale italiana


La quantità di video relativi a questa pratica presenti su TikTok ha spinto la polizia postale italiana a dedicare uno spazio alla spiegazione del fenomeno. Inoltre, mettere a disposizione un sito per segnalare altri pericoli e sfide presenti sui social. Sul sito è presente una pagina in cui l’autorità mette in guardia gli utenti sulla pratica. In una nota rivolta ai ragazzi si legge: “Con la ‘cicatrice francese’ si ottiene una temporanea deturpazione del viso, producendo talvolta danni alla cute, anche gravi. Gli ematomi prodotti sugli zigomi per la challenge della cicatrice francese possono durare per settimane e lasciare segni visibili per molti mesi. Tra qualche settimana questa ‘moda’ smetterà di essere popolare e ti resteranno comunque i segni. La Postale avverte i genitori con le seguenti raccomandazioni: “Monitorate la navigazione e l’uso delle App social, anche stabilendo un tempo massimo da trascorrere connessi e instaurate un dialogo con i figli al fine di capire a che punto sia spinto il loro interesse verso questo tipo di sfide. L’ indirizzo del portale a cui rivolgersi in caso di episodi simili presenti sui social è il seguente: www.commissariatodips.it.