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Operazione Stirpe: 28 imputati a processo


L’indagine ha permesso di sgominare un’organizzazione criminale dedita alle estorsioni nei quartieri Brancaccio e Ciaculli, nel palermitano. 

Al via il processo a carico di 28 imputati finiti in manette nell’ambito delle operazioni antimafia “Stirpe” e “Stirpe 2”, condotte dalla questura di Palermo, coadiuvati dalla compagnia dei carabinieri di Brancaccio. L’indagine ha permesso di sgominare un’organizzazione criminale dedita alle estorsioni nei quartieri Brancaccio e Ciaculli, nel palermitano. 

Inizia il processo a carico di 28 imputati nei blitz “Stirpe” e “Stirpe 2”

Le inchieste del 2021 coordinate dai pm Francesca Mazzocco e Bruno Brocoli hanno fatto luce su ben 46 estorsioni ai danni dei commercianti locali ed hanno permesso di ricostruire la mappa del potere mafioso nel mandamento di Brancaccio. A distanza di circa due anni dal blitz inizia il processo per 28 imputati che avrebbero scelto il rito abbreviato. L’udienza si sta celebrando davanti al gup Maria Cristina Sala e vede imputati boss e presunti affiliati al clan di Brancaccio che dovranno rispondere di estorsione e associazione a delinquere di stampo mafioso. 

Costituite parti civili il Comune di Palermo e l’Ospedale Civico 

In aula, presenti anche le parti civili: il Comune di Palermo assistito dall’avvocato Ettore Barcellona, la Fondazione Giovanni Falcone, il Centro Pio La Torre assistito dall’avvocato Francesco Cutraro, l’Ospedale Civico di Palermo, Condotta San Leonardo, la Confcommercio e infine, l’ente FAI, Solidaria ed SOS Impresa assistiti dai legali Maria Luisa Martorana e Fausto Amato. 

Gli imputati scelgono il rito abbreviato 

Tra gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, Vittorio Emanuele Bruno, Paolino Cavallaro, Girolamo Celesia, Ludovico Castelli, Settimo Centineo, Gioacchino Di Maggio, Antonio Lauricella, Antonino Chiappara, Pietro Garofalo, Vincenzo Di Fede, Francesco Greco, Salvatore Lotà, Tommaso Militello, Maria Mirabella, Rosario Montalbano, Tommaso Nicolicchia, Antonino Mulè, Ignazio Lo Monaco, Antonino Lo Nigro, Onofrio Palma, Giuseppe Orilia, Vincenzo Petrocciani, Andrea Seidita e Luciano Uzzo. Di questi, erano già stati condannati in primo grado sempre con l’abbreviato Maurizio Di Fede (20 anni), Claudio Palma (10 anni), Giuseppe Ciresi (8 anni e 6 mesi di reclusione) e Girolamo Celesia (16 anni). Il processo per gli altri imputati si svolgerà il prossimo sei aprile con rito ordinario e si dovrà discutere su un eventuale rinvio a giudizio.

I particolari delle inchieste

L’inchiesta era stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo e nello specifico dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Bruno Brucoli e Francesca Mazzocco. Il blitz avvenuto lo scorso maggio ha permesso di sgominare l’intero clan che si imponeva attraverso le estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti al controllo del territorio di Brancaccio. Tra le attività controllate dall’organizzazione criminale, anche imposizione di operai nei cantieri edili, spaccio di sostanze stupefacenti, traffico di armi, scommesse clandestine ed intestazione fittizia di beni. L’operazione ha portato all’arresto di 31 persone accusate di far parte delle famiglie di Brancaccio e Ciaculli. A seguire, anche l’operazione denominata “Stirpe 2” dello scorso luglio che ha permesso di risalire ad una fitta rete di estorsioni. Si tratta di 46 richieste di pizzo e tra queste anche quella di cinque euro, come emerso dalle indagini, ai danni di uno sfincionaro. Nella medesima indagine, anche i commercianti “vittime” delle estorsioni erano finiti sotto inchiesta per favoreggiamento per aver negato di aver ricevuto richieste di pizzo da parte del clan. A margine della requisitoria, inoltre, sarebbe emersa anche un’intercettazione del boss Maurizio Di Fede che invitava un’amica a non far partecipare il figlio alle commemorazioni in onore del giudice Giovanni Falcone, organizzate dalla Fondazione che porta il suo nome.