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PD, milioni di debiti: la fondazione rossa prosciuga il partito. Fino al 2038 per pagare per l’uso di case del popolo

PD

È quanto sottoscritto con il proprio “esattore”, la Fondazione Duemila, ipotecando la politica locale dei dem per i prossimi due decenni.

Bologna – Quasi vent’anni è il tempo concesso alla più grande Federazione PD d’Italia per ripianare il debito accumulato per avere usato sedi e case del popolo, un tempo di proprietà dei DS. Il creditore principale è la Fondazione Duemila, creata dagli ex Democratici di Sinistra per custodire il proprio patrimonio immobiliare, quando, nel 2007, si sono uniti alla Margherita per creare il PD. Come dire che la “cassaforte”, con un’amnesia lunga diversi anni, non riconosce più la mano che ha inserito la combinazione.

Diverse settimane fa, è stato presentato il bilancio 2019 del PD Bologna in cui si certifica un disavanzo di 2 milioni di euro e una situazione debitoria complessiva di 2,7 milioni. Si specifica anche che il disavanzo patrimoniale effettivo è di 600 mila euro perché i depositi bancari dei circoli locali custodiscono più di 1,4 milioni. In dieci istituti bancari diversi.

A questo quadro finanziario molto complicato si accompagna, ora, il “pagherò” lungo vent’anni: il tempo concesso dal creditore. Venti rate costanti annuali e saldo entro il 30 dicembre 2038. Qualche mese fa, infatti, la Fondazione Duemila annota al proprio bilancio che “relativamente all’esposizione dei crediti del Partito Democratico di mancato pagamento è stato sottoscritto un accordo di rientro a lungo termine”.

L’impegno è firmato il 15 marzo 2019, periodo di piena compagna elettorale nei principali Comuni del bolognese, dal presidente del consiglio d’amministrazione della Fondazione, Alessandro Ricci (anch’egli candidato sindaco in uno di questi Comuni, per conto di una coalizione civica).

La storia delle 67 Fondazioni italiane (oltre all’associazione Berlinguer che dovrebbe coordinarle), nate all’epoca della nascita del PD, con il fine di portare fuori il patrimonio DS prima del matrimonio politico con la Margherita, è già stata raccontata più volte sulle pagine dei quotidiani nazionali.

I Ds blindano il patrimonio (La Repubblica, 18/07/2007)

Debiti, case e fondazioni ecco l’ altra faccia del Pd (La Repubblica, 26/07/2007)

Noi ci limitiamo perciò ad aggiornare le vicende della Fondazione che deriva dalla Federazione provinciale che storicamente ha il maggior numero di iscritti in Italia: nel 2007, ultimo anno dei DS, a Bologna solo il tesseramento iscritti valeva oltre 1 milione di euro, quota media per tessera di 35 euro.

La Fondazione Duemila nasce nel 2006, poi riceve i beni dei Democratici di Sinistra: ex case del popolo, polisportive e circoli. Oltre 150 immobili, tra cui le attuali 28 case del popolo. Immobilizzazioni che, se unite a quelle dell’Immobiliare Porta Castello (di cui la Fondazione detiene la maggioranza), raggiungono il valore di 20 milioni di euro.

Oltre agli immobili, con la nascita della Fondazione si blinda anche il centro decisionale: il Consiglio di indirizzo con 5 nominati a vita che possono essere sostituiti solo per cooptazione (con nuovi consiglieri sempre a vita).

Costruita l’operazione, arriva il capitale immobiliare, realizzato attraverso il volontariato politico e l’impegno dei militanti in almeno cinquant’anni di attività. Lo si traghetta e da quel momento il partito e gli stessi attivisti non detengono formalmente nulla.

Bene, arriviamo ad oggi: il PD ha debiti per alcuni milioni di euro e sottoscrive il piano di rientro del marzo 2019, per un debito contratto principalmente per avere usato immobili costruiti dai propri volontari.

Se dal punto di vista formale tutto gira meravigliosamente, dal punto di vista logico e di logica politica, il risultato è il seguente: il partito ha un debito importante nei confronti di una Fondazione nata da una propria costola e basata su immobili realizzati dai volontari che, a tutt’oggi, friggono le patate alle feste per ripagare i debiti contratti per poter usare ciò che hanno costruito. Come se non bastasse, la Fondazione padrona di casa, potrebbe tranquillamente affittare gli immobili a chicchessia.

Due note. In primis, all’epoca fu usato un elemento lessicale importante, la creazione delle Fondazioni fu definita una scelta “temporanea”. Dopo 14 anni quel temporaneo potrebbe ritenersi scaduto, sebbene paradossalmente alcuni garanti del patrimonio ex DS sono anche usciti dal PD. Secondo, nello statuto della Fondazione Duemila (Centro studi e ricerche sulla cultura, la formazione, l’innovazione politica e amministrativa), l’obiettivo primario è la promozione della ricerca, formazione e innovazione della politica. La Notte rossa, la presentazione di un paio di libri e spettacoli, ogni anno, sono un contributo a dir poco avaro ai fini della ricerca e dell’innovazione politica. Almeno per salvare le apparenze, anche da parte di chi si occupa di gestione di immobili per svariati milioni di euro.


Note e approfondimenti

[2,7 milioni] Negli ultimi anni, nonostante le edizioni fortemente in perdita delle feste dell’Unità, i bilanci PD Bologna sono stati caratterizzati da alcuni tentativi di contenimento delle spese, con la riduzione del personale dipendente dalla Federazione e con la razionalizzazione degli spazi/sedi a disposizione, ad esempio scegliendo una sede più economica rispetto all’immobile di via Rivani, venduto dalla Fondazione a soggetti privati. “Da tempo si legge sui giornali che ci trasferiremo alla casa del popolo di San Donato per ridurre i costi. Oggi occupiamo una superficie di 1400 metri quadrati, mentre per San Donato abbiamo deciso di occupare solo la sala Sirenella (430 mq), ma il tutto non è ancora certo perché la proprietà ci chiede un affitto futuro praticamente uguale a quello attuale, cioè 53 mila (+ Iva) l’anno. La discussione è aperta ma abbiamo deciso di guardare anche altrove”, riferiva il tesoriere già nella relazione al bilancio consuntivo 2017, in cui si metteva in guardia anche rispetto alla relazione economica con la Fondazione: “Abbiamo 102 sedi, 91 di proprietà della Fondazione/Porta Castello/coop Bastia e 11 in affitto da privati. Il costo dei contributi sede per le convenzioni con le 3 società è pari a 720 mila euro l’anno. (…) Si aggiunge il fatto che le tre proprietà hanno revocato le convenzioni che scadono il prossimo 30 giugno e ci chiedono di stipulare dei contratti di affitto annuali con canoni più che raddoppiati”. Tra gli impegni per sistemare il bilancio figurava anche quello sottoscritto con i nuovi eletti in Parlamento come “debito d’onore” di 50 mila euro tra il 2018 e il 2019, oltre a mille euro mensili per il servizio fornito dalla Federazione per le loro attività politiche nel territorio. 

[2006] All’epoca la decisione di creare le fondazioni è assunta dalla direzione nazionale dei DS, per conservare il patrimonio del partito DS (che aveva anche molti debiti) il cui scioglimento politico avviene nell’aprile 2007. Allora anche a Bologna si decide di creare la Fondazione il cui statuto prevede che non abbia scopo di lucro. Già nel 2002 è verificato lo stato debitorio dei Ds, dopodiché si approva un piano di rientro del debito dei Democratici di Sinistra, denominazione che rimane attiva formalmente anche dopo il 2007, come una scatola vuota, per completare il ripianamento.

[5 nominati a vita] Il presidente è Mauro Roda, gli altri componenti sono: Fabio Carpanelli, Gianluigi Serafini, Gianna Serra, Walter Tega. Questi nominano a loro volta il Consiglio di amministrazione i cui membri possono essere sollevati con revoca anche non motivata. Per tutti loro lo statuto non prevede emolumenti.


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