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Benzina: 1,06 euro di tasse per litro

Su ogni litro di benzina, in Italia si pagano 1,06 euro di tasse. Su ogni litro di gasolio, invece, vanno al fisco 0,95 euro. Non si tratta di una notiza-bomba, niente di sorprendente per qualunque automobilista avvezzo al rito del rifornimento. Ma, adesso c’è la certificazione firmata Benedetto Mineo, Garante per la sorveglianza dei prezzi.

La sua memoria, consegnata alla Commissione Finanza della Camera dei deputati per l’audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’evasione Iva e accise dei carburanti, parla chiaro. I nostri più affezionati lettori, ricorderanno che nell’agosto 2022 avevamo dato notizia di come il Governo Draghi avesse voluto rinforzare la struttura del Garante, affiancandogli una ulteriore task-force per rendere più efficaci i controlli, in un periodo in cui i rincari anche sui beni di prima necessità, parevano incontrollabili e ingiustificati.

Le accise sul prezzo della benzina 

A distanza di due anni, torniamo a chiamare in causa il buon Mineo, per gli amici Mr. Prezzi, per sviscerare i dati che ci ha fornito sui carburanti. Il peso della componente fiscale in Italia, complessivamente per accisa e Iva, sul prezzo alla pompa è pari attualmente a circa il 57% per la benzina e a circa il 52% per il gasolio.

Prezzi del carburante

La buona notizia è che dopo gli aumenti dei prezzi dei carburanti osservati nei mesi estivi, originati dalle dinamiche rialziste delle quotazioni internazionali, l’ultimo trimestre del 2023 è stato caratterizzato da una riduzione del prezzo di oltre 20 centesimi sia per la benzina che per il gasolio. Il trend si è invertito con l’avvio del nuovo anno, sino a fissare al 26 febbraio un prezzo alla pompa di 1,86 euro al litro per la benzina (in aumento di otto centesimi rispetto al 1° gennaio) e di 1,83 euro al litro per il gasolio (con un aumento di 9 centesimi dal 1° gennaio).

Mr. Prezzi ha inoltre dichiarato che si è concluso il lavoro di allineamento delle banche dati del settore petrolifero, grazie alla collaborazione delle diverse amministrazioni competenti, nello specifico Ministero Imprese e Made in Italy, Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica e Agenzia delle Dogane. Tale attività si è rivelata fondamentale e propedeutica alla riforma dei distributori di carburanti, auspicata dagli operatori del settore e alimentata da tre diverse risoluzioni approvata dalla Camera nel tardo autunno dello scorso anno.

La riforma dei distributori di benzina 

La riforma è essenziale per allineare la rete alle normative europee, per adeguarsi alle esigenze della transizione energetica e per combattere l’ampia diffusione dell’illegalità contrattuale e fiscale nella rete di distribuzione. Questo fenomeno con gestori che operano in modo irregolare ha un impatto significativo sul bilancio dello Stato, costando ogni anno oltre 4 miliardi di euro in mancati introiti fiscali. Tornando agli introiti fiscali da cui eravamo partiti, Mister Prezzi fornisce un dato ancor più dettagliato per le accise che su mille litri di benzina pesano per 728 euro e su mille litri di gasolio per 617 euro. Cifra molto sopra la media europea pari, rispettivamente a 540 e 428 euro. Non potevano farsi attendere naturalmente i commenti delle associazioni dei consumatori.

Con Assoutenti che ha ribadito la necessità di intervenire sul fronte della tassazione ed ha proposto di applicare accise mobili in grado di compensare gli aumenti dei prezzi industriali attraverso una proporzionale riduzione del peso fiscale. Sulla stessa linea il Codacons, che non ha usato mezze misure , accusando il Governo di non intervenire sul fronte delle accise, perché le tasse sui carburanti garantiscono entrate enormi alle casse statali. Il tema del prezzo dei carburanti ci sta molto cuore e avevamo iniziato ad analizzarlo, sin dal suo principio, quando nell’autunno 2021 iniziammo a prevedere che non sarebbe stato un fenomeno transitorio, perché fortemente condizionato dalla ripresa post-Covid, dalle politiche green e dalla finanza.

In questi tre anni, a quel quadro, si sono aggiunte tensioni internazionali ancora lontane dalla risoluzione, complicando lo scenario geopolitico e aggravando la filiera di approvvigionamento energetico. Un contesto che non si poteva pensare di affrontare con una misura bolscevica, come l’obbligo imposto ai gestori di carburante di esporre i prezzi medi giornalieri.