L’ex Governatore Cuffaro potrà ricandidarsi, il Tribunale di sorveglianza annulla l’interdizione

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L’ex Governatore Cuffaro potrà ricandidarsi, il Tribunale di sorveglianza annulla l’interdizione

È stata considerata non applicabile l’interdizione dai pubblici uffici, inflittagli a seguito della condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.

“Ho sempre avuto fiducia nella giustizia. Amo questa terra e amo la politica. So di aver commesso molti errori e per i quali ho pagato un prezzo altissimo”, sono le parole dell’ex Presidente della Regione siciliana Totò Cuffaro dopo che il Tribunale di sorveglianza di Palermo ha annullato l’interdizione dai pubblici uffici inflittagli a seguito della condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.

Il Tribunale di sorveglianza annulla l’interdizione per Totò Cuffaro

Nel settembre scorso, gli era stata concessa la riabilitazione che, secondo quanto prevede la Legge Spazzacorrotti, manteneva l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di sette anni. Cosa che è stata considerata non applicabile dal Tribunale di sorveglianza data l’irretroattività della normativa più sfavorevole al reo. 

Le indagini e i primi processi per favoreggiamento a Cosa Nostra

L’ex Presidente della regione siciliana Totò Cuffaro o meglio Totò “vasa vasa”, come conosciuto da amici e conoscenti era stato condannato a sette anni di reclusione per aver favorito diversi esponenti della criminalità organizzata e per la violazione del segreto istruttorio. La Cassazione aveva chiesto anche l’aggravante mafiosa che impedisce l’applicazione delle misure alternative alla detenzione. Un calvario iniziato nel 2005, anno in cui viene rinviato a giudizio per i suoi presunti rapporti con il boss Giuseppe Guttadauro, al quale avrebbe rivelato di essere nel “mirino” delle forze dell’ordine. A gennaio del 2008 arriva la prima condanna in primo grado: la pubblica accusa chiede 8 anni di reclusione e, l’ex senatore viene condannato a cinque anni per favoreggiamento a Cosa Nostra. Nel 2010, invece, gli viene riconosciuta l’aggravante mafiosa e la pensa sale a sei anni e Cuffaro si dimette ai propri incarichi di partito senza tralasciare il posto di senatore.

Nel frattempo, la Direzione Distrettuale Antimafia si affida alle dichiarazioni di Massimo Ciancimino che lo accusa di aver preso delle tangenti e viene indagato per corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa. A seguito di quelle indagini, l’accusa ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione. La condanna definitiva è stata emessa nel 2011 a sette anni di reclusione. Lo stesso governatore ha scontato circa 5 anni nel carcere romano di Rebibbia, pena ridotta per buona condotta. 

Notevoli il suo impegno a favore dei detenuti,i suoi libri, ed una laurea in Giurisprudenza conseguita durante il periodo di detenzione, oltre agli impegni umanitari in Burundi concretizzati dopo la scarcerazione. Elementi che sono stati presi in considerazione per la sua riabilitazione. “La legge Spazzacorrotti non risulta applicabile perché ritenuta norma più sfavorevole non ancora vigente al momento della sentenza e dei fatti di reato contestati a Cuffaro”, spiega il difensore dell’ex Presidente Marcello Montalbano. 

Le prime parole di Cuffaro dopo la sentenza: “L’idea di una candidatura non mi sfiora nemmeno”

Intanto, si guarda avanti su una probabile entrata in scena nella politica attiva. Totò Cuffaro è attualmente alla guida della nuova Democrazia Cristiana e ricopre il ruolo di Commissario regionale. Con l’ordinanza emessa dal Tribunale di sorveglianza che revoca l’interdizione, potrebbe ritornare a candidarsi anche se, stando alle sue ultime dichiarazioni non intende intraprendere in prima persona il mondo politico attivo. “Confermo con determinazione che il mio tempo per le candidature è finito. Potrò tornare a fare il medico. Impegnerò tutte le mie forze affinché la Democrazia Cristiana, oggi una realtà in Sicilia, possa diventare una realtà nel paese”, ha affermato Cuffaro. “Coltivo il diritto, e credo anche il dovere, di poter continuare ad essere utile, per questo mi sono speso e mi sto spendendo per affermare un partito di valori: la Democrazia Cristiana ma l’idea di una candidatura non mi sfiora nemmeno”, ha concluso.